Ma la cosa più importante è l'intervista fatta da 06blog, un blog sulla vita romana. Nel link tutt al'intervista, qui un estratto:
Il bookwatching rispetto al bookcrossing oscilla maggiormente verso il vouerismo intellettuale? O è solo curiosità, analisi del prossimo, studio delle tendenze… Dimmi tu
Bookwatching e bookcrossing nella nostra visione sono vicini. Uno dei progetti è infatti quello di portate il bookcrossing all’interno delle metropolitane di Roma e Milano. Abbiamo già avuto degli incontri con le istituzioni in tal senso…Ma le cose sembrano andare per le lunghe…Alla fine pensiamo che ci auto-organizzeremo per delle iniziative spontanee di “Bookcrossing by Libri in metro”.
Roma e la metro (prima di Milano!). Non è un paradosso? Siamo onesti, Roma è la città più lontana dal concetto di underground (in senso letterale) culturale, o è un preconcetto?
Roma è una città complessa sotto tutti i punti di vista, e anche la sua metropolitana lo è. Il suo underground culturale è difficile da sviscerare ma esiste, chiunque abbiamo abitato a Roma per qualche periodo non può che non accorgersene e respirarlo.
Da questo punto di vista, potete sfatare un mito? I romani (gli italiani) leggono?
Assolutamente sì, e si potrebbe fare ancora di più per facilitare la lettura sfruttando proprio le linee metropolitane. Per esempio a Madrid sono state aperte delle succursali delle biblioteche nelle stazioni della metropolitana. Non è un’idea geniale? Invece a Shanghai c’è un pulmino delle biblioteche che sosta fuori della stazioni principali delle metro. Nelle città moderne i ritmi sono affrettati e le persone hanno poco tempo. Facilitare la vita ai cittadini portando le biblioteche vicino ai luoghi di maggiore frequentazioni come le stazioni della metro sarebbe un vantaggio per tutti.