citAzioni letterarie...

[piccola ribelle]

Noi dimentichiamo spesso quest’amore della familiarità quotidiana, la capacità di sentirsi appagati e felici della ripetizione sempre nuova, di ciò che rende incantevole lo scorrere del tempo: guardare, passeggiare, costruire, leggere, mettersi a tavola fra volti cari, parlare, incontrarsi, amare, essere amici. Chi ha tutto questo è un privilegiato e deve sapere di esserlo, dev’essere consapevole che la sua felicità è questo fluire, consueto e normale ma sempre nuovo, delle ore d’ogni giorno. Chi ha una più grande capacità d’amare sa rinunciare a questo suo bene per lottare affinché lo ricevano anche gli altri, che ne sono privati da avversità naturali o sociali; l’agire del rivoluzionario, come quello del cristiano, è la generosità di chi, a malincuore, sacrifica la gioiosa armonia della sua esistenza e affronta il disordine per amore degli altri, esclusi da quell’armonia.

L’infinito viaggiare Claudio Magris

[piccola ribelle]

All’imbocco di tre vialetti notai cartelli con la scritta DIVIETO DI MANOVRA. Certo che ci vuole una bella dose di meschinità e di ridicolo attaccamento al proprio buco di casa per mettere cartelli del genere.
Che danno potrà mai arrecare un poveraccio che si è perso o ha imboccato la strada sbagliata, se vi entra di qualche metro nel vialetto per fare manovra con la macchina?
Io per principio lo faccio sempre che ne abbia bisogno o no, e incoraggio chiunque a seguire il mio esempio. Vale sempre la pena strombazzare un paio di volte per assicurarsi che il proprietario ci abbia notato.

Notizie da un’isoletta Bill Bryson

[piccola ribelle]

"Quando un uomo siede vicino a una bella ragazza per un’ora, pensa che non sia passato più di un minuto. Ma fatelo sedere sopra un termosifone bollente per un minuto, crederà che siano passate delle ore. Ecco cos’è la relatività.”

Albert Einstein da Le Cicale 2006 Gino & Michele Matteo Molinari


Riportata nell’indice biografico dove si leggono brevi ma interessantissime note…

[piccola ribelle]

Era una mattinata bellissima, fresca e rugiadosa, ma con un sole e un’aria ferma che facevano presagire una giornata molto calda, e io mi ero mosso abbastanza presto da garantirmi una bella camminata. Fui alquanto soddisfatto di constatare quanto desiderassi una giornata del genere. Ero sulla soglia di parecchie migliaia di ettari di splendida foresta, condivisa dalla Worthington State Forest e dalla Delaware Water Gap National Recreation Area. Il sentiero era curato e ripido quanto bastava perché vi si potesse fare esercizio all’aria aperta senza sottoporsi a un’ossessionante tortura.
Bonus finale dell’esperienza: ero in possesso di cartine eccellenti. Mi trovavo infatti nelle mani cartograficamente premurose della New York-New Jersey Trail Conference, le cui carte topografiche sono stampate in ben quattro colori: verde per le foreste, blu per l’acqua, rosso per i sentieri e nero per le scritte.
Si tratta di mappe chiaramente e abbondantemente dettagliate e in scala ragionevole (1:36.000), e che indicano anche tutte le strade di collegamento e i sentieri secondari. È come se riuscendo a farti sapere dove ti trovi traessero una qualche forma di personale piacere.


Una passeggiata nei boschi Bill Bryson

[piccola ribelle]

Penso che questo delfino me l’abbia mandato il nonno. È andando a caccia con lui che ho imparato ad amare la natura con un’intensità che nessun ambientalista potrebbe mai comprendere. Lo seguivo su e giù per le colline del Monferrato e lui mi mostrava tutti gli animali e raccontava delle cacce, molto più avventurose, che faceva da giovane nel bush australiano. Mi piaceva in modo particolare camminare insieme a lui nell’erba del fondovalle, che era alta quasi quanto me. Leggevo Hemingway tutti i giorni; Verdi colline d’Africa fu per anni il mio romanzo preferito (“…vivere veramente, non puramente trascorrere i giorni…”). Me lo ricordo ancora quasi tutto e all’epoca sapevo i capitoli più belli a memoria. Quando camminavo dietro al nonno nell’erba alta mi sembrava di seguire il sedere di Papa Doc attraverso le savane dell’Africa orientale.
E poi il nonno ci sapeva fare. Sapeva raccontare usando pochissime frasi e sapeva che l’avventura, per un bambino, è soprattutto una questione di immaginazione. Mi ingannava spesso, ma erano inganni che gli ho sempre perdonato perché erano illusioni create per cementare il nostro rapporto e farmi provare le sensazioni che desideravo. Se per farmele provare doveva inventarsi qualcosa, lui lo faceva.



Australian Cargo Alex Roggero

[2teepot]

Apri gli occhi
come ogni mattina
Aprili in paradiso,
lascia che il tuo sguardo
si posi su spiagge candide,
tra il cristallo dell’acqua
e l’azzurro del cielo.

Guardati intorno ,
libero come in un sogno ,
con Valtur preparati a vivere
un’esperienza magica,
oltre i confini della vacanza …


( controcopertina della brochure autunno/inverno 2006 Valtur )

[piccola ribelle]

In Germania è proibito lasciare aperta la porta di strada, dopo le dieci di sera, ed è proibito suonare il pianoforte in casa propria dopo le undici .
In Inghilterra, non mi è mai capitato di aver voglia di suonare il pianoforte e nemmeno di indurre qualcun altro a suonarlo, dopo le undici di sera; ma quando mi sento dire che non devo assolutamente suonare, è tutt’altra cosa. Quando ero in Germania, non mi veniva in mente il pianoforte prima delle undici di sera, ma, dopo, me la sarei goduta un mondo ad ascoltare la “Preghiera di una vergine”, oppure la sinfonia di “Zampa”. Per il tedesco amante della legge, invece, la musica, dopo le undici di sera, cessa di essere musica; diventa un misfatto e, come tale, non di dà più alcuna soddisfazione.

Tre uomini a zonzo Jerome K. Jerome

[piccola ribelle]

INVETTIVE

“Zolst farliren aleh tsyner achitz eynm, un dos zol dir vey ton ». In yiddish vuol dire: “Che ti possano cadere tutti i denti tranne uno e che quello ti faccia male”.


STARNUTI

In Iran che starnutisce sospende per qualche minuto qualsiasi cosa stia facendo. Lo starnuto che interrompe una decisione è segno che bisogna lasciar perdere. Ignorarlo porta sfortuna; farne un secondo serve a esorcizzare.

STARNUTI/2

In Messico si augura salud, “salute”, dopo il primo starnuto; dinero, “denaro”, dopo due; amor, “amore”, dopo tre; alergias, “allergie”, dopo il quarto.



Notizie tratte da:
Adam Jacot de Boinod IL SENSO DEL TINGO. Le parole più pazze, curiose e divertenti del mondo

Rizzoli 2006

[piccola ribelle]

Per la prima volta dopo 25.000 chilometri di navigazione sono di fronte a un paesaggio tipicamente europeo. Mi fa uno strano effetto. In confronto alle coste australiane, deserte e senza fine, qui si sente la presenza di due fattori: l’uomo e il confine. L’uomo con la sua cultura, le sue chiese, la sua storia. E il confine delle città, dei campi. Se il paesaggio australiano regala una sensazione di libertà, e anche di ignoto, queste isole greche mi ricordano i paesaggi vissuti, la tranquillità dei luoghi che appartengono all’uomo e non più alla natura. Durante questo viaggio ho avuto l’impressione di seguire un percorso che dalla natura mi riportava alla storia. Fino a quando abbiamo raggiunto il Corno d’Africa mi sono sentito senza confini, una sensazione bellissima, esilarante e anche ridimensionante. Nel Mar Rosso, dove abbiamo ritrovato la cultura araba, mi sono sentito vicino a casa. Non era la mia, ma in qualche modo mi era molto famigliare. E ora, davanti a queste chiese e questi villaggi, mi sento meno libero, rinchiuso in uno steccato. La cosa più buffa è che mi fa quasi piacere perché, dopo tutto, è il mio steccato. Guardo le isole greche che sfilano lentamente e penso agli dèi della mitologia che qui erano di casa, e li confronto al dreaming degli aborigeni. Queste sono le nostre vie dei canti, qui c’è il nostro dreaming. Sta a noi riconoscerlo, ricordarlo.
Improvvisamente ho una gran voglia di rivedere l’Italia.


Australian Cargo Alex Roggero

[piccola ribelle]

È evidente che deve esserci un legame spirituale – una sacra alleanza, una solenne comunione d’idee – tra aeroporti e romanzi spazzatura. Richard, almeno, si era fatto quest’idea.
I romanzi spazzatura si vendono negli aeroporti. I frequentatori di aeroporti comprano e leggono romanzi spazzatura. I romanzi spazzatura parlano di gente negli aeroporti, un po’ perché i romanzi spazzatura si servono degli aeroporti per spedire i loro personaggi a zonzo per il pianeta, e un po’ perché gli aeroporti fanno da sfondo, nei romanzi spazzatura, ai loro distacchi, incontri casuali, convegni e appuntamenti.
…….I lettori di romanzi spazzatura e i frequentatori di aeroporti vogliono la stessa cosa: evasione, e rapido trasferimento da un romanzo spazzatura all’altro, da un aeroporto all’altro.


L’informazione Martin Amis

[Towandaaa]

"Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre." (Jostein Gaarder "C'è nessuno ?")

[piccola ribelle]

Era uscito un nuovo saggio sui limiti del dovere morale: argomento consueto a cui stava dando una svolta un gruppo di filosofi pronti a sostenere che la questione della moralità non doveva riguardare le azioni, ma le omissioni. Era una posizione che poteva rivelarsi assai scomoda per chi ne facesse una regola di vita. Richiedeva un controllo e una consapevolezza dei bisogni altrui superiore alle capacità di Isabel. Era anche la scelta peggiore per chi voleva dimenticare qualcosa. Secondo questa teoria, la scelta di cancellare qualcosa dalla mente era un atto deliberato e colpevole di omissione.
Il libro era faticoso e ingrato, per tutte le sue cinquecentosettanta pagine. Isabel provò più volte la tentazione di metterlo da parte, oppure di piantarlo lì del tutto, ma così facendo avrebbe dimostrato che l’autore aveva ragione. Gli venga un colpo, si disse, mi ha messo con le spalle al muro.
Una volta terminato il volume lo ripose sulla libreria, non senza una punta di piacere colpevole nel piazzarlo in un angolo remoto di uno degli scaffali più alti. Era un sabato pomeriggio e Isabel decise che la sua costanza nel leggere quel saggio fastidioso meritava un premio: un giro in città, con una visita in un paio di gallerie d’arte e una sosta per caffé e brioche in un bar di Dundas Street.



Il club dei filosofi dilettanti Alexander McCall Smith

[Avalon_71]

A causa delle repentine variazioni della pressione dell'acqua, agli ospiti dei migliori Hotel di Vajana si sconsiglia l'uso del bidet (frizzsprizz).
Come ha fatto notare recentemente un visitatore, "Una linea sottile divide l'igiene personale dall'irrigazione del colon".

Molvania: Una terra mai raggiunta dai dentisti - Santo Cilauro, Tom Gleisner e Rob Sitch
(www.molvania.it)

[piccola ribelle]

Il sole si liberò del tutto, formando un cerchio di un bianco perfetto; comparve il lago intero, bagnato di luce. All’orizzonte, le catene delle Twelve Bens Mountains si giustapponevano in una gamma di grigi, come strati di sogno. Mantennero il silenzio. Entrando a Galway, Walcott riprese a parlare: “Io sono rimasto ateo, ma capisco come qui si possa essere cattolici. Questo paese ha qualcosa di molto particolare. Qui tutto vibra costantemente, l’erba delle praterie come la superficie delle acque, tutto sembra indicare una presenza. La luce è mobile e dolce, è come una materia mutevole. Vedrà. Persino il cielo è vivo.”

Le particelle elementari Michel Houellebecq

[piccola ribelle]

Le parti non digeribili del calamaro gigante, in particolare il becco, si accumulano nello stomaco del capodoglio dando origine a una sostanza conosciuta come ambra grigia, usata come fissativo in profumeria. La prossima volta che vi metterete una goccia di Chanel Numero 5 (ammesso che qualcuno di voi lo faccia), forse vi soffermerete a riflettere sul fatto che vi state profumando col distillato di un mostro marino mai visto.


Breve storia di (quasi) tutto Bill Bryson

[The Bookaneer]

"Non è la felicità che conta? Non è per la felicità che si fa la rivoluzione?"

Scritti corsari / PP.Pasolini

[piccola ribelle]

Che cosa ho fatto negli ultimi otto giorni? Ho letto, in gran parte in solaio, ma il ricordo di una giornata s’impasta con quello dell’altra. So solo che ho letto in modo disordinato e furioso.
Non ho letto tutto per filo e per segno. Certi libri, certi fascicoli li ho scorsi come se sorvolassi un paesaggio, e nel trasvolarli sapevo già di sapere che cosa c’era scritto. Come se una sola parola ne rievocasse altre mille, o fiorisse in un riassunto corposo, come quei fiori giapponesi che si mettono a sbocciare nell’acqua. Come se qualcosa andasse da sola a depositarsi nella mia memoria, per
tenere compagnia a Edipo o a Hans Castorp. Altre volte il cortocircuito mi era attivato da un disegno, tremila parole per un’immagine. Altre volte leggevo lentamente, assaporando una frase, un brano, un capitolo, avvertendo forse le stesse emozioni provocate dalla prima e scordata lettura.


La misteriosa fiamma della regina Loana Umberto Eco

[piccola ribelle]

…..Il bosco è insieme esaltazione e cancellazione di confini. Una pluralità di mondi differenti e contrapposti, pur nella grande unità che li abbraccia e dissolve. Anche la luce, nella foresta, ha tagli netti, che creano paesaggi diversi e, nello stesso istante, tempi diversi. C’è la luce nera nel folto più
profondo e quella verde subacquea sotto una volta di rami che s’intreccia sopra il sentiero; mentre nelle radure d’oro è ancora giorno alto,trasparenza leggera, pochi metri più in là, nella selva, è già sera, un’ombra greve.
Ma la foresta, fin da quando Atteone è stato sbranato dai cani, è indistinzione e distruzione dionisiaca, ritorno al magma originario; la fiaba dice la paura del bosco, che è la paura di perdersi e cancellarsi. Le lunghe estati e la familiarità con doline, macchie e sentieri non bastano per entrare veramente in quell’ignoto, che resta intoccabile anche quando lo si attraversa in autunno, in un’aria cristallina e ventosa che ferma ogni minimo rumore, lo scricchiolio di un ramo. Il vecchio Drago Karolin, lui sì era nel bosco, non ne usciva mai neanche quando scendeva in città; le radure del Nevoso avvolgevano la sua intera vita. Non bastava camminargli accanto per ore per essere nel bosco come lui, che percorreva lo Sneznik, mettendo indicazioni ai bivi, riverniciando vecchie scritte scolorite, disegnando mappe che registravano anche i minimi sentieri, raccogliendo e lucidando radici dalle forme bizzarre, schiacciando rabbiosamente il cappello sotto i piedi quando sbagliava strada e riprendendo poi subito a conversare in un aulico e antiquato tedesco e a zittire autorevolmente sua moglie, la gaia signora Ida.
……….Agli altri il bosco si concedeva poco, li respingeva ironico nella loro goffa estraneità cittadina, invano appassionata; forse per questo neanche l’orso appariva. Probabilmente, per essere di casa nella foresta, bisognerebbe saper scrivere quegli stereotipi e rimati versi di Karolin, “laggiù in lontananza fruscian le selve…”.


Microcosmi Claudio Magris

[piccola ribelle]

Probabilmente non è una buona idea quella di interessarsi troppo ai microbi che convivono con noi. Louis Pasteur, il grande chimico e batteriologo francese, ne era così preoccupato che, a tavola, prese a scrutare criticamente con una lente d’ingrandimento ogni piatto che gli veniva presentato, abitudine che presumibilmente non dovette fruttargli molti inviti a cena.




Breve storia di (quasi) tutto Bill Bryson

[quisaz]

Larsen scatto' in piedi gesticolando.
"Per l'amor del cielo, Bayliss, le ha dato di volta il cervello?
Lo sa cosa si prova a incontrare di punto in bianco se' stessi?
Si pensa solo a scappare".

(J.G.Ballard, Aberrazione)