Pastorale americana - di: Philip Roth

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orsomarso
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Pastorale americana - di: Philip Roth

Messaggio da orsomarso »

Ho appena preso con repubblica il libro di Philip roth intitolato Pastorale americana (veramente speravo di trovare ancora John Fante. :shock: Ma non importa)

Ho letto la seconda copertina e mi sembra molto interessante!

Qualcuno lo ha letto e sa dirmi qualcosa in più??

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Xenia
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Messaggio da Xenia »

Purtroppo sì... :lol:

A me personalmente non è piaciuto, l'ho finito solo x principio, sennò avrei mollato a p. 80. Non vi ho riscontarto nulla che davvero valesse la pena, né lo stile, né i personaggi... La storia è interessante, i dialoghi padre-figlia sono davvero belli, ma ci sono interminabili digressioni sulla figura di questo mitico 'Svedese' che onestamente diluiscono troppo il testo e gli fanno perdere il ritmo.

Non ho leto Il Lamento di portnoy, dello stesso autore, ma spero sia cma meglio...
Buona lettura in ogni caso :D
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zazie
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Messaggio da zazie »

Posso dirlo?...a me Philip Roth non piace, meglio Joseph

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orsomarso
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Messaggio da orsomarso »

OOOOOOps!! spero di non aver fatto un pessimo acquisto :cry:

comunque proverò lo stesso a leggerlo, chissà che ame non piaccia (speriamo) :wink:

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orsomarso
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Messaggio da orsomarso »

Bè il ibro ho iniziato aleggerlo, e putroppo mi sa che avevate ragione voi, continuo ancora un pò venti pagine sono poche per giudicare un libro;

A proposito vado a continuare un pò la lettura prima della nanna

Ciao Ciao

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Xenia
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Messaggio da Xenia »

in bocca al lupo :)
se riesci arriva almeno a quando la figlia dicenta adolescente, ci sono dei dialoghi padre-figlia niente male (almeno quelli non sono noiosi!) :-)
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zoeee
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Messaggio da zoeee »

:twisted: A me è piaciuto molto e dopo questo ho iniziato a leggere diversi altri suoi libri. Tieni duro, forse apprezzerai tutto l'impianto (che parolaccia!) alla fine :D

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orsomarso
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Messaggio da orsomarso »

Continuo a leggere il libro e devo dire che più vado avanti e più mi interessa. Zoee spero che sia come dici tu e che andando avanti sia sempre meglio.
Forse la giovinezza è solo questo perenne amare i sensi e non pentirsi. (S.PENNA)

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orsomarso
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Messaggio da orsomarso »

Zoee: grazie per avermi incoraggiato a continuare la lettura del libro (finalmente sono riuscito a finirlo). Devo dire che merita davvero è un bellissimo libro, scritto bene anche se ha come unico difetto l'eccessiva pesantezza di alcune parti, ma sono sopportabili e vale la pena di superarle per leggere i vari dialoghi tra i personaggi. In conclusione è un libro che secondo me vale assolutamente la pena di leggere, e a chi ha interretto la lettura a metà libro consiglio vivamente di riprenderla. :wink:
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zoe
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roth

Messaggio da zoe »

Io ho letto solo la macchia umana che mi è piaciuto tantissimo e il lamnto di portnoy che invece non mi ha fatto molta simpatia anche se non ha fatto cambiare il mio giudizio sullo scrittore.
Avete letto qlc?
zoee mi dai un consiglio?
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Still
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Messaggio da Still »

Io sto leggendo "Operazione Shylock" e per il momento la storia è estremamente coinvolgente.
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ciucchino
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Messaggio da ciucchino »

Un libro bellissimo e P. Roth è come sempre molto bravo a tratteggiare i personaggi. All’inizio la vita dello Svedese sembra così noiosa nella sua perfezione: bello, ricco, atletico, figlio prediletto e ubbidiente del padre, marito di una Miss New Jersey, sempre attento ad accontentare tutti. Però qualcosa sconvolge la sua esistenza: l’adorata figlia piena di problemi. Che cosa può aver spinto una ragazza con problemi di balbuzie e soprappeso a diventare a sedici anni una terrorista? Lo Svedese si interroga e cerca di capire che cosa è successo: cosa può aver sconvolto la figlia al punto da non riconoscerla più? Lui e la moglie, che nel proseguo del libro rivela una personalità più profonda rispetto alla banalità del ruolo in cui tutti l’hanno relegata ossia Miss New Jersey, l’hanno amata tantissimo. E forse stato un bacio frainteso? Un documentario sconvolgente? Che cosa?
Per me è un libro assolutamente splendido dove la vera protagonista, ossia Merry, appare brevemente ma la sua tragica vita sconvolge tutti i protagonisti e la rende onnipresente in ogni pagina del romanzo.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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tilly77
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Messaggio da tilly77 »

Anche secondo me è un libro bellissimo, soprattutto per il travagliato rapporto padre-figlia. Sinceramente non ricordo parti così pesanti da rendere difficoltosa la lettura, per me è "andato giù" benissimo, mi aveva molto appassionato, ma questo è altamente soggettivo.

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girosauro
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Messaggio da girosauro »

lo sto leggendo ora...a me sta paicendo notevolmente...vedremo!
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MartinaViola
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Re: Pastorale americana - di: Philip Roth

Messaggio da MartinaViola »

sono a metà lettura e, anche se all'inizio ho faticato un po' ad entrare nello stile di Roth, devo ammettere che è riuscito a catturarmi.
lo svedese è una figura mitica, un concentrato di certezze e di America che finisce in pezzi.
Adoro il modo in cui Roth riesce a parlarci di ognuno dei protagonisti di questa orribile vicenda e a mostrarci il suo punto di vista... il suo modo di affrontare la sofferenza.
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Gahan
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Re: Pastorale americana - di: Philip Roth

Messaggio da Gahan »

Il romanzo di Philip Roth, vincitore del premio Pulitzer, è costituito da una "cornice" in cui viene raccontato un ritrovo degli ex-alunni della scuola di Nathan Zuckerman (voce narrante e alter ego dell'autore, che compare in tantissimi altri romanzi di Roth). Qui Zuckerman incontra il suo vecchio amico Jerry Levov, che gli racconta brevemente i tragici eventi della vita di suo fratello maggiore Seymour, detto "lo svedese", idolo della scuola per via delle sue doti sportive e icona dell'uomo felice e di successo. Nel resto del romanzo Zuckerman ricostruisce una biografia immaginaria dello svedese, basandosi sui ricordi di due brevi incontri avuti con lui, sul racconto di Jerry e su alcuni ritagli di giornale.
Here be spoilers
Lo svedese avrebbe potuto fare un'eccellente carriera universitaria e diventare uno sportivo di successo, ma ha invece rinunciato a tutto per continuare l'attività del padre, fabbricante di guanti. Ha sposato una donna bellissima (eletta Miss New Jersey) da cui ha avuto una figlia. Questa figlia diventerà una ribelle che, per protesta contro la guerra in Vietnam, farà saltare in aria un ufficio postale causando la morte di un uomo che si trovava lì per caso. Questo evento tragico macchierà per sempre la vita dello svedese e porrà anche fine al suo matrimonio (anche se poi si risposerà con un'altra donna e avrà altri 3 figli, tutti maschi). Lo svedese morirà poi di cancro prima dei 70 anni, mentre della figlia non si saprà mai con certezza se sia viva o morta.
Nelle parti iniziali del romanzo si insiste molto sul concetto che "l'apparenza inganna". Zuckerman, che non sapeva nulla delle vicende famigliari dello svedese, continuava a immaginarlo come il prototipo dell'uomo che ha avuto tutto dalla vita, e invece... Appurato questo, Zuckerman continua comunque a volersi immaginare come sia stata la vita dello svedese, basandosi quasi sul nulla e tutto questo ce lo propina per oltre 400 pagine.
Poi se vogliamo anche metterci dentro il fatto che il libro è un affresco dell'America degli anni '60 con la guerra in Vietnam, i disordini razziali e il Watergate, va bene, ma io ho trovato il tutto abbastanza inutile e irritante. E non mi vergogno a dire che alcune pagine le ho proprio saltate a pie pari (specialmente quelle relative agli sport, al concorso di bellezza e alla fabbricazione dei guanti).
Quello che più di tutto mi ha rovinato il piacere della lettura è stato l'espediente della "cornice", poiché lì viene detto praticamente tutto quello che è fondamentale sapere ai fini della storia, rendendo tutto il resto del libro davvero poco interessante. Avrei preferito che raccontasse la storia dello svedese senza tanti preamboli, senza spoilerare il tutto, allora sì che mi sarei trovata davanti il grande romanzo americano, con i suoi colpi di scena infilati nei punti giusti... invece così, a mio parere, ha rovinato tutto!
Philip Roth scrive in modo magistrale, la sintassi è stupenda, i dialoghi padre-figlia sono forse la parte migliore del libro, ma ciò non è sufficiente a farmi piacere il libro e nemmeno a chiarirmi le idee su Roth come scrittore, perché fino ad ora i libri suoi che ho letto sono troppo diversi tra loro.

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francesina
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Re: Pastorale americana - di: Philip Roth

Messaggio da francesina »

Un libro molto lungo e che in più di un punto richiede pazienza, ma che io ho trovato bellissimo. Ho molto amato l'umanità dello Svedese e mi ha fatto pena sia nella sua figura di padre che di uomo realizzato solo in parte. A posteriori, direi che concordo con chi trova l'escamotage della cornice evitabile: di fatto appesantisce un testo di per sé voluminoso, però ammetto di non avere letto gli altri libri con Zuckerman protagonista per cui non saprei se la sua presenza era necessaria perché si aggancia ad altri libri della produzione rothiana.
Un'opera impegnativa, certo, ma che mette in mostra tutto il talento di Roth.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

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fabiana
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Re: Pastorale americana - di: Philip Roth

Messaggio da fabiana »

Ho finito di leggere questo libro qualche giorno fa e credo che ci metterò un pò a metabolizzarlo, non è stato facile leggerlo, troppo spesso mi sembrava di entrare troppo nell'intimità dei pensieri di Seymour, come se li stessi ascoltando da dietro una porta socchiusa a sua insaputa. Proprio queste infinite elucubrazioni mentali a volte mi hanno reso complicata la lettura, quel suo rimuginare sui fatti, su come e perchè erano successe determinate cose e poi tornarci ancora e ancora.
Non è un libro che si legge a cuor leggero o distrattamente, bisogna essere presenti e attenti, bisogna prepararsi psicologicamente agli eventi che ti travolgeranno, ci sono volte che non si riescono ad affrontare più di 4-5 pagine insieme, altre invece non riesci a staccartene.
Roth descrive una Newark dalle mille facce, quella delle fabbriche che ne fanno la sua fortuna, quella delle molte razze che rincorrono il sogno americano, quella delle famiglie all'apparenza perfette ma che sono solo infinitamente fragili e lo fa mettendoci a confronto il pensiero e il modo di essere di tre differenti generazioni.
Le emozioni che si provano leggendo questo libro sono contrastanti e forti, l'autore riesce perfettamente nell'intento di farti provare quello che provano i personaggi della storia, riesce a farteli amare e odiare, a volte vorresti dirgli basta ma poi ti ritrovi di nuovo lì ad ascoltarli e consolarli o a volerli schiaffeggiare.
La parte più bella del libro sono sicuramente i dialoghi, brillanti e intensi.
Mi ripeto nel dire che non è un libro facile da leggere, ma è un libro da leggere, perchè ogni tanto serve un libro come questo che ti fa fermare a riflettere.
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