
Un albanese e un ex-lanzichenecco fuggono dall'Europa per rifugiarsi ad Algeri, a causa della loro omosessualità, e diventano corsari. L'ambientazione, sia storica che geografica, il passato dei personaggi, l'intreccio della vicenda, ne potrebbero fare un libro da 1000 pagine se Carlotto si perdesse a descrivere dettagliatamente le vicende, a dipingere le atmosfere e le suggestioni. Probabilmente se il libro avesse avuto quella mole avrebbe raggiunto una maggiore notorietà. Fortunatamente, per non cadere nella semplice descrizione di romanzo storico (come avvenne per Q), la mole è nettamente minore e il taglio più generale. Si avverte comunque che dietro c'è una serissima ricerca storica, su argomenti decisamente poco conosciuti, e quindi anche il lettore colpito positivamente dal libro probabilmente sentirà il bisogno di un'infarinatura per saperne qualcosina in più.
Impossibile distinguere buoni e cattivi, come generalmente accade nei romanzi di Carlotto, e come dovrebbe succedere nei noir.
Consigliato, assolutamente - onestamente il ciddì un poco meno
