Il libro racconta 5 anni della vita di Sarah, comandante di polizia antiterrorismo ad Algeri. La giovane poliziotta si lascia profondamente coinvolgere a livello emotivo dagli efferati omicidi compiuti dai terroristi, in particolare dell’undicenne Sarah e di Alì. La sua ricerca dei colpevoli sembra sempre più spinta dalla voglia di vendetta, desiderio continuamente alimentato dalle foto dei corpi martoriati appese in ufficio e dai macabri resti che si conserva in casa. Non mi ha ispirato simpatia questo personaggio così sopra le righe e convinto di poter anche abusare dei propri poteri pur di raggiungere lo scopo, ma forse proprio questo la rende più umana e credibile.
Ma non è solo la storia di vittime innocenti perché veniamo man mano a scoprire la vita e i problemi di Sarah e del suo compagno Salim, entrambi accomunati da una famiglia disgregata con un padre traditore e che ha accusato la moglie di tradimento per poter essere libero.
Lo stile del libro è particolare perché lo scrittore usa frasi molto brevi (a volte di pochissime parole) e spesso ripete gi stessi concetti, in maniera quasi ossessiva. Questo stile quindi permette al lettore di immedesimarsi nelle ossessioni e nei rituali dei protagonisti. Molto efficaci le descrizioni dei vari personaggi, in particolare delle madri di Sarah e Salim.
L’unica pecca è che non vengono messi in risalto le figure dei terroristi, se non in modo stereotipato.
Cerimoniale - Rachid Boudjedra
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