Virgilio - Eneide

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etnagigante
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Virgilio - Eneide

Messaggio da etnagigante »

La scrittura dell'Eneide, seppur incompleta, vale a Virgilio un posto tra i grandissimi della letteratura, con il suo poema epico come summa ed esempio.
Virgilio ci porta a spasso per il Mediterraneo assieme ad un eroe segnato dal Fato: Enea infatti, esule dalla cadente Troia, è destinato ad approdare in Italia e dare origine a quello che sarà l'Impero Romano.
Tralasciando la propaganda a favore di Ottaviano Augusto possiamo godere un poema di ampio respiro in cui il protagonista sente sulle sue spalle un peso troppo più grande di sé e si ritrova suo malgrado a muover guerra o a sfidare il capriccio degli dei.
Le virtù di Enea, del pio Enea, sono magnificate un po' lungo tutta l'opera e nonostante naufragi, stragi e amori che il Fato non permette, si porta a compimento la nascita di una nuova stirpe, che vede gli emigranti Teucri unirsi alle genti che popolavano l'Italia.
Rileggere l'Eneide in maniera completa ed autonoma, esulando dagli schemi scolastici, rende piacevole e scorrevole un testo zeppo di personaggi e luoghi, avvolti spesso in una luce ultraterrena.
A valle, tra masse ebre, la nera, l'accesa d'ira Etna ti moveva; l'Etna gigante, lave vomitante. Arida secca l'arena, l'erbe essa martellava.

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