"Leggere" - Corrado Augias

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Towandaaa
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"Leggere" - Corrado Augias

Messaggio da Towandaaa »

E’ la solita vecchia storia (almeno, per me): riponi molte aspettative su un libro, soprattutto dopo che altri libri dello stesso autore ti avevano colpito molto favorevolmente (“I segreti di…” Parigi, Londra e Roma di Augias mi erano piaciuti molto), e dopo averlo letto finisci per rimanere un po’ deluso. Non dico che sia brutto, mal scritto o inconcludente, per carità; ma il tono colloquiale è portato, secondo me, oltre il limite che sarebbe stato opportuno, le frequenti digressioni tendono a far perdere il filo del discorso e, soprattutto, non ho trovato quelle note acute, curiose che mi sarei aspettata da un autore come Augias. Le pagine volano via tra citazioni, piccoli episodi della storia di alcuni autori citati o dello stesso Augias, ma senza che ci sia sotto un filo conduttore costante.
Su alcune osservazioni mi sono trovata d’accordo (come ad esempio l’importanza di dare ai figli l’esempio di quanto possa essere bella la passione per la lettura ma senza imposizioni o raccomandazioni, e l’affermazione del valore positivo di “silenzio” e “solitudine” quando sono lo sfondo di una attività di lettura). Su altre mi permetto di dissentire (come ad esempio l’affermazione secondo cui sarebbe rassicurante scoprire che almeno nelle pagine di un libro un esito sicuro c’è – sono moltissimi gli esempi di libri che non hanno affatto un finale univoco e certo, e non per questo si tratta di brutti libri, anzi, spesso apprezzo molto questa caratteristica, perché lascia al lettore spazio per immaginare finali alternativi e riflettere sulla loro verisimiglianza). Altre infine mi hanno lasciata molto perplessa, anche se ho percepito che si trattava di affermazioni ironiche (quasi sardoniche, direi): mi riferisco a due delle motivazioni che, per assurdo, sarebbero da sole sufficienti a far amare la lettura (la persecuzione contro i libri propria di tutti i regimi dispotici e una certa dose di avversione verso i libri da parte di esponenti della Chiesa vecchio stampo): sarà che sono una “purista”, ma per me la passione per la lettura va valutata in termini positivi, per il valore che ha in sé, e non come rivalsa verso propensioni certamente esecrabili (cioè, io leggo per il gusto e il piacere di farlo, non per dispetto !).
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