End Games - Michael Dibdin

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lisolachenonce
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End Games - Michael Dibdin

Messaggio da lisolachenonce »

End Games - Michael Dibdin
paperback, 480 pagine
Faber & Faber, 2011

Ho letto questo testo in inglese (non esiste la traduzione italiana, e sono d'accordo con l'editore di Dibdin che nno sarebbe stata una buona idea) perché la vicenda è ambientata in Calabria e precisamente a Cosenza e mi serviva per la sfida "iL GIRO DEL MONDO CON I LIBRI".
Purtroppo non è assolutamente il mio genere, un poliziesco freddo e duro pieno di morti ammazzati e di delinquenti spietati. Il protagonista è il capo della polizia Aurelio Zen, e questo è l'ultimo libro di una serie che lo ha portato ad operare in varie regioni d'Italia. La storia è complicatissima, piena di moventi diversi che si intrecciano e di cui alla fine solo alcuni vengono chiariti. Oltre al crimine organizzato qui opera anche la vendetta ancestrale per torti subiti quasi cent'anni prima ai tempi del latifondo (delizioso cammeo sul latifondo e sui crimini dei latifondisti calabri). Il nostro Zen ha come principale interlocutore un "notaio" che in pratica è un faccendiere che fa da tramite fra il crimine organizzato e lo stato per "facilitare", ungere i cardini e minimizzare le pene per i propri clienti. In realtà non si capisce come possa essere un notaio, e Zen ad un certo punto dichiara che è stato radiato dall'ordine degli avvocati per truffa. E', in fondo, il personaggio più curato dall'autore e nonostante sia un essere immondo, fa quasi simpatia per la sua capacità di inventarsi sempre nuove truffe man mano che gl ieventi gli cambiano le carte in mano. Assolutamente stereotipati e insopportabili/incomprensibili e 2 americani (criminali quasi per gioco e avulsi da qualsiasi realtà).

Il libro chiaramente non mi è piaciuto, difficilmente leggerò altri volumi di Dibdin.
Amai la verità che giace al fondo, quasi un sogno obliato (U.Saba)
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Nam concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur.(Sallustio)
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