Una recensione di questo libro è presente anche su e potete leggerla qui [Intervento di moderazione di Therese]
Un albanese e un ex-lanzichenecco fuggono dall'Europa per rifugiarsi ad Algeri, a causa della loro omosessualità, e diventano corsari. L'ambientazione, sia storica che geografica, il passato dei personaggi, l'intreccio della vicenda, ne potrebbero fare un libro da 1000 pagine se Carlotto si perdesse a descrivere dettagliatamente le vicende, a dipingere le atmosfere e le suggestioni. Probabilmente se il libro avesse avuto quella mole avrebbe raggiunto una maggiore notorietà. Fortunatamente, per non cadere nella semplice descrizione di romanzo storico (come avvenne per Q), la mole è nettamente minore e il taglio più generale. Si avverte comunque che dietro c'è una serissima ricerca storica, su argomenti decisamente poco conosciuti, e quindi anche il lettore colpito positivamente dal libro probabilmente sentirà il bisogno di un'infarinatura per saperne qualcosina in più.
Impossibile distinguere buoni e cattivi, come generalmente accade nei romanzi di Carlotto, e come dovrebbe succedere nei noir.
Consigliato, assolutamente - onestamente il ciddì un poco meno
"Cristiani di Allah" - Massimo Carlotto
Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie
"Cristiani di Allah" - Massimo Carlotto
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)
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Re: "Cristiani di Allah" - Massimo Carlotto
-...è solo che non ho tempo per leggere.
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)
cinefila integralista
Non inviatemi ring senza avvertire, grazie ^_^
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)
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