Sono stata la sola a leggerlo ?
Ho riletto con piacere la Deledda: dopo un'estate di amore assoluto ai tempi del liceo in cui credo di avere letto oltre metà della sua bibliografia, non avevo più preso in mano nulla di suo.
Questo testo è probabilmente più denso dei romanzi che avevo letto: un'opera breve che però riesce nel suo centinaio di pagine a rappresentare in maniera incisiva la vicenda del giovane parroco Paulo e di sua madre Maria. Ambientato in un paesino immaginario sui monti sardi, isolato e sferzato dal vento, conserva il tono e la portata di un romanzo di altri tempi, pervaso di una religiosità che fa soffrire ed alla quale si guarda come una soluzione, ma anche come la possibile fonte da cui attendersi una punizione. Stranamente mi sta facendo riflettere più ora, a lettura terminata, che non nel corso della lettura che - ammetto - ho portato avanti più lentamente di quanto mi aspettassi. E' un testo di quelli nei quali non è la trama a contare quanto piuttosto le sensazioni dei personaggi, lo spazio che non riescono a colmare parlandosi in maniera sincera.
Bello il personaggio del piccolo Antioco e dolcissima la figura della madre che soffre del medesimo dilemma di Paulo oltre al suo personale dolore di madre che vorrebbe la felicità del figlio, ma ad una condizione che teme lei stessa.
modificato per refuso