Siamo tutti scrittori - Zabiba e il re

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cuore-vivo
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Siamo tutti scrittori - Zabiba e il re

Messaggio da cuore-vivo »

Ho cercato un titolo accattivante e che potesse comunque non tradire poi il succo del mio intervento. Sul seguente indirizzo web che allego qui di seguito:
http://www.repubblica.it/online/esteri/ ... gnoli.html
è scritto un breve articolo (che allego in fondo a questo scritto) sul presunto scritto di un tale Saddam Hussein che venne pubblicato in Iraq nel non molto lontano anno 2000. La cosa interessante è la trama, il "plot" di questo scritto (che sembra essere stato svolto da uno "scrivano" poi fatto scomparire nelle segrete secrete. Assunti il re come lo stesso Saddam e la bella Zabiba come la nazione irachena ed il suo popolo, assistiamo attoniti e sgomenti (come si chiamava in stile americano lo scopo dei continui bombardamenti? Shock and awe?) alla cruda, crudissima fine del racconto suddetto. A voi la lettura dell'articolo: non vi voglio togliere la "suspance" del finale!!! :o
Ciao.
Marco

............

Anonimo ma attribuito al raìs, pubblicato nel 2000
un libro racconta gli eventi di questi giorni
La profezia del raìs
"Morirò con l'Iraq"
Nella favola "Zabiba e il re" una metafora di come andrà la guerra
di GABRIELE ROMAGNOLI

LA FINE gli era nota. Immaginava "l'invasione degli eserciti stranieri" e la "violazione della sua amata patria", nonostante "l'eroica resistenza". Prevedeva i martiri, se stesso barricato nell'ultimo palazzo, la volontà altrui d'abbattere il regime. S'illudeva, per poche pagine, di poter combattere e vincere, ma sapeva che il finale sarebbe stata una tragedia. Lui sarebbe morto. Forse, viene da pensare e temere leggendolo, il suo popolo con lui.

Il libro si chiama "Zabiba e il re", l'autore, anonimo, è ritenuto
Saddam Hussein. Se ne parlò molto, quando uscì in Iraq: era il 2000. Fu stravenduto in un paese dove si stampavano ormai sei libri l'anno. Ne fu tratta una commedia musicale, rappresentata anche fuori dei confini. Il giornale Babel, diretto da Uday Hussein, svelò fiero la paternità dell'opera. La Cia e il Mossad la esaminarono per tracciare un profilo psicologico dell'autore. L'embargo Onu ha a lungo impedito di esportarla. Nel 2001 il francese Gilles Munier l'ha fatto, clandestinamente. All'inizio del 2003 ha pubblicato la traduzione presso le Editions du Rocher. Comprato a Beirut, è questo il libro che sfoglio mentre la televisione mostra le immagini dei carri armati americani a
Bagdad, alternate alla presunta ultima passeggiata del dittatore nelle strade della città. Dove è finito, adesso, Saddam Hussein? E quale sarà la sua ultima mossa? La risposta potrebbe essere nella storia di "Zabiba e il re, scritta dal suo autore", come da copertina, ovvero: la fine del tiranno preconizzata da lui stesso.

Leggiamo. E non è un bel leggere. La stampa occidentale la marchiò come una melensa storia d'amore all'orientale. Il traduttore francese cerca di rivalutarla elogiando "la profondità filosofica dei dialoghi". La verità sta in mezzo: è filosofia melensa. Saddam avrà dato la linea a uno scriba e poi l'avrà fatto sparire in uno dei suoi "palazzi della fine". Ma gli ha forse dettato il segreto della sua, di fine.

Il re del romanzo si innamora di una popolana, Zabiba. La metafora è scoperta: il sovrano è il raìs in persona, la donna è l'amata patria, Iraq "che contiene la metà delle meraviglie del mondo". L'autore si commuove, descrivendone lo splendore, enumerando le città, Najaf, Nassirya, che, tre anni dopo, ha visto cadere in mano americana. Già allora scriveva nel prologo: "E' essenziale resistere". Anche solo, prometteva, anche abbandonato dagli altri arabi. Perché, dice una delle
sue guardie, "per vivere bisogna credere di raggiungere, un giorno, l'impossibile".

[...]

E la sua gente? Può sopravvivergli o, come Zabiba, è destinata a morire con lui? Quando l'anonimo autore, ritenuto Saddam, evoca lo sterminio di un'intera nazione, sta raccontandoci quello che stava preparando con le fin qui fantomatiche armi di distruzione di massa? Aveva già deciso di non sopravvivere alla vergogna della resa e di cancellare con se stesso quella nazione che amava quanto il re la sua Zabiba? O aveva, di morire, lo stesso desiderio che di riformare e concedere libertà agli iracheni? "Gloria ai martiri, gloria a Zabiba. Viva il popolo, viva l'esercito". Fine. Non c'è postfazione: la leggeremo solo vivendo.
(6 aprile 2003)

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kassandra
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Messaggio da kassandra »

grazie mille della segnalazione, Marco. Davvero interessante.

tra l'altro Romagnoli è autore di una bella raccolta di microracconti: "navi in bottiglia", che vi segnalo. Se non erro è un Sellerio. Mi sa che uno di questi giorni ne libero una copia...
kassandra
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cuore-vivo
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Non c'è di che

Messaggio da cuore-vivo »

Prego kassandra,
piacere mio. A presto rileggerti nel forum.
Ciao. :)
Marco
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