Celine-Viaggio al termine della notte
Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie
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Celine-Viaggio al termine della notte
Affascinata dalla fama, dalla descrizione in retrocopertina, dal titolo....ho cominciato a leggerlo. Ma perche non mi piace??? Ho bisogno che qualcuno mi dia almeno una ragione per finirlo (sono a pag 115 di 500 circa). Mi sento una marziana.
Gio
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- Marcello Basie
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Re: Celine-Viaggio al termine della notte
De gustibus non disputandum.annahsavage ha scritto:Affascinata dalla fama, dalla descrizione in retrocopertina, dal titolo....ho cominciato a leggerlo. Ma perche non mi piace???
Viaggio al termine della notte è uno dei libri che mi sono più piaciuti. Grandioso. Ma capisco che è una grandiosità sui generis e chi non entra in sintonia con Bardamu-Céline può esserne respinto o perfino disgustato. Per questo è un libro che molto difficilmente regalerò, troppo alto il rischio che non piaccia come è piaciuto a me.
Non ha una trama vera e propria, la narrazione continua più o meno allo stesso modo fino alla fine. Se le prime 100 pagine non ti sono piaciute, è improbabile che il seguito ti piaccia. Ti sconsiglio vivamente allora anche 'Morte a credito'...
A+
Marcello
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Perchè continuare -anche se credo che avrai smesso ormai?
Anch'io ho avuto un inizio piuttosto "lento" e problematico con questo libro... ammetto di aver interrotto... più o meno dive sei tu ora, guadacaso.
Ma poi ho avuto l'intuoizione di riprenderlo: e ti assicuro che n'è valsa proprio la pena! E' cinico pur essendo sofferto, ma innegabilmente è cinico e bastardo. Ma anche triste, malinconico. Parla di un'umanità irrimediabilmente irrecuperabile (ehilà quante erre!) nella quale Bardamu scivola inesorabilmente: il suo mondo interiore sprofonda in quello esteriore e viceversa, in una rincorsa verso il basso... ma non è solo questo, ci mancherebbe! E' anche uno spaccato di mondo irripetibile. E che linguaggio, che scrittura!!
Secondo me, vale la pena di fare uno sforzo: è sicuramente un libro che vorrei regalare ad un sacco di persone, ma non posso -vedi MB-: è un libro a cui bisogna arrivare da sè.
Anch'io ho avuto un inizio piuttosto "lento" e problematico con questo libro... ammetto di aver interrotto... più o meno dive sei tu ora, guadacaso.
Ma poi ho avuto l'intuoizione di riprenderlo: e ti assicuro che n'è valsa proprio la pena! E' cinico pur essendo sofferto, ma innegabilmente è cinico e bastardo. Ma anche triste, malinconico. Parla di un'umanità irrimediabilmente irrecuperabile (ehilà quante erre!) nella quale Bardamu scivola inesorabilmente: il suo mondo interiore sprofonda in quello esteriore e viceversa, in una rincorsa verso il basso... ma non è solo questo, ci mancherebbe! E' anche uno spaccato di mondo irripetibile. E che linguaggio, che scrittura!!
Secondo me, vale la pena di fare uno sforzo: è sicuramente un libro che vorrei regalare ad un sacco di persone, ma non posso -vedi MB-: è un libro a cui bisogna arrivare da sè.
Che ne faccio di me a mezzanotte? Dove mi nascondo da me stesso?
- Banshee
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Sottoscrivo il parere di Marcello: Viaggio al termine della notte mi è piaciuto molto, ma non lo consiglierei "a scatola chiusa" (a persone che conosco poco); la stessa cosa vale per 'Morte a credito'.
Sottoscrivo anche la strategia di Francesco di lasciare i libri se non è il momento "giusto" (qualunque cosa questo significhi).
Sottoscrivo anche la strategia di Francesco di lasciare i libri se non è il momento "giusto" (qualunque cosa questo significhi).
"The blood jet is poetry,
There is no stopping it"
Sylvia Plath
"Deragliatemi da questo basso destino"
Mariangela Gualtieri
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- Pirata
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viaggio al termine della notte
Non so se sono telepatica, ma ho appena terminato il libro di Celine. Mi e' piaciuto, l'ho trovato anche un po surreale, molto triste, non c'e' speranza, per nessuno, non e' comunque un libro leggero. Era la mia prima lettura di Celine, non so se leggero' "morte a credito". In ogni caso, un libro che fa pensare, quindi sconsigliato a chi vuole solo il relax. Qualcuno di voi ha letto "tropico del cancro" di Miller? Ci assomiglia un po', come scrittura e altro.
- zoe
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francesco ha detto
Madame Bovary l'ho iniziato 3 volte... poi la quarta non sono riuscita più a smettere
Anch'io sono interessata a qlc che ha letto Il tropoco del cancro...
Ci credo anch'io, dentro di noi c'è un momento per ogni ( prorpio per ogni... ho i iei dubbi) libro... se uno in un determinato momento proprio non ci prende vuol dire che non è il momento. (non è farina del mio sacco ma di un grande lettore che conoscevo)è un libro a cui bisogna arrivare da sè.
Madame Bovary l'ho iniziato 3 volte... poi la quarta non sono riuscita più a smettere
Anch'io sono interessata a qlc che ha letto Il tropoco del cancro...
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Tutti ricreiamo il mondo come lo vediamo, lo guardiamo. -A.S. Byatt -
Quando penso a tutti i libri che mi resta da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. - Jules Renard -
- vanya
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l'ho letto qualche anno fa e con molta molta fatica sono riuscita a finirlo. detestandolo. ma riuscendo comunque vagamente ad afferrare, intravedere, la grandiosità di cui voi estimatori parlate. senza che questo me l'abbia fatto detestare di meno
"Tropico del Cancro" invece non sono neanche riuscita a finirlo! nel mio personale indice di non-gradimento metto, oltre a Celine e Henry Miller anche Bukowsky che trovo affine ai primi due. anche qui ne intuisco il particolarissimo talento, ma proprio non mi vanno giù .
"Tropico del Cancro" invece non sono neanche riuscita a finirlo! nel mio personale indice di non-gradimento metto, oltre a Celine e Henry Miller anche Bukowsky che trovo affine ai primi due. anche qui ne intuisco il particolarissimo talento, ma proprio non mi vanno giù .
Cosa leggerai?
Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
P.C.
Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
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- alexyr
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non ci posso fare niente,lo detesto.eppure l'ho comprato,l'ho letto a forza,come buttando giù un medicinale.e per una settimana ho tolto il saluto al commesso del libraccio che me l'ha consigliato.
lento,opprimente, incongruente.
dicono che sia un libro che bisogna aver letto.Bene,l'ho fatto. Adesso datemi un brizzi qualunque
lento,opprimente, incongruente.
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**utcumque de me vulgo mortales lucuuntur**
www.enricogianfranchi.com (my favourite photo)
http://perasperaadastra.iobloggo.com perchè non appestare il web,se puoi?
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- Marcello Basie
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Ho rimandato e rimandato la lettura di questo libro perchè pensavo di non essere pronto per leggerlo. Adesso ce l'ho fatta.
Ho letto questo libro, risma di fogli macchiati dalla vita, dal lucido delirio narrativo di un uomo come tanti, maledettamente duro con sè stesso e con gli altri, quasi tutti, tranne Molly, lei fiore di gentilezza in un immenso campo di vacche, ladri, sangue e merda.
Possiamo vomitare sull'antisemitismo gratuito, non ho voglia di giustificare o polemizzare, né tempo per indagare sulle ragioni di una scelta così volgare e così degna della debolezza di un uomo a tratti miserabile e opportunista, estremo e sgangherato come Destouches. Non possiamo e non potremo ringraziare Destouches per quel poco di buono che è riuscito a fare nella sua vita: una delle testimonianze letterarie più belle del secolo appena trascorso.
Il viaggio e il linguaggio del "Viaggio" è duro, perfettamente sgradevole a volte, come la vita di noi tutti e la vita di chi ha fatto la guerra: di chi ha vissuto lo sbandamento degli anni della barbarie borghese e della trasformazione che il Taylerismo/Fordismo, lacerando secolari certezze con il fracasso della catena di montaggio, comportò: di chi, nonostante tutto, ha cercato disperatamente amore sincero, ma si è adattato per necessità, per il caso, per il tempo che passa incurante delle nostre miserie come delle nostre grandezze e ci pesa sulle spalle.
Il "Viaggio" scorre rumoroso, cigolante, pieno di fumo di treni e di auto, di puttane per necessità e per gusto, di poveri mentecatti destinati al macello guerresco, di nuovi ritmi e di nuovi oltraggi, nuovi sistemi di produzione, sempre rumorosi ed alienanti, ma inesorabilmente convenienti, scorre proprio come la prima parte del Novecento, portandosi via tanto, trascinandosi destini, vite e, in molti casi, lo stesso istinto e coraggio d'amare, flebile lume di speranza, spento il quale è l'inferno.
Ho letto questo libro, risma di fogli macchiati dalla vita, dal lucido delirio narrativo di un uomo come tanti, maledettamente duro con sè stesso e con gli altri, quasi tutti, tranne Molly, lei fiore di gentilezza in un immenso campo di vacche, ladri, sangue e merda.
Possiamo vomitare sull'antisemitismo gratuito, non ho voglia di giustificare o polemizzare, né tempo per indagare sulle ragioni di una scelta così volgare e così degna della debolezza di un uomo a tratti miserabile e opportunista, estremo e sgangherato come Destouches. Non possiamo e non potremo ringraziare Destouches per quel poco di buono che è riuscito a fare nella sua vita: una delle testimonianze letterarie più belle del secolo appena trascorso.
Il viaggio e il linguaggio del "Viaggio" è duro, perfettamente sgradevole a volte, come la vita di noi tutti e la vita di chi ha fatto la guerra: di chi ha vissuto lo sbandamento degli anni della barbarie borghese e della trasformazione che il Taylerismo/Fordismo, lacerando secolari certezze con il fracasso della catena di montaggio, comportò: di chi, nonostante tutto, ha cercato disperatamente amore sincero, ma si è adattato per necessità, per il caso, per il tempo che passa incurante delle nostre miserie come delle nostre grandezze e ci pesa sulle spalle.
Il "Viaggio" scorre rumoroso, cigolante, pieno di fumo di treni e di auto, di puttane per necessità e per gusto, di poveri mentecatti destinati al macello guerresco, di nuovi ritmi e di nuovi oltraggi, nuovi sistemi di produzione, sempre rumorosi ed alienanti, ma inesorabilmente convenienti, scorre proprio come la prima parte del Novecento, portandosi via tanto, trascinandosi destini, vite e, in molti casi, lo stesso istinto e coraggio d'amare, flebile lume di speranza, spento il quale è l'inferno.
Membro del club "Amici di Perutz"
- tostoini
- Olandese Volante
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- Località: In Erasmus a Cagliari
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Giuro che l'ho letto.
Ma non me ne ricordo nemmeno mezza virgola.
E' passato per il mio cervello insalutato ospite.
Vabé, capita. Ci sono capolavori che non capiamo ma che non smettono di essere tali. Mi accorgo di avere letto qualcosa di importante, ma quell'importante non era in sintonia col mio cervello, con le mie letture, o con il semplice ma fondamentale mio gusto.
Non mi ricordavo nemmeno il nome Bardamù...tant'é che quando ho sentito la prima volta la canzone di Capossela così nomata, ho pensato mhmmh mi ricorda qualcosa, ma cosa?
Viaggio al termine della notte rimane tra i miei grandi incompresi.
Ma non me ne ricordo nemmeno mezza virgola.
E' passato per il mio cervello insalutato ospite.
Vabé, capita. Ci sono capolavori che non capiamo ma che non smettono di essere tali. Mi accorgo di avere letto qualcosa di importante, ma quell'importante non era in sintonia col mio cervello, con le mie letture, o con il semplice ma fondamentale mio gusto.
Non mi ricordavo nemmeno il nome Bardamù...tant'é che quando ho sentito la prima volta la canzone di Capossela così nomata, ho pensato mhmmh mi ricorda qualcosa, ma cosa?
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°se cerchi TESTUGGINE sono io,era il mio vecchio nick° °b-shelf°°blog°°la chat di bc-italy°°ml bookcrossing_sardegna°
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- Olandese Volante
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- Località: 's-Gravenhage - Scheveningen
Un elemento fondamentale di questo romanzo è il suo linguaggio. Celine è talmente interessato al linguaggio da aver lavorato al ritmo delle singole frasi spostando le parole per creare l'inatteso e il movimento del parlato.
Costui si è perfino inferocito con i tipografi della prima edizione che avevano toccato delle singole parole. La traduzione di questo romanzo è un lavoro straordinario e merita un enorme rispetto anche per questo motivo.
Ho letto l'edizione Corbaccio e ne sono stato molto contento. Scopro adesso tra l'altro che il traduttore di quella edizione, Ernesto Ferrero è un grande nell'editoria italiana e ha potuto sfruttare una notevole esperienza nei gerghi italiani e perfino nei "gerghi della mala del '400" cosa che mi risulta anche da un paio di note del traduttore.
Un lavoro straordinario alla scala del singolo capoverso, insomma, che non può essere preso sottogamba.
Quanto alla struttura narratologica del romanzo mi vedo più sperso e devo ammettere che ha un procedere ondivago che mi ha confuso un po': un'opera dal ritmo frastagliato magari per la sua natura autobiografica.
Il dottore insomma si è fatto coraggio e ci ha parlato di se affrescando un secolo e dando voce alla sua intera classe. Tomo imprescindibile. Augh.
In questo periodo sto leggendo la "Psicopatologia della vita quotidiana" di Freud e devo dire che retrospettivamente trovo il "Viaggio" capace di parlare senza rimozioni, riverberando dei vivaci riflessi dell'istinto e l'ho trovato per questo forte e coinvolgente. Tuttaltro che "sboccato" o "lercio" alla Bukovski. Non condivido quindi l'accostamento fatto da Vanya, mentre invece trovo perfetto l'abbinamento con Miller.
Costui si è perfino inferocito con i tipografi della prima edizione che avevano toccato delle singole parole. La traduzione di questo romanzo è un lavoro straordinario e merita un enorme rispetto anche per questo motivo.
Ho letto l'edizione Corbaccio e ne sono stato molto contento. Scopro adesso tra l'altro che il traduttore di quella edizione, Ernesto Ferrero è un grande nell'editoria italiana e ha potuto sfruttare una notevole esperienza nei gerghi italiani e perfino nei "gerghi della mala del '400" cosa che mi risulta anche da un paio di note del traduttore.
Un lavoro straordinario alla scala del singolo capoverso, insomma, che non può essere preso sottogamba.
Quanto alla struttura narratologica del romanzo mi vedo più sperso e devo ammettere che ha un procedere ondivago che mi ha confuso un po': un'opera dal ritmo frastagliato magari per la sua natura autobiografica.
Il dottore insomma si è fatto coraggio e ci ha parlato di se affrescando un secolo e dando voce alla sua intera classe. Tomo imprescindibile. Augh.
In questo periodo sto leggendo la "Psicopatologia della vita quotidiana" di Freud e devo dire che retrospettivamente trovo il "Viaggio" capace di parlare senza rimozioni, riverberando dei vivaci riflessi dell'istinto e l'ho trovato per questo forte e coinvolgente. Tuttaltro che "sboccato" o "lercio" alla Bukovski. Non condivido quindi l'accostamento fatto da Vanya, mentre invece trovo perfetto l'abbinamento con Miller.
Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina. Sal 140,12
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