citAzioni letterarie...

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Nei giorni successivi fu una gran consolazione contemplare quelle montagne e quelle vallate maestose mangiando prosciutto e uova sode, mentre il nostro spirito si pasceva ora di arcobaleni, ora di temporali, ora di tramonti impareggiabili. Niente dona di più a un paesaggio di un bel panino. E poi una pipatina con una deliziosa pipa vecchia e puzzolente, un bel panorama, una discesa, un’alata diligenza, la fragranza del tabacco e un cuore pago….ecco la felicità! A questo ha sempre puntato l’umanità con le sue strenue battaglie, nei secoli dei secoli.

IN CERCA DI GUAI – Mark Twain

In questo libro c'è umorismo, ma anche "grandi vedute". Proprio come piace a me :D

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distico
Corsaro Rosso
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Messaggio da distico »

Amore e' il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso.
Colui che non sa niente, non ama niente.
Colui che non fa niente, non capisce niente.
Colui che non capisce niente e' spregevole.
Ma colui che capisce, ama, vede, osserva...

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piccola ribelle
Re del Mare
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Messaggio da piccola ribelle »

Non posso non scrivervela :wink:


Montare la tenda fu assai più complicato di quanto nessuno di noi avesse previsto. In teoria sembrava così semplice. Si prendevano cinque archi di ferro simili a giganteschi archetti da croquet, si fissavano sopra la barca e poi vi si stendeva sopra il tendone e lo si fissava sulla base; pensavamo che fosse questione di dieci minuti.
Avevamo fatto male i nostri calcoli.
Prendemmo gli archi e ci disponemmo a infilarli nelle apposite incavature. Non si direbbe mai che questo sia un lavoro pericoloso, ma oggi ripensandoci mi meraviglio che siamo tutti vivi a raccontare la storia. Quelli non erano archi di ferri, ma demoni. Da principio non volevano saperne di entrare nelle incavature e dovemmo saltarci sopra, prenderli a calci e martellarli col rampone della barca; e quando erano già entrati saltò fuori che ciascun arco aveva la sua incavatura e che li avevamo abbinati male, perciò fu necessario estrarli di nuovo.
Ma non volevano più uscire, finché due di noi vi si accanirono sopra per cinque minuti; lloro saltarono su all’improvviso tentando di gettarci in acqua e di farci annegare. Avevano dei cardini nel mezzo che, non appena guardavamo altrove, ci pizzicavano nelle parti più delicate del corpo; e mentre lottavamo con un’estremità dell’arco per convincerla a fare il suo dovere, l’altra schizzava vigliaccamente alle nostre spalle e ci colpiva in testa.
Alla fine riuscimmo a fissarli e non rimaneva altro da fare che stenderci sopra la tenda. George la srotolò e ne assicurò un’estremità alla prua della barca. Harris stava nel mezzo perché George gliela passasse, per poi farla scorrere verso di me che ero a poppa, pronto a prenderla. Ci volle molto tempo prima che arrivasse fino a me. George fece bene la sua parte, ma per Harris era una novità e si impasticciò. Non so cosa riuscì a combinare e lui stesso non seppe spiegarselo; ma per chissà quale misterioso procedimento accadde che dopo dieci minuti di sforzi sovrumani si trovò completamente arrotolato nella tenda. Era avviluppato così strettamente e csì bene immobilizzato che non poteva uscirne. Naturalmente lottava con frenesia per riacquistare la libertà – diritto di nascita di ogni inglese – e così facendo (come seppi poi) atterrò Gorge, il quale, imprecando contro Harris, cominciò a dibattersi pure lui, e si ritrovò impacchettato e arrotolato a sua volta.
Lì per lì non capii niente. Di quella roba non mi intendevo affatto. Mi avevano detto di stare fermo dov’ero e di aspettare che la tela arrivasse fino a me, quindi Montmorency (il cane) e io rimanemmo lì ad aspettare buoni buoni. Vedevamo benissimo che la tenda veniva tirata e spinta da tutte le parti con violenza, ma credevamo che facesse parte del metodo di montaggio, e non interferimmo.
Da sotto la tela udimmo anche un bel po’ di linguaggio colorito e supponemmo che i due avessero incontrato qualche difficoltà, e deliberammo di aspettare che lo cose si fossero un tantino semplificate, prima di intervenire.
Aspettammo un po’, ma la situazione sembrava intricarsi sempre più, finché da ultimo la testa di George sbucò dimenandosi fuori dal bordo della barca, e parlò:
“Non potresti darci una mano, rimbambito; te ne stai lì come una mummia impagliata, mentre vedi che stiamo per soffocare, imbecille!”


TRE UOMINI IN BARCA – Jerome K. Jerome

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Iorek Byrnison
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Messaggio da Iorek Byrnison »

Non posso non scrivervela

Vero, è un libro divertentissimo (io sto cercando di diventare George, ma non è così semplice... :twisted: )

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Mentre ci vestivamo, quella mattina accadde una cosa piuttosto divertente. Avevo molto freddo quando risalii in barca e, nella fretta di indossare la mia camicia, la feci cadere per sbaglio in acqua. Questo mi mandò in bestia, tantopiù che George scoppiò a ridere. Non mi sembrava che ci fosse niente di divertente, perciò lo dissi a George che si limitò a ridere più forte. Non ho mai visto nessuno ridere così tanto. Alla fine mi fece perdere la pazienza e gli diedi del demente e dell’idiota imbecille; ma lui si sbellicò ancora di più. Poi, proprio mentre stavo recuperando la camicia, mi accorsi che non era la mia, bensì quella di George, che avevo preso per sbaglio; al che per la prima volta mi colpì il lato comico della situazione, e anche io incominciai a ridere. E più facevo scorrere lo sguardo dalla camicia fradicia di George a George in persona, più mi divertivo, e risi così tanto da lasciar cadere di nuovo la camicia nell’acqua.
“Non …non la…ritiri su?” disse George in preda alle convulsioni.
Per un po’ non riuscii a rispondergli affatto perché ridevo troppo, ma alla fine tra un sussulto e l’altro proruppi: “Non è la mia camicia…è la tua!”
Prima di allora non avevo mai visto la faccia di un uomo passare così improvvisamente dall’allegria alla severità.
“Cosa?” strillò saltando su “Testa di rapa! Non puoi stare più attendo a quello che fai? Perché diavolo non vai a vestirti a riva? Non sei adatto a stare su una barca. Proprio per niente. Dammi il rampone”.
Tentai di mostrargli il lato buffo della situazione ma non lo vide. Talvolta, George non coglie gli scherzi.

TRE UOMINI IN BARCA - Jerome K. Jerome

Iorek, spero che questa volta tu non voglia assomigliare a George, ma nemmeno ........al suo amico!
:P :whistle:

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sarah
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Messaggio da sarah »

A house without books is like a room without windows

by Horace Mann

When we are collecting books , we are collecting hapiness

by Vincent
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Sai qual è il luogo tra la realtà e il sogno?E' quella linea dove tu ricordi di aver sognato ed è lì che io ti amerò per sempre .

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mimonni
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Messaggio da mimonni »

+ sopra si parlava di un coltello...

In genere, i coltelli sanno da che parte farsi prendere.
Quello che non sanno, è dove andranno a tagliare.

:twisted:



franco stelzer - ano di volpi argentate

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Ma la natura remota di una storia non è tanto più profonda, perfetta, fiabesca, quanto più recente è il suo passato?
Oltre a ciò potrebbe darsi che la nostra, per sua intima natura, abbia anche qualche altro punto di contatto con la fiaba.
La narreremo ampiamente, con esattezza e a fondo…. Quando mai, infatti, una storia è stata divertente o noiosa in proporzione allo spazio e al tempo che ha richiesto? Senza temere il discredito in cui versa la meticolosità siamo anzi propensi a credere che soltanto ciò che va in profondità riesce a divertire.


Thomas Mann La Montagna Incantata

Eccovi una parte della premessa… :yes!:

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Voglio cominciare il mio racconto dal giorno che lasciai l’istituto Pencey. L’Istituto Pencey è quella scuola che sta ad Agerstown in Pennsylvania. Probabile che ne abbiate sentito parlare. Probabile che abbiate visto gli annunci pubblicitari, se non altro. Si fanno la pubblicità su un migliaio di riviste, e c’è sempre un tipo gagliardo a cavallo che salta una siepe. Come se a Pencey non si facesse altre che giocare a polo tutto il tempo. Io di cavalli non ne ho visto neanche uno, né lì, né nei dintorni. E sotto quel tipo a cavallo c’è sempre scritto: “Dal 1888 noi forgiamo una splendida gioventù dalla idee chiare”. Buono per i merli. A Pencey non forgiano un accidente, tale e quale come nelle altre scuole. E io laggiù non ho conosciuto nessuno che fosse splendido e dalle idee chiare e via discorrendo. Forse due tipo. Seppure. E probabilmente erano già così prima di andare a Pencey.


Il giovane Golden - J.D.Salinger


E' un vecchio classico, ma a me sembra così attuale!

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

"Mi piace la musica di Wagner più di ogni altra cosa. E' così rumorosa che si può parlare per tutto il tempo senza farsi sentire dagli altri. E' un grande vantaggio".

Oscar Wilde da Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano
:)

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Spider Jerusalem
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Messaggio da Spider Jerusalem »

"Spero di contribuire, con questo studio, alla presa di coscienza collettiva ormai imminente. Ci sarà, ne sono certo, anche se forse l'umanità non cambierà in modo decisivo fino al XXII secolo. Cosa succederebbe se Cristo si presentasse oggi? Il Cristo è un Messia: se viene, è per salvare l'umanità. Nessun individuo può salvarla adesso. Se il Cristo viene, sarà un Cristo collettivo. Sarà l'illuminazione di tutta l'umanità. Se l'umanità non si illumina, senza l'eccezione di una sola persona, finirà. Il Cristo è collettivo oppure non è.
E cos'è l'uomo? L'uomo deve capire che il suo corpo è l'Universo, che il tempo è ciò che accade a lui, il tempo intero, e che la sua coscienza è parte della coscienza cosmica. Dobbiamo capire, anche se non lo vivremo, anche se moriremo prima di vederlo, che l'uomo popolerà le stelle, e vivrà tanto quanto l'Universo - merita di vivere altrettanto -, e costituirà una coscienza globale e sarà la mente del cosmo. Se non abbiamo questo ideale, non vale la pena di vivere. Dobbiamo avvicinarci a questo ideale a poco a poco. Noi non vedremo l'avvento della Coscienza Cosmica; non vedremo i frutti di ciò che stiamo seminando. Dobbiamo sacrificarci, perché non li vedremo. E' questo il senso del sacrificio che ci insegnano i Vangeli: l'assoluta umiltà necessaria per agire pur sapendo che non vedremo i risultati.
L'errata lettura del mito ci insegna a vivere nel più grande egoismo: sporchiamo il pianeta e non ce ne importa perché non assisteremo alla catastrofe; sporchiamo i nostri corpi e ci autodistruggiamo per farla finita «al più presto» e non vedere i risultati delle devastazioni che stiamo compiendo. Ci importa solo il tempo che calcoliamo di stare qui e non ci preoccupiamo del futuro, nemmeno di quello dei nostri figli; ci tranquillizziamo vagamente pensando che si arrangeranno, come abbiamo fatto noi, per «tirare avanti». La vera umiltà invece consiste nel lavorare e nell'agire in ogni momento, credendo nell'umanità futura, convinti che un giorno si aprirà al cosmo come un fiore, una mattina che noi, tu, io, non potremo vedere.
Dobbiamo pensare a ciò che verrà e amarlo. Dobbiamo agire credendo nell'umanità futura. Lavorare per essa, instancabilmente. Imparare ad accettare il sacrificio. Perché altrimenti quel cambiamento non si verificherà. Noi pianteremo i semi, noi lavoreremo, noi faremo avanzare l'umanità verso la sua realizzazione."

Alejandro Jodorowsky, da I vangeli per guarire
« Dire qualcosa mentre si è rapiti dall'uragano Ecco l'unico fatto che possa compensarmi di non essere io l'uragano »

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

In quanto a lui, a suo tempo, quando gli “Ocean steamships” non avevano più nulla da dirgli, si era fatto inviare da casa, insieme con l’occorrente per l’inverno, anche alcuni libri riferentisi alla sua specialità, opere d’ingegneria, opere scientifiche sulla tecnica delle costruzioni navali. Questi volumi però erano trascurati in favore di altri manuali, appartenenti a tutt’altro ramo, a tutt’altra facoltà, a una materia cui il giovane aveva preso gusto. Erano libri di anatomia, fisiologia e biologia, in diverse lingue, tedeschi, francesi, inglesi, che un giorno gli furono mandati dal libraio del luogo, evidentemente perché li aveva ordinati, e proprio di sua iniziativa, alla chetichella, durante una passeggiata che aveva fatto a Platz senza Joachim. Joachim restò sorpreso quando li vide tra le mani di suo cugino. Erano molto cari, come sono appunto le opere scientifiche; il prezzo era ancora segnato nell’interno della copertina e sulle sopraccoperte. Domandò perché, volendo proprio leggere libri del genere, non se li fosse fatti prestare dal direttore che pur doveva possederne una buona scelta. Castorp rispose che preferiva averli di suo, è assai diverso leggere volumi propri, e poi gli piaceva intervenire con la matita e sottolineare.

Thomas Mann – La montagna incantata

johnnyfichte
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Messaggio da johnnyfichte »

"...le mani avevano cicatrici profonde, che gli erano venute trattenendo con le lenze i pesci pesanti. Ma nessuna di queste cicatrici era fresca. Erano tutte antiche come erosioni di un deserto senza pesci.
Tutto in lui era vecchio, tranne gli occhi, che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti."

Hemingway "Il vecchio e il mare"
Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina.
Sal 140,12

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Jean-Louis Garron era invece un ragazzo di diciotto anni che aveva fatto la maturità. Una sera sono andato nella sua camerata. Stava leggendo “I fiori del male”. Era andato via da casa per “vivere la sua vita”, come diceva lui. Mi fece vedere le foto delle prostitute che conosceva in tutti i porti. Pensava a una sola cosa:” Sbarcare per fare l’amore e bere”.
Un altro, soprannominato Boozoo, suonava il violino e leggeva la Bibbia. Una sera lo sentii suonare sul ponte, sotto le stelle, l’Ave Maria di Schubert. Serviva a tavola, era il nono di dodici figli.
Ce n’era uno che mi piaceva molto. Avevamo spesso occasione di parlarci, dal momento che era quasi sempre al timone quanto pulivo la timoneria.era un profugo lituano e stava per prendere la nazionalità canadese. Mi tradusse dei versi di Puskin e Gogol’. Conosceva tutti i romanzi di Dostoevskij. Ne citava interi brani.

Un dollaro mille chilometri Dominique Lapierre

VNSmatrix
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Messaggio da VNSmatrix »

Locandine di vecchi film porno erano attaccate alle pareti con nastro adesivo e la stanza era piena di souvenir assortiti di una vita squallida, insignificante. C'era uno strato di nicotina su ogni cosa. Gladden era un fumatore, ma gli sembrava ugualmente disgustoso. Quel posto faceva schifo.
Si fermò davanti alla locandina di un film intitolato Dentro Darlene. Lei gli aveva detto di essere stata una star nei primi anni Ottanta, prima che i video rivoluzionassero il settore e lei cominciasse a mostrare i segni dell'età. Sui manifesti, dove il corpo e il viso erano lisci e privi di rughe, compariva semplicemente come Darlene. Il cognome non serviva.
Lui si domandò come fosse possibile vivere in un posto dove, alle pareti, le immagini del proprio corpo glorioso si prendevano gioco del decadimento che ne restava.

Michael Connelly - Il poeta
Immagino che in questo momento ti sentirai un po' come Alice che ruzzola nella tana del Bianconiglio

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Il richiamo del Sucre annunciò il momento di salpare e lui non osò chiedere al frate di lasciargli il libro. L’unica cosa che gli lasciò fu un maggiore desiderio di leggere.
Passò tutta la stagione delle piogge rimuginando sulla sua disgrazia di lettore inutile, e per la prima volta si vide incalzato dalla belva della solitudine. Bestia astuta. Attenta alla minima distrazione per impadronirsi della sua voce e condannarlo a lunghe conferenze orfane di auditorio.
Doveva trovare delle letture, ma per farlo aveva bisogno di uscire da El Idilio. Forse non era necessario andare molto lontano, forse già e El Dorado c’era qualcuno che aveva dei libri, e si grattava la testa pensando a come fare per ottenerli.

Il vecchio che leggeva romanzi d’amore Luis Sepulveda


Piccolo libro e grande poesia :wink:

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Lordpolo
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Messaggio da Lordpolo »

"Chi, in quella grigia mattina del 16 Dicembre 19..., si fosse introdotto furtivamente, e a proprio rischio e pericolo, nella camera in cui si svolge la scena che dà principio alla nostra storia, sarebbe rimasto oltremodo sorpreso nel trovarvi un giovine coi capelli arruffati e le guance livide, che passeggiava nervosamente avanti e indietro; un giovine nel quale nessuno avrebbe riconosciuto il dottor Falcuccio, prima di tutto perchè non era il dottor Falcuccio e, in secondo luogo, perchè non aveva nessuna rassomiglianza col dottor Falcuccio. Osserviamo di passaggio che la sorpresa di chi si fosse introdotto furtivamente nella camera di cui parliamo è del tutto ingiustificata. Quell'uomo era in casa propria e aveva il diritto di passeggiare come e finchè gli piacesse."


Achille Campanile, "Se la luna mi porta fortuna"
Perfido igienista©

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VNSmatrix
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Messaggio da VNSmatrix »

La sua personale segretaria – seppure solo per motivi di lavoro – sarebbe giunta di lì a poco, per ronzargli intorno in quel suo modo sciocco e infantile. A tutte le donne di corporatura massiccia piace coccolare la gente, pensò. E sono pericolose; se ti cadono addosso possono ucciderti. “Forse è questo che mi è successo” disse a voce alta. “Forse Sarah è caduta addosso al mio autogetto.”
“No, no; una barra di accoppiamento del piano stabilizzatore di manovra del suo veicolo si è spaccata in mezzo al traffico dell’ora di punta e lei…”
“Sì, me lo ricordo.” Si girò nel letto mentre la porta della stanza si apriva; apparvero un dottore vestito di bianco e due infermiere con la loro uniforme azzurra, e si diressero verso il letto.
“Ci sentiamo più tardi” disse Poole, e riappese. Poi respirò a fondo e rimase in attesa. “Non avrebbe dovuto telefonare così presto” disse il dottore mentre studiava la sua cartella clinica. “Signor Garson Poole, proprietario della Tri-Plan Electronics. Inventore di raggi di identificazione che segnalano la presenza in un raggio di mille miglia, rispondendo semplicemente alle lunghezze d’onda encefaliche. Lei è un uomo di successo, signor Poole. Ma, signor Poole, lei non è un uomo. Lei è una formica elettrica.”
“Cristo” esclamò Poole, sbalordito.
“Perciò, adesso che l’abbiamo scoperto, non possiamo curarla qui. Ce ne siamo accorti, naturalmente, appena esaminata la sua mano destra ferita; abbiamo visto i componenti elettronici, poi abbiamo fatto l’esame di raggi X del suo torace, ed esso ha confermato la nostra ipotesi.”
“Che cos’è” domandò Poole “una ‘formica elettrica’?” Ma gia lo sapeva; era in grado di intuirne il significato.
Un’infermiera rispose: “un robot organico”.

Philip K. Dick - Le formiche elettriche
Immagino che in questo momento ti sentirai un po' come Alice che ruzzola nella tana del Bianconiglio

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

…..”Non si può dire la stessa cosa”continuò Settembrini, accostandosi di nuovo a Castorp e abbassando la voce fino al bisbiglio, “non si può dirlo dei compiti che la natura ha imposto a lei, ingegnere! Qui volevo arrivare, questo le volevo rammentare. Lei sa quanto ammiro la sua professione, ma siccome è una professione pratica, non spirituale, lei a differenza di me, non la può svolgere se non laggiù nel mondo. Soltanto nel bassopiano lei può essere europeo, combattere attivamente la sofferenza alla sua maniera, favorire il progresso, utilizzare il tempo. Le ho parlato del compito a me assegnato soltanto per avvertirla, per richiamarla a se stesso, per rettificare i suoi concetti che sotto l’influsso atmosferico cominciano evidentemente a confondersi. Le raccomando: abbia stima di sé! Sia orgoglioso e non si dia al forestierume! Eviti questa palude, quest’isola di Circe, dove lei non è abbastanza Ulisse da dimorare impunemente. Finirà col camminare a quattro zampe, già sta piegandosi sulle estremità anteriori, tra poco si metterà a grugnire. Stia in guardia!”

La montagna incantata Thomas Mann

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quisaz
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Messaggio da quisaz »

Io ho bisogno dell'attrito. Un modo di pensare non e' vivo se non ha
occasione di combattere e... il mio e' ben saldo. Potrebbero dire lo
stesso del loro...
(T.Mann, La montagna incantata)
** ** **
Certo che no. La giustizia e' una passione flemmatica. Il contrario
della gelosia con la quale certa gente flemmatica si renderebbe
assolutamente ridicola.
(T.Mann, La montagna incantata)
** ** **
Senso ambiguo? Ma lasciate che il senso dell'amore sia ambiguo! Se e'
ambiguo, vuol dire che c'e' vita e umanita', e chi per questo stesse
in pensiero, dimostrerebbe una desolata mancanza di scaltrezza.
(T.Mann, La montagna incantata)
** ** **
... per noi invece, il tuono che spacca la montagna magica e mette
bruscamente alla porta il dormiglione. Sbalordito si trova seduto
sull'erba e si stropiccia gli occhi come quello che nonostante parecchi
ammonimenti ha tralasciato di leggere i giornali.
(T.Mann, La montagna incantata)
** ** **
Quello che allora non sapeva, era che impazzire
talvolta e' una reazione appropriata alla realta'.
(P.K.Dick, VALIS)

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