Se il lavoro finale si risolve in una traslazione reinterpretativa non è una vera traduzione. L'attività di chi ha reso il testo si va a sovrapporre sullo stesso. Quindi assolutamente no, anche se fatto benissimo! Sarebbe una rielaborazione.2teepot2 ha scritto: la colpa è sempre del pubblico dei lettori italiano; che è di un livello che non può capire se un buon libro è dovuto ad una buona e corretta traduzione oppure ad una buona traslazione reinterpretativa del testo in lingua straniera. Naturalmente l'editoria ne approffitta per risparmiare, come ovunque.
"Una testa mozzata" di Irvine Welsh, ad esempio [traduttore Massimo Bocchiola].Roppa ha scritto:Leggo con interesse questo argomento perche, purtroppo, io faccio parte proprio "del pubblico dei lettori italiano; che è di un livello che non può capire", visto che non sono in grado di leggere i libri in lingua originale
Perciò mi piacerebbe che, oltre a parlare dei libri tradotti "male", si segnalassero anche quelli "ben fatti", almeno a vs. giudizio, proprio come riporta 2teepot
Così, io, da consapevole ignorante in materia, posso farmi un'idea di ciò che vado a leggere
Il testo spesso rende a livello grafico la fonetica scozzese, senza contare i modi di dire, lo slang, e quant'altro. Bocchiola ha reso il tutto in maniera assolutamente puntuale e fedele.
Non desidero affermare che solo chi parla altre lingue oltre la propria sia in grado di comprendere se una traduzione sia fatta bene oppure no. Fretta, superficialità, ignoranza, castronerie possono essere percepite da chiunque.
Sulla casta...
A voler puntualizzare si finirebbe, come al solito, per toccare la politica o il malcostume italiani, e non mi sembra il luogo adatto.
Un albo diventa casta se lo si permette.
Lo è quello degli avvocati. Lo è quello dei medici, non lo è quello degli ingegneri (tanto per citare qualche categoria).
Il senso originario è costituire una corporazione di persone qualificate. Sopratutto per tutelare i diritti di chi avvale dei servigi delle stesse.
Sono gli stessi traduttori che prendono sul serio il proprio mestiere a vedere come fumo negli occhi chi si improvvisa o chi, per necessità, bisogno, scarsa serietà, accetta qualunque tariffa e qualunque tempistica, pur di assicurarsi un lavoro.