Incipit
- Edoardo, ascoltami…
Il giovane uomo, si voltò verso la ragazza dalla lunga treccia, un sorriso illuminò il volto, rendendolo affascinante. Allungò la mano per prendere, fra le sue, quella della sua compagna.
Sorrise ancora a lei, soprattutto, ma sorrideva alla vita.
Insieme avevano camminato ed insieme, ora erano lì seduti, in quell’elegante anticamera in attesa di essere ricevuti. Era agitato, come mai lo era stato nella sua vita ( o forse si, se ripensava ad una certa telefonata che aveva collegato l’Inghilterra alla Spagna e aveva ribaltato, quasi fosse un calzino, la sua vita..).
Sorrise anche la ragazza, rassicurante: era carina con il suo tailleur nero, quel poco di colore della sciarpa ravvivava un incarnato olivastro,
e gli occhi brillavano, neri… e sorridevano a lui, già proprio a lui!
Lei, tenace donna, che mai desisteva, lo aveva costretto ad accettare quel colloquio. Aveva vissuto di dubbi tutta una vita, fin quando quella piccola donna non era entrata con prepotenza nella sua vita, scardinando certezze, rompendo gli argini dei sentimenti, costruendo su basi di amore il loro futuro.
Di questo si trattava: dietro quella porta, qualcuno avrebbe deciso del loro futuro. Non del loro amore, quello avrebbe resistito a tutto; si trattava invece di quel futuro economico che giovani come erano stavano inseguendo da tempo…
Era un editore, l’uomo che li accolse nel suo ufficio. Caricia si mosse con la sua solita eleganza, sorridendo mentre Edoardo trascinava i piedi, indeciso fra la fuga ( ma non poteva, lei lo avrebbe fulminato… ) e il sedersi con dignitoso distacco sulla poltrona di pelle nera. Scelse la seconda soluzione e riuscì a mascherare il suo imbarazzo facendo vagare lo sguardo sui quadri che abbellivano lo studio.
Caricia sembrava a suo agio; in fin di conto lei, di editori ne conosceva, si trattava di lavoro, aveva già pubblicato un libro, con un buon successo. Edoardo sembrava assente, distaccato, ma non perdeva una parola di quel fluido e lineare discorso che stava costruendo la sua donna.
- … altro non è che un lavoro che ha per tema la “ paura di amare “ …
Spezzoni di frasi…
- comprendo che forse non è stato chiaro subito, che questo romanzo fosse stato scritto a quattro mani con il qui presente Edoardo XXX…
La voce di Caricia era decisa…
- mi rendo conto che il contratto che io avevo firmato riguardava esclusivamente un mio secondo libro, ma lei sa pur bene che gli autori, quando hanno in mente un’idea, non riesco a “ fissarla lì” in attesa del “ momento ideale “ … un’idea ha vita breve, va catturata quasi fosse un bruco e curata in attesa della sua metamorfosi…
…blah… blah… parole, parole affinché quel nuovo libro di Caricia fosse accettato, parole affinché una raccolta di lettere d’amore si trasformasse in un libro… parole, parole perché era disposta a cedere i suoi sentimenti alla lettura pur di continuare la sua vita con Edoardo…
Parole e un libro! Quello era stato l’incipit del loro amore…
.................
Seville 30 agosto 2002
Egregio Signor Edoardo,
le parrà strano ricevere una lettera da una sconosciuta quale io sono per Lei.
Non è mia abitudine, Le assicuro, anzi … ma qualcosa , più forte delle mie remore, mi obbliga a questo passo.
Mi scusi, ancora non ho spiegato, e questo è importante per comprendere il perché di questa mia azione impulsiva.
Non so neanche se Lei, Signor Edoardo, sia realmente legato a quanto proverò a raccontarle.
Alla fine di questa estate, proprio il giorno o per meglio dire l’alba, in cui avrei lasciato il vostro bel paese, mi trovavo allo Spasimo di Palermo. Non potevo partire senza passare ancora una notte nella magia dello Spasimo : la bellezza del luogo è incredibile mentre la luna percorre il suo tratto di cielo. Quel tetto che non c’è più a contenere lacrime e dolori di quel luogo si apre sulle stelle…
Mi scusi… ritorno al mio argomento…ma mi comprenda, è un luogo magico quello ed anche lui è coinvolto nella faccenda che vorrei raccontarle.
Sono venuta a conoscenza del luogo attraverso gli scritti di Vincenzo Consolo, ( ricorda il suo libro “ Lo Spasimo” uscito nel 2000? ) e così essendo a Palermo non ho potuto non recarmi a visitarlo.
Quella notte, vede, mi trovai un posticino, la gente era molta per via del concerto, accanto alla pianta che cresce all’interno della chiesa, e li appoggiata con la schiena al muro ho permesso alla musica di scaldare il mio cuore.
Non so come poi, il mio sguardo è stato attirato da un qualcosa di color verde addossato al muro di fronte. Ho atteso che il concerto terminasse per alzarmi con calma e avvicinarmi alla parete opposta.
Confesso, sono una donna molto curiosa…
Ebbene quella cosa verde era un libro. Mi auguro che Lei ne sappia qualcosa…
Una vecchia edizione di “ Zanna Bianca “ di Jack London.; aprendolo ho letto la dedica: “ Al Professor Candiani per ricordo di una simpatica giornata . 20/06/1934 “ ,( la firma purtroppo è indecifrabile ), il tutto tracciato con elegante scrittura e inchiostro color seppia.
Lei deve comprendere, io ho il vizio di annusare i libri. Per uno che non ha questa strana abitudine può sembrare una cosa fuori dal mondo; molti mi prendono per matta e chiamano la commessa nelle librerie che, il più delle volte, si fa una risata quando le riferiscono che nel settore dei saggi c’è una donna che sta odorando i libri.
Vede coloro che annusano i libri sono particolari: appoggiano il pollice della mano sinistra sull’ultima pagina e fanno scorrere lentamente i fogli diminuendo la pressione del dito mentre il naso, quasi immerso completamente nella carta, percepisce l’inconfondibile odore.
Ecco il suo libro, ( ma era suo ? ), è un magnifico libro!
Non solo per la storia che vi è raccontata, ma per l’odore che il tempo ha regalato alle sue sottili pagine ingiallite, piano piano le ho fatte scorrere ad una ad una sotto il mio naso e ho aspirato la vita al libro. Nel farlo è uscito un tagliandino di colore giallo , che come un leggero fiocco di neve è caduto ai miei piedi. Incuriosita, solo a me poteva capitare, mi sono chinata e raccoltolo mi sono ritrovata fra le mani il cartoncino dei “ Bookcrosser”…
Lei è un Bookcrosser vero? E’ lei che ha abbandonato quel libro, vero?
Perché lei ama i libri e allora li consegna al vento affinché non restino rinchiusi negli scaffali, è così vero?
Sul tagliandino c’erano tutte le indicazioni per come comunicare il ritrovamento del libro, ma ero in viaggio e ho potuto farlo solo oggi, tra una cosa e un’altra. Su internet ho ricercato il sito : www.bookcrossing.com e ho segnalato il ripescaggio del libro.
Mi chiederà: ma perché questa lettera a me?
Nello sfogliarlo, per annusarlo, oltre al tagliandino del Bookcrosser è caduto anche una cartolina a lei indirizzata ( almeno lo spero ) …
Lo so sono stata indiscreta, lo so, ma quelle parole scritte senza firma, che ho letto ( sempre per curiosità … solo per quello.. ) mi hanno colpito alquanto.
Io non ho mai ricevuto da nessuno parole che prendessero il cuore…
“Toh, un uomo.
trovai un uomo sotto le mie scarpe bucate all'alba
e squittiva con voce stridula come violino
la sua verità alla coscienza della mia calma
lo presi sul palmo e lo sollevai al mondo intero.
Pianse di gioia e di dolore
e chiese d'esser posto alla sua altezza
che tali altitudini le avrebbe raggiunte
in un giorno di sole e di fatica
con l'anima in spalla... ma con le sue forze.
Lo posai e saltò a piè pari salutandomi con la mano.
corse via per nuova strada...contento per nuove mete
Lo rivedrò? mi guardo le scarpe...
Addio piccolo uomo... e buona fortuna
ah... attento al gatto...”
Come è difficile… lo so sembrerò tutta matta, ma quei versi sembravano scritti per me...
Non che io mi sentissi quell’uomo. No, era come se lei avesse letto la mia anima, perché quella era la mia anima.
Mi scusi, per l’invasione nella sua vita!
Caricia
.....................
Palermo 4 Settembre 2002
Gentile Sig.ra Caricia
Non le nascondo il sottile piacere che mi ha pervaso la mente nella lettura della sua lettera. Non ha da preoccuparsi Caricia se si è sentita spinta a contattarmi come ha fatto...lo avrei fatto anch'io se qualcosa avesse mosso i delicati meccanismi della mia curiosità. Si sa...la curiosità è un sentimento capriccioso e quando inizia a giocare insegue il suo balocco anche per vie straniere ed impensate.
Mi rivelerò...si sono un Bookcrosser da diverso tempo ormai. Era attività che consideravo con sprezzante noncuranza quando per la prima volta ne sentii parlare...ma infine anche la mia di curiosità ne risultò sfiorata e volle giocare con qualcosa di nuovo. Le confesserò che mi piacque
immediatamente soprattutto quando potei verificare per la prima volta quello che fu l'inizio del viaggio per quel mio libro (era... “ Diario clandestino” di Guareschi)...ne rimasi felice e sorridente, questo affidarsi al caso mi parve grottesco ed affascinante allo stesso tempo.
Come le molliche di Pollicino...da ritrovarsi strada facendo.
E' vero: giorni fa volli assistere ad un concerto allo Spasimo e portai con me quel magnifico libro di London, pensavo già di lasciarlo in quel luogo che per la sua raffinata eleganza e per la ponderata regalità dei suoi ospiti tanto contrastava con i selvaggi e cruenti paesaggi che invece popolano le
sue pagine.
Desideravo sapere sino a che punto quel libro così vissuto avrebbe incontrato i favori di gentiluomini e dame di un mondo talmente opposto. Perdoni questo mio vezzo particolare: adoro la vera regalità ,molto meno la superba mondanità senza sentimento alcuno se non quello di
pura e gratuita esibizione.
Quando il concerto ebbe termine lasciai il libro all'interno della chiesa e andai per la mia via.
Adesso è tra le sue mani...o sotto il suo naso come lei preferisce!
Ciò non mi sorprende affatto: ho uno zio che ha questa stessa passione, odora i libri come si odorano fragranti pietanze prima di cena, ma dubito che alla fine li legga, credo che li odori solamente temendo il malefico influsso delle mani sulle copertine...ogni ignoranza ha la sua malcelata giustificazione, ma non mi fraintenda la prego...non mi permetto di paragonare la sua cultura con quella del mio compiaciuto zio, son sicuro che lei ama leggerli i libri nella stessa misura di quanto le piace odorarli.
Ho notato anch'io la dedica al professor Candiani nelle prime pagine del libro, la dedica è datata nell'anno 1934, se non sbaglio, e comprare un libro che univa una superba trama come quella di Zanna Bianca con il fatto che fosse così squisitamente antico ha moltiplicato il mio desiderio di possederlo.
Ci crederebbe? L'ho acquistato in una comune bancarella da fiera ad un prezzo stracciato...ne avevo letto alcuni passi da ragazzo che mi avevano già impressionato, rileggerlo per intero è stato un puro godimento mentale...ma mi perdoni mi perdo in irrilevanti chiacchiere.
La poesia che lì dentro ha trovato è mia ed è assolutamente casuale che fosse capitata dentro quel volume. Quando inizia a leggerlo cercai subito qualcosa per far da segnalibro, presi dalla scrivania un foglio sparso senza guardare e solo ora...mi sovviene che quel foglio conteneva questa poesia.
Il piccolo uomo è dunque ritornato a farsi vedere, ne sono felice, ed ancor più felicità provo nel sapere che la poesia le sia talmente piaciuta da spingerla a scrivermi.
Concludo ringraziandola della sua lettera ed invitandola ad unirsi alla grande famiglia dei bookcrosser.
Ha invaso la mia vita con raffinato buon gusto e con leggero bussare alla porta quindi non abbia alcuna preoccupazione in merito.
Cordiali saluti
Edoardo
......................
Seville 6 settembre 2002
Gentile Signor Edoardo,
allora è proprio lei il bookcrosser che ha rilasciato quel libro!
Che piacere! Si, felice di averla in qualche modo contattata! Avevo lasciato un messaggio nel sito di Bookcrossing, ma non è la stessa cosa.
Quello era un anonimo messaggio a firma di Velablanca… già per nick uso il titolo del libro di Sergio Bambaren “ Velablanca” ? Lo ha letto anche lei? Se non lo avesse ancora fatto, chissà se questo mio piccolo sunto la spingerà a dedicargli qualche ora di lettura?
Vediamo:
“Marito e moglie, intrappolati in un'esistenza banale, lottano contro un naufragio individuale e il fallimento del loro rapporto. Un giorno decidono di compiere il grande passo: lasciarsi tutto alle spalle e impegnare tutti i loro risparmi per una barca a vela, Vela Bianca, che li porterà verso terre non segnate sulle mappe nautiche...Un viaggio dell'anima! “
Che ne dice ? Forse no…
Lei si dichiara ancora affascinato dal libro di Jack London … anche io l’avevo ripreso in mano da pochi mesi, al ritorno da un viaggio nelle terre orientali del Canada, da me fatto nello scorso gennaio. Affascinata da quegli infiniti boschi, imbiancati da neve, mi era ritornato alla mente “ Il richiamo della foresta “ che nella mia edizione è abbinato a “ Zanna bianca “. Si poteva, forse, leggere uno e non l’altro?
Purtroppo ora il mio lavoro mi richiama all’ordine. Ricominciare dopo le vacanze è dura, preferirei mille volte continuare a conversare con lei.
Le lascio il mio indirizzo e-mail, magari per eventuali commenti su altri libri letti , se ne ha desiderio..
Cordiali saluti
Caricia
Ps… lo conosce il nostro poeta Machado?
“ La piazza e accesi aranci
con i frutti rotondi e sorridenti.
Il tumulto dei piccoli scolari
Che, all’uscire in disordine di scuola,
empiono l’aria della piazza in ombra
con il clamore delle fresche voci.
Gioia infantile nei nascosti siti
Delle morte città!…
E qualcosa di noi, di ieri, ancora
Vediamo errare in queste vecchie strade! “
Una volta, tornando dalle vacanze, riprendevamo il nostro ruolo di scolari, di studenti ?
Ed ora ? Quello della gioventù disorientata ed insoddisfatta dalla vita….Mah
& & & &
Ben ritrovata Sig.na Caricia
Vedo che lei signorina ama datare le sue lettere, mi perdoni se io non mi prodigo mai in questa operazione ma preferisco che le mie lettere siano senza tempo come piccoli Peter Pan capricciosi.
Ho visto il suo messaggio nel sito dei bookcrossers...il suo pseudonimo Velabianca diffonde un senso di libertà...chissà forse repressa dalla monotonia della nostra stanca prigionia sociale...credo di capirla.
Non avrei mai pensato che il mio libro fosse destinato a far tanta strada....sarà entusiasta di visitare la terra di Cervantes ed un giorno chissà forse anch'io sarò felice di visitarla accompagnandomi al mio personalissimo Sancho Pancha (un mio amico ...gli somiglia molto sia fisicamente che psicologicamente).
Noto con piacere che nutre la passione per i viaggi, anch'io ho viaggiato un po’ sia per l' Italia che all'estero, spero un giorno di poter conoscere la squisita ospitalità dei paesi Est Europei che ancora non conoscono la triste ipocrisia dei paesi industrializzati e credo che semmai dovessi scegliere un luogo dove vivere in garantita armonia...beh sceglierei quegli splendidi luoghi.
Ma mi scusi...divago...
Sarà d'accordo con me nel considerare bizzarra una conversazione (anche se per lettera) tra persone che sconoscono le loro età, quindi le rivelerò la mia: 27 anni. Intuisco che lei deve esser giovane quanto me per nutrire dolci ricordi dei tempi di scuola e francamente credevo che solo io mi perdessi in simili nostalgie.
Non ho mai riscontrato questa emozione tra i miei coetanei, io invece la vivo con grande intensità dato che solo in quei tempi riuscii ad esprimere quanto di più creativo si celava in me e non immaginavo ancora che in futuro all'infuori della mia amata scuola saremmo vissuti solo in uno stanco continuo progredire nel conforme e nel convenzionale.
Sfortunatamente so poco di letteratura spagnola...perdoni questa ignoranza in merito ma ho trovato affascinante la poesia del vostro Machado...
Ha provocato in me un piacevole potere evocativo. Anch'io scrivo poesie, talvolta racconti che trattano della stessa sua sensazione. Strimpello la chitarra mediocremente ed il suo paese mi affascina proprio per la gran tradizione di superbi chitarristi di flamenco che lo rende famoso in tutto il mondo.
Ritornando alla poesia di Machado ed al suo commento sulla gioventù insoddisfatta, non posso far altro che confermare le sue impressioni; nella mia deplorevole condizione di disoccupato so ben cosa significhi esser insoddisfatti dalla vita.
A proposito che lavoro svolge?
Sono sicuro che in un modo o nell'altro lei abbia a che fare con i libri e la letteratura in genere....
Ma non voglio rubarle altro tempo, le auguro felicità e nuove strade da percorrere verso la leggerezza dell'animo e l'armonia dell'esistenza...siano esse strade della mente...siano anche viaggi reali verso''terre non segnate dalle mappe nautiche''.
Un abbraccio
Edoardo
Ps: Grazie mille per l'indirizzo E- mail...le scriverò... e se deciderà con mia somma gratitudine di rispondere...mi dia pure del tu...lo preferisco. Il '' Lei'' mi dà un senso di dottoralità ...e la carica di Illustre Dott. Edoardo è tentazione troppo grande per il mio flebile narcisismo.
....
Seville 8 Settembre 2002
Simpaticissimo Edoardo,
sorrido apprezzando la velocità che Internet permette al nostro scambio epistolare, non devo attendere con impazienza il rientro a casa! Basta avere un attimo di pausa sul lavoro, per impossessarmi di una delle tue missive…
Discorrere con te è come iniziare un viaggio, ti permetterò di scegliere: meandri della mente umana, etica o veri e propri viaggi in uno dei posti meravigliosi che la mia passione per i viaggi e la mia condizione di “nata fortunata” mi hanno portato a visitare.
Dove vuoi essere condotto? Mi basta l’incipit, penserò io a condurti con la mia barca…
Per quanto concerne alla definizione “ chi è Caricia “ a me non sono mai piaciute. Si può definire un concetto, una parola, una condizione, un modo di essere, quasi tutto insomma, ma non le persone.
Queste, quando sono in grado di pensare, sfuggono alla definizione, si evolvono ed evolvendo, divergono dalla definizione a loro appena data.
Un essere umano, ecco, mi sembra che questa sia la definizione che mi si addice.
Ti avverto però, sarà un “viaggio” lungo e faticoso, e magari, quando penserai di essere arrivato alla meta e di potermi finalmente definire, dirò o farò qualcosa, che dettato dalle esperienze di vita che continuamente si accavallano l’una sull’altra, ti farà ripartire per un altrettanto incerto e faticoso “viaggio”.
Te la senti?
Ti lascio ora, torno ai miei impegni, non prima di farti sapere quanto questo nostro rapporto epistolare sia stimolante e piacevole.
Un bacio Caricia
Ps… dimenticavo sono una tua quasi coetanea, qualche anno in più, da che differenza fa?
& & & &
Seville 9 Settembre 2002
Ehi, Edoardo…
Te lo voglio proprio raccontare! Posso raccontare solo a te, che puoi comprendere lo stato d’animo di un bookcrosser!
Dunque: mi sono armata di libro, preparato con il suo bel tagliandino che
attestava la sua registrazione e sono uscita dall’ufficio per effettuare un “
affido al vento “.
Devi sapere che la tua amica Caricia, nonostante tutte le apparenze fin qui
date, è un essere riservato, incapace di attirare su di sé l’attenzione del
mondo. Quel libro in mano “ Stella meravigliosa “ di Mishima ( a proposito lo hai letto? E’ la storia di una famiglia giapponese che negli anni cinquanta ha un incontro ravvicinato con una astronave…) già mi bruciava fra le mani. Avevo l’impressione che gli occhi della gente fossero tutti puntati su di lui e non lo abbandonassero un attimo.
Sotto il mio ufficio c’è una piccola bodega ( tradotto nella tua lingua potrebbe essere una via di mezzo fra un bar e una trattoria ), ma lì Paco, il
proprietario, mi conosce bene da anni e ritrovando il libro sarebbe risalito
fin all’ufficio per restituirmelo ( ho sempre il dubbio che la mia lunga treccia nera lo faccia fantasticare… è un bel giovanotto Paco…).
Quindi, escluso quel ritrovo, mi sono avvia per la calle, ancora piena di
turisti. Sembrano sfaccendati, invece osservano tutto! I loro occhi mi
seguivano, ne sono sicura…mi sembrava di aver scritto sulla fronte : “ Sono una bookcrosser e sto per liberare un libro…”, quanto desideravo essere una
sfrontata ragazza!
Ho passeggiato, ma il mio dovere mi richiamava, e il tempo passava.
Sono entrata allora in grande magazzino, sicura che la folla mi avrebbe
camuffata e, indifferente alle telecamere che sorvegliavano, ho abbandonato il libro al reparto fotografico sul ripiano dei rullini per foto. Con passo
tranquillo mi sono allontanata, ma il cuore batteva e mi sentivo come una
bambina che avesse compiuto una marachella….
Che dici? Come liberatrici di libri sono una frana? Hai ragione…ad ogni squillo del telefono sulla mia scrivania ho il dubbio che sia qualcuno che me lo vuole restituire!
A presto Caricia
ps... ehi fatti vivo, la tua quotidiana e-mail è un sollievo per lo spirito di
una lavoratrice!
& & & & &
Cara Sig.na Caricia
Prendendo spunto dalla tua ultima lettera ti dirò che la mia intera vita è un viaggio, ma un viaggio in terza classe Caricia...
Apprezzo il tuo invito alla imminente partenza con te al fianco...e scelgo come meta i luoghi della mente, considerando la mia inclinazione verso la riflessione interna e la poca conoscenza che ho degli innumerevoli angoli stranieri di questo reale mondo (chissà forse dettata dalla mia ingombrante pigrizia) preferisco un viaggio interno...alla scoperta dei tuoi pensieri.
La tua vela è vessillo di liberi pirati...ed io ho già pronto l'uncino e la benda del guercio,non importa dove andremo...ma i tesori da disseppellire sono già sufficiente miraggio ai miei occhi...anzi...al mio occhio orfano che adesso chiede doppia retribuzione.
Hai vascello resistente alle tempeste Caricia? Il mare può essere imprevedibile come lo è la stessa natura umana e pretesa non ha di doverti ingabbiare in precisi ruoli più o meno importanti...egli culla tutti dolcemente quando è calmo e tutti travolge nel fondo quando riconosce solo la propria ira...in entrambi i casi non fa differenze...marinai, mozzi,ammiragli e topi sono vite che battono allo stesso ritmo il cuore.
Ma per Caricia...il mare sarà quieto amico...ne sono sicuro.
Unico bagaglio in spalla del nostro viaggio sarà la sincerità. E se come dici la mia conversazione ti risulta gradita...tale bagaglio che per altri può esser pesante come un baule carico di carbone, per te
spero sia leggero come piuma al vento. I miei viaggi, Caricia, sono faticosi, siano essi mentali o reali altro non fanno che confermarmi la difficoltà della vita che chiede d'esser vissuta con forza ed instancabile tenacia, spesso queste fondamentali attitudini al viaggio mi abbandonano lasciandomi affranto, rassegnatamente stanco al momento di guardarmi dentro per cercar risposte, e sondare la mia sincera voglia di proseguire tra freddi asfalti inospitali diviene dura operazione nella coscienza, perchè essa si scinde in due essenze dell'animo, due rabbiosi governi d'angeli e demoni tra l'Io che vuole e l'Io...che deve.
Ciò che ti dico è reale e niente di meglio chiede che venir fuori dal buio...perchè ciò nonostante la voglia di ripartire mai l'abbandona...la carezza della luce lontana tutt'ora lo muove.
Perdona la mia sincerità Caricia, ma adesso sono io che ti chiedo: vuoi ancora partire?
Un abbraccio
Edoardo
Seville 10 Settembre 2002
Gentile Amico,
un viaggio nei luoghi della mente… affascinante!
Perché immediatamente mi vengono in mente i versi di Costantinos Kavafis ( ho tribolato sa, per trovare una traduzione in lingua italiana per potertela offrire …)
ITACA
Se per Itaca volgi il tuo viaggio,
fa voti che ti sia lunga la via,
e colma di vicende e conoscenze.
Non temere i Lestrìgoni e i Ciclopi
o Posidone incollerito: mai
troverai tali mostri sulla via
se resta il tuo pensiero alto, e squisita
è l’emozione che ti tocca il cuore
e il corpo. Né Lestrìgoni o Ciclopi
nè Posidone asprigno incontrerai,
se non li rechi dentro, nel tuo cuore,
se non li drizza il cuore innanzi a te.
Fa voti che ti sia lunga la via.
E siano tanti i mattini d’estate
che ti vedano entrare ( e con che gioia
allegra!) in porti sconosciuti prima.
Fa scalo negli empori dei Fenici
per acquistare bella mercanzia,
madrepore e coralli, ebani e ambre,
voluttuosi aromi d’ogni sorta,
quanti più vuoi voluttuosi aromi.
Récati in molte città d’Egitto,
a imparare, imparare dai sapienti.
Itaca tieni sempre nella mente.
La tua sorte ti segna quell’approdo.
Ma non precipitare il tuo viaggio.
Meglio che duri molti anni, che vecchio
tu finalmente attracchi all’isoletta,
ricco di quanto guadagnasti in via,
senza aspettare che ti dia ricchezze,
Itaca t’ha donato il bel viaggio.
Senza di lei non ti mettevi in via.
Nulla ha da darti più.
E se la ritrovi povera, Itaca non t’ha illuso.
reduce così saggio, così esperto,
avrai capito che vuol dire un’Itaca
Il poeta visse come l'eroe greco quasi sempre lontano dall'Ellade, ad Alessandria d'Egitto dov'era nato e dove morirà.Il suo inno a Itaca è la celebrazione del viaggio, della ricerca, dell'attesa, del desiderio: sono realtà per certi versi superiori alla meta stessa, ti arricchiscono e ti fanno fremere, rendono più autentica la vita e le impediscono di essere attratta dalle sirene del piacere, della sosta inerte, dalle cose che ti abbarbicano alla terra.
E’ così sarà un viaggio nei luoghi della mente…
Non pensi che permettere ai pensieri di librarsi sia un’attività mentale elevata per un uomo?
Dargli spazio consente alla mia persona di sopravvivere alla realtà della vita quotidiana, sulla quale molte volte avrei osservazioni da elevare.
Mi avevi chiesto, lettere fa, che attività svolgessi. Come avrai notato avevo semplicemente evitato di toccare nuovamente l’argomento.
Hai supposto un’attività che riguardava la letteratura e i libri: ebbene ciò che parrebbe solo un amore mi coinvolge anche nella vita lavorativa, ma non ancora nel modo che vorrei.
Al termine degli studi, sembrava logico e semplice, per me che amavo tanto scrivere avviarmi verso tale professione, cominciando la dura esperienza dei rifiuti da parte delle case editrici.
Nel frattempo però desideravo una certa indipendenza economica dalla famiglia e accettai un lavoro presso una agenzia letteraria… insomma sono qui che leggo e spulcio improbabili manoscritti di altri aspiranti scrittori.
Resisto però con la penna in mano e …
Se la mano vuole
traduco le emozioni
della giornata
in piccoli segni blu
che riempiono pagine
di un quaderno giallo.
Tracce d'inchiostro,
piccole orme di vita,
che la mente si ostina
a riportare a galla.
Lacrime e risa tradotte
in geroglifici
da lasciare ad eredi
non ancora identificabili.
Ecco tutto qui… che viaggio!
Caricia
...
Illustrissima Signora Caricia
Mi fa molto piacere ricevere sue notizie. Spero che lei stia bene e lo stesso spero della sua famiglia. Qui la vita prosegue in modo sereno. Il clima è ancora temperato, anche se ieri ha un po’ piovuto. Ma con mia profonda gioia sento ancor le rondini cinguettare festose per i verdi campi
dove il canto della natura si unisce in religioso misticismo alle voci gioiose dei bimbi e dei loro giochi.
Proprio per rendere giusta enfasi di quello che le scrivo vorrei scriverle una dolce poesia di un mio compaesano letterato...si chiama Attilio Prestiflippo (lo conosce? è molto famoso...se non lo conosce sarà un piacere per lei leggerlo per la prima volta).Ho penato molto per trovarla quindi non
si azzardi a saltarla!
Verdi Campi
Odo i bimbi in festa
chiome dorate al ciel
e vanno vanno
e corrono corrono
e ruzzolano ruzzolano
per il verde campo siculo
Odo la moglie ai fornelli
preparare lauto pranzo
che ci rifocillerà pienamente
di fatiche e amarezze
Ed ella
sbuccia sbuccia
frigge frigge
impasta impasta
manteca manteca
frulla frulla
tagliuzza tagliuzza
cibi di Dio...
Oh ...vita mia
cosi serena e appacificata
fammi morir
più tardi possibile
che ancora...voglio...
gioir...
E poi anche se fosse morte
morirei tra braccia di moglie e figli
nella pace degli angioli con la tromba
tra i canti celesti di Paradiso
direi al mio Dio...
Ave gloria
Sia fatta la tua volontà!
Le piace Signora Caricia? sono sicuro di si...lei è donna di cultura...e le poesie le deve apprezzare per forza...tutte!!
Adesso il lavoro mi chiama e mi strappa a lei e alla sua compagnia con profonda mia amarezza.
Le auguro tante belle cose...
Ossequi
Edoardo
Ps: Se vuole che le mandi qualche altra poesia del nostro illustre e compianto Comm. Cavalier.Letterat. Attilio Prestifilippo non ha che da dirlo...eh...lei è donna di cultura...queste cose le apprezza....le manderò l'intera sua bibliografia d'accordo?
& & & &
Seville 14 Settembre 2002
Caro Edoardo,
persisto nel darti del tu, nel considerarti amico prezioso, anche il leggere e rileggere più volte la tua ultima lettera, mi ha provocato grande delusione e anche, sì, si può definire così, dolore.
Il tuo rapportarti è freddo e lontano, quasi infastidito… “ unico bagaglio in spalla del nostro viaggio, sarà la sincerità…” scrivesti nella tua precedente lettera.
Tu mi chiedesti di passare al “tu” nelle nostre conversazioni! E ora sollevi un muro di formalità: saluti a casa e alla mia famiglia, aggiungi…
Che succede amico caro?
Da dove nasce quella pesante ironia alla mia cultura? Ho riletto le lettere precedenti che finora ci siamo scambiati, ma non ho trovato traccia di mia supponenza. Che succede?
Sento l’amico, permettimi di considerarti ancora tale, lontano, solo e disperatamente, nonostante tutto, alla ricerca di qualcosa.
Percepisco un’anima molto sensibile a tal punto che offesa graffia e ruggisce come una fiera…
Perdere la nostra amicizia, per quanto ancora acerba, mi provocherebbe dispiacere infinita.
Dovrei ammettere anche di non aver compreso il tuo Io, di non aver percepito fra le tue parole il vero Edoardo, il che presuppone una parziale mancanza di attenzione e di lettura delle tue lettere.
Ammetto di essere una donna molto impulsiva: il piacere che le tue lettere mi regalavano mi ha portato ad una lettura “ delle righe” e non “fra le righe”.
Oggi, solo oggi, la mia mente ha percepito “fra le righe” la lontananza del mio Amico.
Hai alzato un muro, con la tua formalità, terribilmente alto e, per sicurezza, hai posizionato in cima spezzoni di vetri, affinché io non tentassi di scavalcarlo.
Non invaderò, non tenterò colpi di mano con assalti alla tua fortezza; sari tu , se vorrai, a riaprire la porta alle nostre conversazioni, richiamandoti alla sincerità del nostro rapportarci.
Condividerei ancora con te…
Caricia
& & & &
Mia cara Caricia
Credo che tu sia arrivata a giusta conclusione...
Mi rammarica il fatto che (come tu stessa hai realizzato) hai letto ''le righe'' non hai letto ''fra le righe''...talvolta sono stato addirittura sfiorato dall'idea che non hai letto affatto quello che ho scritto...ho avuto la netta sensazione che hai risposto ad un altro non a me.
Ricordi come cominciò la nostra conversazione?
Trovasti un mio libro, dentro leggesti una mia poesia...dicesti che ti colpì nel profondo, successivamente però, non hai mai chiesto niente a questo lurido poeta, non una poesia, non una domanda precisa per approfondire la mia conoscenza, niente...
E' strano per una persona che dice di esser piacevolmente impressionata dalla mia conversazione...
tanto più che questa persona...lavora spulciando manoscritti di aspiranti scrittori...e ciò non può far altro che evidenziare la reale scarsa considerazione che hai di questo irrilevante verseggiatore. Hai scritto poesie celebri...passi tratti da romanzi altrettanto celebri, nell'ultima lettera le citazioni letterarie sono tali da non lasciare più spazio ad altro...a te...
Non vuoi saper niente di me, non vuoi dire niente di te.. Sarebbe come un viaggio in uno scompartimento di un treno con un'elegante donna di fronte, ma immersa in profonde letture dei suoi poeti...del suo mondo a cui non riesco ad interessarmi per una semplice ragione...vorrei parlare con lei...non con le sue citazioni., con la sua anima...non con la sua fredda cultura che per ammessa ignoranza...non riesco a condividere...
E lei legge, legge, legge...e parla con parole altrui...così come si potrebbe parlare a chiunque, in qualunque luogo, in qualunque momento.
Tu Caricia hai intrapreso un viaggio lasciandomi indietro nella sosta precedente...non ti sei accorta che mentre negandoti correvi verso la meta...io ho perso la tua ombra e la tua via perché proseguivo una strada differente, parallela solo sino ad un certo punto e quando mi sono accorto di non averti più a fianco mia Caricia., sono tornato sui miei passi di solitudine obbligata, che ben dovevo sapere che altri mai mostreranno anima nuda.
So che tu non ti sei nascosta dietro gli interminabili versi dei tuoi poeti, dico che questi però, senza che tu ne avessi minimo sentore, sono avanzati coprendo Caricia sino ai capelli...come le nuvole coprono il sole...
E allora ho pensato che non volevi mostrarti e tramite la mia ultima lettera (scritta in modo ponderatamente distaccato) mi sono nascosto anch'io, dietro il conformismo che non mi appartiene, dietro i versi di una poesia illimitatamente imbecille che ho inventato per farti capire quanto facile sia non condividere certe gioie della letteratura, che sono per ognuno di noi differenti e capricciosamente personali...
Perdonami Caricia, ma io vorrei parlare con te e dei tuoi libri, ma non con i tuoi libri.
Anch'io potrei mandarti passi tratti dai libri che ammiro, versi dei poeti che amo...ma forse non li apprezzeresti, potrebbero non incontrare i tuoi gusti...
Sincerità è guardarsi dentro e dire ciò che si vede, io lo sto facendo con il dovuto timore di non incontrare pareri favorevoli...ma voglio farlo...devo farlo...
Lo so, è una mia debolezza, è errata, è difficile da capire e per questo ti chiedo scusa...
Parlare attraverso citazioni non riesco nè a farlo né comprenderlo... scusami...
Un abbraccio
Edoardo
Seville 16 Settembre 2002
Edoardo,
hai lasciato la tua amica senza parole.
Hai messo il tuo cuore in mano e glielo hai fatto vedere. Tutto ciò che hai sottolineato dei miei comportamenti è corretto: mi sono trincerata anche io dietro alle formalità che la vita ci ha imposto, mi era difficile pensare di aver trovato una persona con cui il dialogo poteva essere privo dei paludamenti abitualmente usati.
Dammi fiducia e un po’ di tempo affinché anche io possa parlarti con la mia anima…
Permettere agli altri di conoscere la propria anima significa denudarsi di fronte a lui, priva di paure, reticenze e dubbi; implica il possesso di una totale fiducia in quella persona.
Tu ti sei rivelato particolare, è vero, altrimenti non ti avrei mai scritto e mai avrei iniziato una conversazione con te… se ci fossimo incontrati di persona sarei stata, lì, in un angolo ad ascoltare mentre parlavi con qualcuno, attratta dalle parole… ma mai avrei avuto il coraggio di rivolgerti una sola sillaba!
Già Caricia è così! Non appare, non sgomita, non grida; sa ascoltare con molta attenzione e osserva la moltitudine delle anime che l’attorniano. Se dovesse parlare di sé lo direbbe in terza persona con queste parole “A volte qualcuno tace, incapace di affrontare vane chiacchiere. Macchie d'inchiostro sporcano candide pagine: sono pensieri non detti, pensieri che non hanno avuto ascolto.”
Mi sono sentita molte volte a disagio in questo mondo, ho imparato con il tempo a costruirmi una maschera per affrontarlo: quella che ho usato con te!
Ti sei accorto del trucco e me l’hai sollevata, anzi , ti ho permesso di alzarmela e sono sicura che cadrà molto lontana da me.
Sei stato sincero con me, come mai mi era capitato. Raramente un uomo si presenta con la tua semplicità, mi hai disarmata!
Ho bisogno delle tue parole, dei tuoi pensieri… regalameli ed io ti sommergerò con i miei sogni, i miei desideri… perché so che solo tu potresti comprendere e mai ridere della ragazza che io sono.
Tu rideresti “con “ me e non di me…
L’anima…
Incapace di sapere
Cos’è ora la mia anima.
Non la vedo riflessa
In uno specchio
Nessuno sa parlarmene.
Com’è la mia anima?
La sento cercare vie di dialogo
Non vuole rimanere silenziosa.
Non so com’è la mia anima
Ma so come la vorrei.
Vorrei che fosse semplice, sincera, che sapesse donare senza nulla chiedere…
Ci riuscirò?
Se mi dai la mano, Edoardo…
Caricia
...
Amica mia
Bene…
E’ ora di lasciare le maschere agli attori, sono felice adesso di parlare con te più di quanto immagini.Ti ho pensato…ho finalmente realizzato di aver una nuova amica , ho ucciso una parte della mia solitudine grazie a te. Te ne sono grato…oggi io ho sentito mancanza di quello che chiunque altro chiamerebbe per incontestabile definizione “una sconosciuta”…ma chi è lo sconosciuto nell’umana società? Colui che mai hai avuto piacere d’incontrare di persona? Colui che incroci nelle strade indaffarate delle città, e sfiori la sua spalla lasciandolo dietro verso l’ignoto in quel suo lontano pianeta che mai avrai occasione di esplorare?
Mi accadde, anni fa , di vedere sul mio posto di lavoro centinaia di sconosciuti, innumerevoli identità del mistero arrancare dietro la mia stessa occupazione con motivazioni che probabilmente erano poco differenti dalle mie, con gli stessi miseri pensieri che nascono nelle fredde mattine sul percorso che ti porta al lavoro. Durante quei mesi ebbi occasione di scambiare poche semplici parole con molti di loro, ma niente che potesse liberarli dalla loro perenne condizione di sconosciuti ai miei occhi, essi rimanevano nella periferia del mio interesse per le cose del mondo… sconosciuto è chi non può o non vuole accendere la scintilla della tua curiosità. Nient’altro.
Tra questa gente, vidi dopo poco tempo un ragazzo della mia età salutarmi in un modo diverso…differente come può esserlo un vero sorriso da un sorriso di una valletta alla televisione. Da quel giorno lo salutai anch’io con un semplice cenno della mano e un sorriso reale, non parlai mai con lui, la reciproca simpatia consisteva solo ed esclusivamente in quel vicendevole saluto giornaliero. Sono bizzarre le leggi che regolamentano i rapporti umani, sono insignificanti i gesti che legano una persona ad un’ altra …fotogrammi che si stampano nella mente.
Costui per me non fu più uno sconosciuto…egli divenne un mio simile. Non chiedermi perché Caricia…non lo so…Oh! Ma…Accidenti a me… logorroico siculo che non sono altro, ho già sprecato il mio foglio per scriverci sopra questo stupido sproloquio, perdonami. Volevo solo che tu capissi quanto poco sconosciuta sei per me Caricia. Dimmi qualcosa di te nella tua prossima lettera, la tua giovinezza, i tuoi ideali, i tuoi amori, io li ascolterò, li farò miei.
E qualunque cosa farai per me…io la ricambierò.
Oggi due occhi mi hanno guardato
nella nobiltà latente degli abiti miei
ma il caso volle che oggi…
quegli occhi fossero i suoi.
Il nonno saliva terra asfaltata
vestito d’antico, riflesso degli anni
attratto…
dalla mia modesta segreta
Non un uomo ma l’intero passato
oggi ha concluso esame sul nuovo
su me…questo fato
che non credevo
La barba si è aperta
e sollevato il viso
col solo accennare d’un vero sorriso
sul giovane che un giorno egli era stato
Ma io…stupido
chiusi le labbra
e decisi…
di non ricambiare.
Perdonami nonno.
Scrivimi Caricia, ti sono accanto…
Un abbraccio Edoardo
Seville 17 Settembre 2002
Amico mio,
può una sconosciuta iniziare una lettera utilizzando una tale formula? Non credo proprio! Per cui, mi dispiace, ma non sono una sconosciuta per te.
Posso solo confermare che possiedi una vaga conoscenza della mia persona ( in effetti avevo provveduto in tutto questo epistolario a non fornirti alcun indizio…) , ma che nel tempo si provvederà a colmare anche questa lacuna.
Ho letto con calma e attenzione i versi con cui hai terminato la tua ultima lettera che hanno procurato in me emozione. La semplicità delle parole, l’eleganza di alcuni passaggi, mi hanno emozionata e questo tu sai è il fine ultimo delle parole…mi sono identificata.
“… il nonno saliva terra asfaltata
vestito d’antico…
… non un uomo ma l’intero passato
oggi ha concluso esame sul nuovo…”
Forse ho vissuto qualcosa di simile, se ho condiviso con te quelle parole, qualcosa che il tempo aveva accantonato nel fondo della mente: un ricordo era pronto a risalire a galla prepotente…e un nonno si è affiancato a me. Mi sono rivista bambina mentre lo accompagnavo a scegliere un sigaro, uno solo al giorno, dalla rivendita vicino a casa.
Era un rituale, alla quale io ero invitata a partecipare e che mi onorava per la scelta che ricadeva su di me, perché di nipoti eravamo tanti in quella famiglia.
Una lenta camminata, mano nella mano, mano grande in mano piccola, io con le mie gambette veloci e salterine, lui con passo lento e terza gamba di legno. Non parlavano lui ed io, ma eravamo così intimamente vicini con “parole non dette” ( lo percepisco ora…) : era quella mano grande, calda, che, stringendosi alla mia, mi comunicava tutto il suo amore e gli altri, incrociandoci per la strada, ci sorridevano perché intuivano il nostro legame.
Era conosciuto il nonno, in città e quindi per tutta la passeggiata la gente lo salutava con rispetto ed io mi sentivo una regina, poiché io, solo io, potevo camminare al suo fianco…
Che sia stato il primo uomo amato da questa donna? E che sia per questa ragione che per parlarti dei miei amori lascerei una pagina in bianco?
Bel capitolo di vita!
Non fraintendermi, non mi sto richiudendo, e che proprio avrei poco da raccontare! Il tutto, però, non crea in me alcun problema, vivo con serenità la mia condizione di single trentenne, anche se … ,ebbene sì, trovassi un uomo che sapesse amarmi per come “sono” mi completerebbe…
Che discorsi per due sconosciuti!
Parla … a me,
che ascolto
il mare ogni giorno,
che dei pensieri
raccolgo i punti sospesi
e chiudo discorsi
dispersi dal vento.
Parla… a me,
che della acqua
so riconoscere il lamento,
che del deserto
raccolgo
il soffio di vita.
Parla … a me,
che delle tue parole
ho bisogno.
A presto mio caro Amico
Caricia
Caricia
Beh...si...anch'io so adesso che non mi sei più sconosciuta, non più. Che
peccato questa lontananza...
Chissà perché le persone che vorrei vicino mi sono sempre così lontane. Ancor
più lontani saremo tra poche settimane...la necessità mi costringe ad
emigrare, a partire verso quella fredda terra che è l'Inghilterra, ma ti sarò lontano solo fisicamente , le mie lettere continueranno a mantenerci
più vicini come adesso.
Immagina Caricia...immagina un giorno di entrare con me in elegante caffè
dove le ore passano così piacevolmente tra parole e fette di torte mantecate , io che timidamente ti offro la poltrona migliore e tu che apprezzi il gesto regalandomi uno sguardo ed un sorriso, tra le voci di gentiluomini e signore che commentano piecè de theatre...le nostre voci che parlano di poeti e d'arte narrativa , e personaggi e trame e … libertà!
Io che, preso dalle parole, dai ricordi della figura del tuo dolce nonno accendo distrattamente una sigaretta per maggiore concentrazione...e poi subito la spengo in tuo onore e sommesso mormoro: “ Oh! Pardon...” tra gli sguardi fulminanti degli ospiti che mi graziano dal linciaggio...
E gioisco anch'io della tua giovanile ilarità...e potrei offrirti qualsiasi cosa tu voglia gustare, qualsiasi capriccio,considerando un onore aver solo la tua compagnia e poi, quando trovo il giusto momento, invitarti al vicino teatro per ascoltare La Gazza Ladra di Rossigni…
Il cameriere con passo deciso avanza verso di noi con un gran vassoio fumante di prelibati , deliziosi manicaretti da caffetteria .Posso sentirne il sapore anche solo con gli occhi! Tu lo senti Caricia?
“..oh che soave apparizione guarda! Anche i fiori! “e tu perplessa come non mai chiedi: “ Chi li ha ordinati?”
Oddio, se volessi far magnifica figura direi: “ Io Caricia! Una sorpresa!.”
Ma anch'io sono preso dalla stessa curiosità e mi chiedo come Amleto di fronte al teschio...” mmmm, già...chi li ha ordinati?”
Il nostro cameriere poi, folgorato dalla visione della coppia di anziani coniugi del tavolo accanto, con cipiglio si scusa prontamente e altrettanto
prontamente voltandosi verso la sua nuova missione... mi scarica sulle gambe l'intero contenuto del vassoio bollente riuscendo poi con disperato tentativo ad afferrare al volo solo i fiori...ed ululando finisce questo
Paradiso!
Caricia …sigh!
Perdonami amica mia, lo prometto la prossima volta sarà un trionfo
d'incontro...ma tu ridi e ridendo così di gusto non posso far altro che
ridere anch'io...e penso che è stato un magnifico incontro...il migliore! eh
eh eh !!!
Grazie Caricia per aver apprezzato quella mia poesia, era la prima poesia
che avessi mai scritto sai?
Che bella poesia mi hai scritto tu invece!
Così carica di affetto...!
E grazie per aver condiviso con me il ricordo del
nonno e dei suoi sigari, ho riflettuto anch'io ricordando il mio...
Continua a ricordare insieme a me...che come te ''dell'acqua so riconoscerne
il lamento'' ...
Un abbraccio
Edoardo
..
Seville 18 Settembre 2002
Edoardo,
che succede? Quasi non ti riconosco più!
Ho letto la tua lettera tutta di un fiato! E ho riso, sorriso… grazie per il the!
E grazie dei fiori! Sai è bello quando te li offrono, soprattutto se non sono fiori pretenziosi, fiori semplici nei quali mi riconosco… No! Non viole mammole! Smettila, non sono così … e neanche una verginale rosa bianca.
Fiori di campo, vivaci e profumati, semplice nelle loro forme e se fossero anche molto profumati… potrei impazzire! Prova ad andare in giro a Se ville… c’è lo stesso profumo di certe città della tua Sicilia: gelsomino, zagare, pitosforo. Ecco, se qualcuno mi offrisse un ciuffo di gelsomino mi sentirei felice…
Divagare, sognare: la tua lettera conteneva un sogno… “ I have a dream …”
Ed io ne facevo parte! Bellissimo…grazie! Posso anche confessare, e guarda che per Caricia è tanto, che mi piacerebbe realmente poter passare un pomeriggio in tua compagnia… sento un forte desiderio, non ridere, di vedere come tieni una sigaretta mentre parli con me, come accavalli le gambe…Lo so, le altre ragazze mi direbbero : “ Ma Caricia, la sigaretta? Devi vederlo per scoprire se è wuapo! “ e scuoterebbero la testa sconsolatamente, perché con me non c’è speranza. Già perché io non cerco marito, non cerco il bel partito, e non cerco neanche un uomo: insomma non mi do da fare! E in questa società, non è concesso, perché un marito, un fidanzato, un compagno rappresentano il “ tuo successo “!
Ma dai…! Il mio successo sono io, un compagno rappresenterebbe il mio complemento, la mia parte mancante…
Nel tuo sogno mi hai descritta sorridente, una ragazza che ride gioiosa… mi hanno sempre detto che mi sorridono prima gli occhi e poi la bocca, che sono solare. Come facevi a saperlo?
Un attimo
Racchiuso in tre note.
Tre note portate all’estremo
Per farne un minuto.
Un minuto per dirti
Ti amo
Ti amo vita…
Sorriso, sorriso! Sono andata nuovamente a rileggermi la tua lettera…
Ahahahah … ma io ti pensavo un triste ragazzo!
Grazie!
Ti scriverò meglio, quando avrò ripreso il lume della ragione e avrò smesso di canticchiare…!!!
Caricia folle
...........
Mia folle Caricia….
Come siamo lunatici! Nel monotono oceano di stanca tristezza d'improvviso
all'orizzonte un piccolo isolotto di allegra pazzia...di burlona speranza.
Si, devo ammetterlo mi piacerebbe immensamente trascorrere anche una sola giornata in tua compagnia anche se occorre pagarla con disdicevoli
bruciature da caffè bollente.
Fa parte di me questo imprevedibile aprirmi alla risata, l'immagine di uno stravagante futuro ideale e colmo di piacevoli inconvenienti salta fuori imbarazzante come non mai davanti allo specchio la mattina, al volante della mia vettura che mi scruta essa stessa sospettosa della mia esilarante conversazione con me stesso...e a chi mi dovesse osservare in quel momento potrei solo dire...:
- Oh! Buonuomo non si preoccupi più del dovuto, è il mio modo di cantare sa? Cantare le gioie che non conosco creandole dal niente...non è pazzia...è speranza! Speranza...
Ma mi dispiace Caricia...mi dispiace per gli altri e per me stesso perchè
Edoardo gran parte del suo tempo la spreca nella tristezza e nessuno può
farci niente...neanch'io.
Ricordi ''la Pantera '' di Rilke?
Il suo sguardo
dopo tanto vedere attraverso le sbarre
è divenuto così stanco...
che non accetta nient'altro
Per lui è come se le sbarre
fossero migliaia e migliaia...
e dietro le migliaia di sbarre
nessun mondo...
A volte le palpebre
si sollevano in silenzio
ed una forma entra
scivola
attraverso l'angusto silenzio tra le spalle
raggiunge il cuore...
e muore.
Ecco...talvolta anche in me una forma di ottimismo, l'immagine d'un dolce
futuro entra...tra mille difficoltà riesce persino a raggiungere il cuore
sfiorandolo per stretti secondi, ma è destinata a morire. Perchè niente
l'alimenta.
Oh mio Dio, ci risiamo! Sguazzo nel mio deprimente vittimismo appagato come un porco nel fango...chissà se riuscirei ad esser veramente allegro con te accanto Caricia, mi conosco troppo ormai...
Ma provo gran sollievo e buon umore sapendo che il mio quadretto dipinto di vivaci colori ti è tanto piaciuto, hai detto che non mi riconoscevi più...e
questo mi spinge a dipingerne ancora, sempre più colorati grandi come tele
della Biennale e sempre più gioiosi come disordinati Carnevali danzanti.
Si... sarò Arlecchino se vorrai, tanto a me basta una sana risata per andare
avanti tutta la notte...ed il quadro sarà realtà quando incantato dalle mie
stesse Storie vi entrerò dentro senza incontrare l'opposizione della
tela...
- Mi perdoni..conosce Caricia buonuomo? -chiederò ai miei stessi
personaggi...
- - Oh bella! Certo che sì!...la vede? E’ quella lontano dal
frastuono lì immersa in letture infinite...- Ah! - continuerà poi il vegliardo - glielo dica lei di non leggere più dell'uomo...ma di leggere l'uomo...l'uomo di persona! Le chieda di danzare... - mi suggerirà furbamente.
- - Ehm ma....io ... - mormorerò in un bisbiglio - io...sono ben peggio di lei…sotto questo aspetto e poi...non sono adeguatamente abbigliato...non ho la maschera!
Il vecchio mi guarderà negli occhi con viso trionfante:
- Ecco! - dirà con un filo di voce , si avvicinerà a me come un padre
commosso - proprio così... - concluderà sorridendo - finalmente
Edoardo...non ha più la maschera...
Permette questo ballo Caricia?
Un abbraccio
Edoardo
...
Seville 19 Settembre 2002
Edoardo...
senza parole... solo musica....
Di luna vestita,
di stelle ingioiellata,
bocca profumata di fragole andaluse,
pelle di seta cangiante...
la tua regina danza per te...
e tu,
silenzioso uomo,
con gli occhi mi denudi l'anima.
Prendi la mia mano
e incominci a danzare
sulla spiaggia.
In mille spirali
i nostri corpi si intrecciano,
la mia mano si fonde nella tua
che diviene il mio braccio
e poi il tuo corpo...
La musica continua...
Edorado... Sorriso...
Caricia tua
....
Mia Caricia
Beh io...
Non ho parole, perdonami.
Altro non posso fare, che ringraziarti della poesia che mi hai scritto. E' un
magnifico quadro, dolcissimo sogno, che mi unisce in eterna danza a te;
difficilmente potrò riuscire a spiegare in che misura l'ho apprezzato. Posso
solo provare...
Credo che mi abbia, per un attimo, fatto rinascere e rivivere in una
dimensione differente da questa, un'immagine da sogno che termina all'alba
lasciandoti solo i resti del suo tepore e la speranza che ritorni...
Grazie di ballare con me Caricia. Grazie di cuore...mi hai ridato gioia di
vivere. Sento che vorrei proteggerti e darti la stessa gioia che tu hai dato
a me.
Ti voglio bene.
Edoardo
....
Seville 20 Settembre 2002
Mio amico,
silenzioso uomo, che spargi a piene mani sorrisi ed emozioni, mentre nascondi la maschera del tuo dolore…
Non mi inganni … ho imparato a leggere fra le righe le parole non dette, quelle che nascono dal cuore e, poiché arrossirebbero, non vengono mai pronunciate ad alta voce. Non inganni questo povero topino che aspetta che qualcuno venga a salvarla dall’orribile destino di far tappezzeria al party della vita…
Sono sicura che, quando ho parlato di sogni e di desideri, hai ben compreso cosa andassi dicendo: non parlavo certo di sogni di ricchezza, di beltà… Sognavo un’anima serena, momenti di felicità, in cui il solo riflesso della luna sul mare riempiva il cuore. Piccole cose di cui il mondo è pieno, ma gli occhi non hanno tempo per guardare…
Il tempo… un attimo solo … un sogno… chissà..
E invece, mentre lo sguardo supera le barriere effimere di una finestra e si perde per le nuvole rossastre del tramonto, il capo reclama relazioni impossibili da consegnare poiché si riassumerebbero nel rifiuto di ennesimi manoscritti e relativa amara delusione ad un aspirante scrittore.
Mi fanno pena perché io sono la somma di tutti i loro difetti: hanno volontà e caparbietà nello scrivere, ma la maggioranza non è dotata di un proprio stile definito; scrive, si, anche bene, ma senza una caratteristica personale e molte volte mi rimetto a leggere storie lette e rilette… e potrei anche indicare il primo autore…
Come vorrei allora evadere da questo mondo…
C’è un giovanotto che mi attende ogni sera all’angolo: non so come mi ha scorto, un giorno che si era recato in Agenzia e ha compreso che ho qualcosa a che fare con i manoscritti, ma io per dovere d’ufficio non posso comunicargli niente… Quanto vorrei potergli sorridere complice e con la mano alzata al cielo fargli comprendere il suo successo!
E come lui, anche io attendo il mio momento, attendo e riempio quaderni dalla copertina gialla: che significato avranno?
Aspetto che qualcuno ritrovi nei miei personaggi se stesso.
Non mi bastano queste lettere: desidero poterti conoscere, sarà mai possibile?
E’ attesa possibile.
Non stancarti mai
Di riprendermi
Da ogni fuga.
Sono pensieri
Che allontanano.
Hanno ali di vento
Mentre tu sei fermo
In attesa
E denudi un’anima
Con un sorriso.
Ti prego, continua a sorridere Tua Caricia
( continua )
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