Londra schederà tutti i bambini

Se volete parlare seriamente di qualcosa che non è presente in nessuna delle altre aree e/o volete dare un annuncio generale a tutti per una cosa importante, questa è l'area appropriata.

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ilclaudione
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Londra schederà tutti i bambini

Messaggio da ilclaudione »

Tommaso Lombardi per Punto Informatico ha scritto:Presentato un piano per schedare 11 milioni di cittadini all'interno di un database informatico, pensato per i minori di 16 anni. Per la loro sicurezza, assicura il Governo...
I minori di 16 anni, pur non essendo dotati di un documento di riconoscimento nazionale, saranno così rintracciabili con agilità: "È uno strumento che prima di tutto serve a chiunque operi nel settore dell'infanzia e dell'adolescenza", sostiene in una nota ufficiale il segretario dell'ufficio politiche sociali britannico, Ruth Kelly. "Può essere utilizzato per intervenire in maniera veloce ed immediata, in qualsiasi situazione di pericolo"...
Con questo progetto, la Gran Bretagna raggiunge l'Olanda, già da tempo impegnata in un programma di registrazione informatica della popolazione minorenne. A differenza dell'Information Sharing Index, il database olandese prevede l'identificazione dei neonati dalla culla alla bara.
Qui potete trovare l'intero articolo


certo il bene dei minori sta a cuore a tutti e benvengano soluzioni che siano d' aiuto alla lotta alla pedofilia.

ma quanto sono mirate a questo certe iniziative? qual è il prezzo da pagare?

non so voi, ma io trovo piuttosto inquietante l'abbinamento di una persona ad un codice a barre!!!

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laura_s
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Re: Londra schederà tutti i bambini

Messaggio da laura_s »

I minori di 16 anni, pur non essendo dotati di un documento di riconoscimento nazionale, saranno così rintracciabili con agilità
Ma cosa fanno, glielo iniettano sottopelle? Come quando a noi facevano la vaccinazione sulla spalla?

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shandy
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Messaggio da shandy »

Per la loro sicurezza, assicura il Governo...
Sì, certo. Ieri è passato da casa mia Babbo Natale e mi ha spiegato questa cosa. E mi ha detto anche che tutte le telecamere di sorveglianza di cui sono invase le nostre città sono lì per proteggerci. E la biometria è cosa buona e giusta perché aumenta la sicurezza dei cittadini.
Mi ha detto anche che se non ci credo mi manda l'Uomo Nero a spiegarmelo...


:x
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Messaggio da ilmagodilussino »

completamente favorevole alla tracciabilità dell'adolescente :roll:
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Lisa
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Messaggio da Lisa »

Quando mio figlio era piccino il mio cuore rischiava di fermarsi ogni volta che lui spariva dalla mia vista per pochi minuti. Dovete capirmi: allora mi occupavo di cronaca nera e ne sapevo un filino di più del lettore medio sui minori che sparivano per riapparire a pezzi o non riapparire mai più. In quegli anni avrei accolto con riconoscenza qualsiasi programma che consentisse di seguire le tracce di bambini e adolescenti, anche a costo di ricorrere al microchip sottopelle.
Mio figlio non mi ha mai tenuto in ansia, ma io continuo a pensarla così e credo siano d'acordo con me anche i Celentano, genitori di Angela, la signora Maggio, mamma di Denise Pipitore, gli Allegretti e mi fermo qui perchè la lista sarebbe troppo lunga.
Viva la privacy, a patto che non sia sinonimo di egoismo, menefreghismo e laissez faire, perché i bambini, soprattutto quelli piccoli, oggi sono una merce molto pregiata e devono essere protetti visto che adozioni illegali, traffico d'organi, racket dell'accattonaggio, pedofilia sono considerate le risorse in assoluto più lucrose delle mafie internazionali .
Ciao da Lisa
:wave:
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shandy
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Messaggio da shandy »

Viva la privacy
Io non credo si tratti di privacy, termine troppo generico e abusato, che secondo me ha perso ogni significato.
Si tratta, molto più banalmente, della libertà degli individui. Essere "schedati" non significa necessariamente essere più sicuri, ma significa certamente essere meno liberi.
Esempio veloce: sui quotidiani belgi erano pubblicati ieri i dati derivati da questo sito http://www.urbanaudit.org circa la criminalità in Europa. Risulta che Liegi sia la città con il più alto tasso di piccola e media criminalità in Europa. Alla faccia delle 100 e qualcosa telecamere installate nel raggio di un chilometro quadrato di centro città.

Quindi delle due l'una: o il dato non è vero, e quindi in realtà le nostre città (e, più in generale, la nostra società) sono più sicure di quello che ci viene dipinto (dai media e dai governi) oppure i sistemi di controllo sono fallimentari e se continuano ad essere usati, ed anzi sono potenziati, è perché il fine vero è un altro.
In ognuno dei due casi, comunque, quello che è sicuro è che sicurezza dei cittadini fa sempre più rima con intrusione e repressione.
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Lisa
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Messaggio da Lisa »

Shandy ha scritto:

Si tratta, molto più banalmente, della libertà degli individui. Essere "schedati" non significa necessariamente essere più sicuri, ma significa certamente essere meno liberi.

Non vorrei apparire polemica, ma sono fermamente convinta che per chi ha un'età compresa fra 0 e 11-12 anni, essere "schedati" (parola forse ancora più generica e abusata di "privacy" ) significhi essere più sicuri. E la sicurezza, per un bambino, ha senz'altro la priorità su una libertà solo teorica, perché di fatto, nel senso in cui la intendono gli adulti, è solo una pericolosa illusione.
E poi, perché essere schedati significa essere meno liberi? Io sono schedata da almeno quattro supermercati, cinque o sei librerie Feltrinelli, per non parlare delle amministrazioni pubbliche e private, del parrucchiere, del pedicure e giù giù fino al tolettatore a cui ho dovuto consegnare tutti i preziosi dati personali prima di potergli affidare la mia cagnona ("sa signora, i clienti ce li portano prima di partire in ferie, poi spariscono e chi s'è visto s'è visto...") eppure non mi sento affatto meno libera. Anche perché presumo che la mia tracciabilità, finché non imbraccio un mitra e non vado a rapinare banche, non interessi a nessuno. Ma forse mi illudo.
Ciao da Lisa

:wave:
Ultima modifica di Lisa il mar dic 13, 2005 1:22 am, modificato 2 volte in totale.
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laura_s
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Messaggio da laura_s »

Non apparire polemica, ma sono fermamente convinta che per chi ha un'età compresa fra 0 e 11-12 anni, essere "schedati" (parola forse ancora più generica e abusata di "privacy" ) significhi essere più sicuri. E la sicurezza, per un bambino ha senz'altro la priorità su una libertà solo teorica, perché di fatto, nel senso in cui la intendono gli adulti, è solo una pericolosa illusione.
Ottimo intervento, Lisa! Potendo, barcodizzerei anch'io la mia prole.

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Messaggio da ilclaudione »

quello che mi perplime è:
come può un codice cifrato, salvare un bambino da una violenza, da un abuso, da un rapimento o dall'asportazione di un organo destinato al mercato nero?

quando i più piccoli continueranno ad essere vittime delle nostre empietà, nonostante la marchiatura, cosa ci impedirà di ritenere necessario la dotazione dei nostri figli di un dispositivo di tracciamento satellitare come succede per le macchine ad esempio? non è poi così fantascentifica come ipotesi :roll:


insomma non vogio terrorizzare nessuno con scenari alla Philip Dick (che poi alla fin fine era uno che ne sapeva ;) ), ne fomentare questa cultura della paura preventiva per cui ci dobbiamo proteggere anche dall'ipotesi di pericolo.

vorrei capire quanto certi provvedimenti possono esserci utili e quanto sia labile il limite oltre il quale ci arrechiamo danno da soli
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shandy
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Messaggio da shandy »

Credo che la sicurezza di nessuno valga questi prezzi:
[url=http://punto-informatico.it/p.asp?i=54977]Punto informatico[/url], a proposito di un'analoga iniziativa in Olanda ha scritto:Naturalmente, garantiscono le fonti ufficiali, l'accesso all'archivio sarà riservato ad un ristrettissimo gruppo di operatori, riconosciuti dallo Stato. "Se registriamo anomalie segnalate da medici, polizia e scuola", conclude Brouwer, "allora significa evidentemente che qualcosa non va nella vita del bambino". Tuttavia le rassicurazioni del governo olandese non bastano per esorcizzare lo spettro dell'intrinseca insicurezza dei sistemi informatici. È opinione comune di molti esperti che la concentrazione di dati all'interno di un unico database e di un unico sistema possa tramutarsi in un incubo. Nel più pessimistico degli scenari, un malintenzionato potrebbe accedere a dettagli riservatissimi sull'intera popolazione olandese.

Ma i rischi non finiscono qui: il timore più grande è che tutti questi dati possano finire nelle mani sbagliate. Un incubo rievocato da alcuni attivisti appartenenti al mondo delle associazioni per i diritti civili: all'alba della seconda guerra mondiale, l'Olanda censì il credo religioso dei cittadini in una mossa apparentemente utile ed innocua. Dopo l'invasione nazista, lo sterminio sistematico di numerosi ebrei olandesi fu ancora più semplice. I tempi sono cambiati, ma archivi scomodi e sempre più precisi continuano ad aumentare esponenzialmente: e sono tutti basati su sistemi, ironia della sorte, più che vulnerabili.
E poi mi piacerebbe che ci fosse una riflessione vera e serena sul tema della sicurezza, ripulita dal terrorismo mediatico e governativo. Che è l'unico terrorismo che colpisce, quotidianamente, milioni di cittadini in tutto l'Occidente.
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Messaggio da aidan »

Tra l'altro questo codice esiste gia'.
Quando e' nato mio figlio, la prima cosa che ho dovuto fare e' ritirare il suo codice fiscale...
Schedati dalla culla.

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Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.

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Messaggio da tostoini »

A proposito di schedature, sempre da Punto Informatico...il parlamento europeo ha appena approvato una normativa per cui Stati membri potranno conservare i dati delle comunicazioni elettroniche per combattere qualsiasi cosa, dal terrorismo alla pirateria.
Ora.
Se ancora ancora, lontanamente, ma MOLTO lontanamente, in maniera contorta e cervellotica, in nome della lotta al terrorismo il data retention poteva avere un senso..se ancora si poteva dire che era in nome della sicurezza collettiva..quanto può avere un senso che i dati raccolti violando la privacy delle persone in nome della sicurezza comune vengano forniti a della gente il cui unico interesse é il loro tornaconto?
Quanto ci si può sentire presi in giro?

Terroristi e utenti di p2p per loro pari sono.
°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°

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Messaggio da 2teepot »

Io del Parlamento inglese mi fiderei , avrei molte perplessità se la medesima iniziativa fosse presa in Italia .
Comunque la privacy è un problema relativo : mettiamoci nell'ottica che già ora si può schedare chiunque con una facilità estrema .... quindi qualsiasi organizzazione , se in malafede , può usufruire dei nostri dati per ledere le nostre libertà .
Ma finchè ciò non avviene si vive tranquillamente .
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ilclaudione
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Messaggio da ilclaudione »

2Tp ha scritto:Io del Parlamento inglese mi fiderei
hem, io non molto ultimamente :roll: certo che se facciamo i paragoni con quello italiano :think:


2Tp ha scritto:mettiamoci nell'ottica che già ora si può schedare chiunque con una facilità estrema ....
Ma finchè ciò non avviene si vive tranquillamente .
è proprio questo che mi preoccupa e di questo vorrei discutere con voi.

qual è il limite accettabile?

tanto per cominciare, si puo' vivere traquillamente sapendo che possono ledere i nostri diritti quando vogliono, semplicemente perché ancora non l'hanno fatto?
siamo sicuri che non l'abbiano gia fatto?

ora io vivo tendenzialmente tranquillo, perché non mi piace avere paura a priori, perché non mi piace farmi mettere ansia dai media o dal "potere" di turno;
se da un lato questa mia disposizione potrebbe far si che io me ne freghi di queste cose, è anche il motivo per cui mi domando: ma è proprio necessario fare tutto questo controllo, è realmente indispensabile per la mia sicurezza ? o c'e' qualcosa dietro?

perché è vero che io personalmente non ho misfatti da nascondere, ma scoprire ad esempio che mi arriva a casa uan determinata pubblicità perché qualcuno ha stilato un bel profilo su di me, con informazioni prese chi sa come, mi farebbe girare piuttosto i maroni... e sto parlando dell'ipotesi di violazione più banale possibile.
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Messaggio da shandy »

qual è il limite accettabile?
Secondo me nulla è accettabile in cambio di sicurezza.
Ma poi...sicurezza di chi e da cosa? Questa è la vera questione. E se fossero tutte storie quelle che ci raccontano e in realtà il mondo fosse molto più sicuro di come ce lo descrivono?
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Messaggio da akela »

aidan ha scritto:Quando e' nato mio figlio, la prima cosa che ho dovuto fare e' ritirare il suo codice fiscale... Schedati dalla culla
Eh, ma il tesserino del codice fiscale non ti segue per strada, se lo lasci nel cassetto! :lol:

Io comprendo il bisogno di sicurezza che le mamme hanno nel DNA. Proprio da questo parto.
In una stanza, di fronte allo schermo di un PC, c'è una persona. Non sapete chi sia questa persona; non le avete mai parlato; non sapete da dove venga, né che cosa faccia nella vita. Non sapete niente.
Bene, questa persona sa esattamente dove vostro figlio si trovi, 24 ore su 24, grazie al microchip. Visto che riesce a localizzare il pargolo, può fare delle ipotesi su cosa egli stia facendo.
II problemi di sicurezza dei sistemi informatici di controllo sono noti, basti pensare agli errori dei braccialetti elettronici per detenuti (se poi questi sistemi girano su Windows... brrrrrrr! :mrgreen:).
Il nostro tizio sarà anche bravo a smanettare sul computer. Sfortunatamente è anche un malintenzionato. :roll: Voi però vi fidate del chip, non credete sia necessario fare altri tipi di contolli. Il tizio pigia qualche tasto e reindirizza il segnale che arriva al vostro terminale. Ora vostro figlio è da una parte, mentre voi credete che sia da un'altra.

Spesso crediamo che le cose tecnologicamente avazate ci diano maggiori garanzie. Spesso è così. Qualche volta è l'inverso.
Quanto siete disposti a rischiare quel "qualche volta"? :)
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Messaggio da 2teepot »

Il CL 1 ,in riferimento alla mia condizionata fiducia ha scritto:io non molto ultimamente


E' vero , certe misure possono apparire eccessive , specie in un paese dove la carta d'identità è sempre stata aborrita . Però la mia fiducia va verso la serietà di certe iniziative, nel senso che sono convinto che non verranno manipolate come potrebbe accadere in una repubblica delle banane . La fiducia è una cosa seria .
è realmente indispensabile per la mia sicurezza ?
Sicuramente no . Ma in un clima di fiducia verso le istituzioni , molte innovazioni di intelligence possono aiutare assai . Ripeto , è il contesto in cui si usano certe tecnologie che deve rimanere sano . Non deve cadere in mani inette o malvagie.
Si fa tanto cancan perchè sono leggi antiterrorimo , ma poi il terrorismo si combatte in maniera sotterranea , con metodi completamente opposti a quanto si voglia far credere , soprattutto sporchi .
E allora perchè tediare la gente comune con superflue e fastidiose schedature ?
Intanto principalmente per creare un consenso generale verso una minaccia reale ,ma non sentita come tale, dalla maggior parte della gente che fa una vita normale e se ne frega del terrorismo ( finchè non salta in aria viaggiando in metropolitana ...) Secondo , ed è una mia opinione , la società occidentale ha bisogno di dati per il suo funzionamento . Ormai tutto si regge su dati , formule e l'esperienza stessa non è più tramandata , ma immagazzinata . Prima su carta , ora su microchip . La protezione e il corretto uso di tutto ciò è quanto di più fondamentale vi sia per la nostra civiltà , e ne determina appunto il grado di libertà.

Altrimenti si torna indietro . E non mi pare che quando non esisteva la biometria ci fossero meno conflitti e possibilità di soprusi , anzi !
Del resto si tratta sempre di umanità , non di esseri divini e infallibili.
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Messaggio da shandy »

A proposito di controllo,
Tommaso Lombardi su [url=http://punto-informatico.it/p.asp?i=56915&r=PI]Il Punto Informatico[/url] ha scritto:Bush: sì, abbiamo intercettato tutti
Clamorosa ammissione del presidente americano: vero, abbiamo autorizzato intercettazioni di massa su scala internazionale. Qualcuno parla di Echelon e TIA. ACLU: una situazione sconvolgente. Monta la polemica

Washington (USA) - Gli amanti delle teorie della cospirazione, almeno questa volta, potranno esultare soddisfatti: "L'avevamo detto". Come nella peggior distopia postmoderna, il presidente di uno stato democratico del calibro degli Stati Uniti è diventato l'artefice della più grande violazione sistematica della privacy mai registrata: Bush ha ammesso pubblicamente di aver autorizzato segretamente la National Security Agency (NSA) a tenere sotto controllo le comunicazioni di migliaia d'individui. Il motivo? Naturalmente nobile: "Salvare la vita a molti cittadini americani dopo la tragedia dell'11 settembre 2001".
A distanza di oltre quattro anni dai tragici fatti di New York e Washington, Bush ha svelato l'arcano durante il tradizionale discorso radiofonico settimanale rivolto al popolo americano: "Nelle settimane a ridosso degli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti", ha dichiarato, "ho autorizzato la National Security Agency ad intercettare le comunicazioni internazionali di persone notoriamente collegate al network globale di al Qaeda". Le comunicazioni internazionali di migliaia di cittadini statunitensi sono state violate ma, sostiene Bush, se è stato fatto è perché era necessario "preservare la sicurezza della nazione".

Già poche ore dopo l'ammissione del presidente, l'amministrazione Bush è finita nuovamente sotto il tiro incrociato di critiche, e la polemica monta con il passare delle ore. Il presidente ha infatti scavalcato qualsiasi controllo istituzionale, saltando a piè pari il giudizio di una apposito pannello giudiziario con funzioni di vigilanza, la Foreign Intelligence Surveillance Court.

"La vicenda è sconvolgente", denunciano i membri di ACLU, la più importante organizzazione statunitense che si batte per la salvaguardia dei diritti civili. "Il governo ha tenuto sotto controllo la posta elettronica e le telefonate di migliaia di cittadini", continuano i portavoce dell'associazione, "e di almeno 5mila individui residenti all'estero".

Stando alle dichiarazioni dei membri di ACLU, il governo statunitense non aveva mai utilizzato l'infrastruttura dell'NSA per spiare il popolo sovrano. C'è da ricordare che gli Stati Uniti hanno sempre negato in tutto o in parte l'esistenza e il funzionamento di apparati di sorveglianza elettronica quali Echelon e Carnivore, il primo peraltro denunciato dall'Unione Europea.

Il New York Times aveva già accennato alla vicenda, nota sin dal 2002 come una "mansione eccezionale affidata alla National Security Agency", la più importante organizzazione di intelligence che si dedica anche allo spionaggio internazionale. Ma Condoleeza Rice, segretario di stato americano, ha più volte smentito qualsiasi indiscrezione riguardo questo enorme sistema di spionaggio iperinvasivo.

Dan Eggen, articolista del Washington Post, dichiara che "una fonte anonima all'interno del governo ha confermato l'uso di apparecchiature ad altissima tecnologia per condurre questa attività di spionaggio senza precedenti".

Questo ultimo scandalo abbattutosi sull'amministrazione Bush riporta all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale il dibattito sul TIA, Total Information Awareness: un inquietante programma degli Stati Uniti per ottenere il controllo totale delle informazioni che è stato cancellato ma che sopravvive in una miriade di progetti ancora finanziati dalla Difesa USA.
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Messaggio da shandy »

E sempre sullo stesso argomento:
Il Punto Informatico ha scritto:UE, via libera all'intercettazione di massa
Gli Stati membri potranno conservare i dati delle comunicazioni elettroniche per combattere qualsiasi cosa, dal terrorismo alla pirateria. Colpo gobbo delle major. Le spese del giochino le pagheranno i provider e le telco

Strasburgo - E così sia: il Parlamento Europeo ha adottato una delle più contestate normative sull'intercettazione delle comunicazioni, quella sulla data retention, che consente ai singoli paesi di conservare i dati delle comunicazioni per un massimo di due anni, sebbene ciascuno Stato possa prevedere proroghe in caso di bisogno. Si parla di telefonate, ma anche di posizione di chi chiama, e si parla di Internet.
L'Europarlamento ha accolto il frutto di un difficile compromesso tra le diverse proposte che si erano accavallate in questi mesi e la posizione del Consiglio dei ministri europei, dando così vita ad una normativa che:

1) Consente la conservazione da 6 a 24 mesi dei dati delle comunicazioni: per "dati" si intendono "quelli necessari per rintracciare ed identificare la fonte di una comunicazione, per rintracciare e identificare la destinazione di una comunicazione, per determinare la data, l'ora e la durata di una comunicazione, per determinare il tipo di comunicazione, per determinare le attrezzature di comunicazione degli utenti, per determinare l'ubicazione delle apparecchiature di comunicazione mobile. Ciò si applica alle comunicazioni effettuate con telefoni fissi e mobili ma anche a quelle via Internet (accesso, posta elettronica e telefonate), compresi i tentativi di comunicazione non riusciti".

Alla fine del periodo, i dati verranno distrutti con la sola eccezione di quelli che le forze dell'ordine hanno consultato e deciso di preservare per finalità investigative.

2) Vieta la conservazione dei contenuti delle comunicazioni.

In realtà, come accennato, qualora si verifichino "circostanze particolari", i singoli paesi potranno estendere la data retention per un periodo indefinito, denominato "periodo limitato". Unico requisito sarà la notifica dell'estensione e della sua motivazione all'Unione. La Commissione Europea nel giro di sei mesi dalla notifica dovrà analizzare le estensioni e decidere se approvarle "dopo aver accertato se costituiscano o meno un mezzo di discriminazione arbitraria o di restrizione occulta degli scambi fra gli Stati membri e se rappresentino o meno un ostacolo al funzionamento del mercato interno".

Inoltre il testo licenziato dal Parlamento spazza via le speranze di operatori telefonici e provider: non viene infatti imposto alcun genere di rimborso per le spese che questi dovranno sostenere per conservare materialmente i dati delle comunicazioni. Si tratta di oneri pesanti che, se non interverranno novità a questo punto del tutto improbabili, ricadranno sulle aziende, sebbene poi ciascuno stato sia evidentemente libero di prevedere forme di compensazione per il "disturbo".

La spesa sarà ingente anche per la necessità di garantire sicurezza ai database, affinché ad essi possano accedere solo le autorità competenti. Qualsiasi trasferimento di dati non autorizzato sarà passibile di sanzioni che ogni singolo Stato dovrà determinare, sul piano amministrativo o penale. Il trattamento illecito dei dati che provochi un danno al cittadino consentirà a questi di chiedere il risarcimento.

Come rileva EDRI, l'organizzazione pro-privacy che si è battuta fin dall'inizio per una revisione sostanziale della normativa, tra gli effetti più pesanti del compromesso appena raggiunto è la cancellazione del discrimine di reato: ai dati così conservati, cioè, si potrà accedere non solo per combattere il terrorismo ma anche per una serie non definita di altre necessità investigative. Una richiesta che era arrivata dalle major dell'audiovisivo per combattere la pirateria digitale. Si tratta di un brusco cambio di rotta: per accelerare l'iter del provvedimento da molti considerato liberticida, infatti, fin dall'inizio era stato presentato come una misura per la sicurezza, una posizione, affermano i sostenitori delle libertà digitali, ormai annacquata da interessi di parte. Sull'argomento vedi anche il wiki dedicato.

Che la nuova normativa si traduca in un sistema di intercettazione di massa lo hanno chiarito in ben due occasioni i garanti della privacy europea, secondo cui le attività di data retention e intercettazione sono analoghe e come l'intercettazione anche la data retention andrebbe trattata nello stesso quadro dell'eccezionalità. Così non è perché, come richiesto da più parti, e in particolare da Italia e Regno Unito, l'aspetto della sicurezza ha prevalso nel dibattito: si è infatti ritenuto che conservare i dati delle comunicazioni dei cittadini europei si traduca in un più efficace contrasto alle attività dei gruppi terroristici. Come si è visto, però, questa era solo la proposizione iniziale: l'idea ora è di sfruttare l'intercettazione per molte diverse finalità.

Nelle prossime settimane la normativa così approvata diverrà direttiva dell'Unione Europea e nel giro di 18 mesi dovrà essere ratificata dagli Stati membri. Come noto l'Italia è già avanti, avendo attivato la data retention fino al 31 dicembre 2007.
Io, nel dubbio, sto studiando come funziona PGP...

La Guida a PGP
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