Come già altri lettori hanno scritto, non ritengo questo libro adatto a bambini di poco più di 12 anni: il tema che affronta, anche se per metà raccontato con la voce di una bambina di sei anni, è così delicato anche per gli adulti che non so immaginare quale impatto emotivo potrebbe avere su un bambino. E non nascondo che forse questa mia opinione è condizionata dal fatto che sono madre di due bimbe (di 10 e 7 anni) e provando a immaginare quali potrebbero essere le loro reazioni nel leggere questo libro anche fra qualche anno, ho dovuto riconoscere che come minimo provocherebbe da parte loro una serie di domande alle quali, purtroppo, non saprei rispondere.
Perché la concezione che ognuno ha della morte è non solo personale nel senso che è molto soggettiva e individuale, ma è personale anche nel senso che difficilmente si riesce a spiegarla compiutamente. La scrittrice ci ha offerto una sua visione o interpretazione di questo grande mistero, anche se espressa in toni che indugiano un po’ alla fiaba (l’immagine dell’armadio in cui stare appesi per un periodo di tempo limitato, con sporadiche visite da parte delle anime che già stazionano nel “livello superiore”, non mi è piaciuta molto, l’ho trovata un po’ troppo materiale e costruita, pur non essendo io affatto convinta dell’esistenza di un purgatorio in cui le anime dovrebbero trascorrere un periodo di tempo di espiazione). Non credo che si possa giudicarla per la sua verisimiglianza, logicità o congruità: nessuno ha gli strumenti per farlo. Si può allora valutarla per le emozioni che suscita e per le riflessioni che induce: notevoli le prime e importanti le seconde, senza dubbio, e per il linguaggio usato, molto appropriato sia nelle pagine in cui a parlare è la madre sia, in particolare, nelle pagine in cui a parlare è la bambina, con quei discorsi espressi uno dietro l’altro, come fanno proprio i bambini quando non vogliono perdere l’attenzione degli adulti che li ascoltano e sono disposti a passare da un argomento ad un altro, da un episodio importante della loro giornata ad un loro pensiero o sogno.
La frase che più mi ha colpita è: “E’ che non si può scegliere per gli altri, nemmeno con la scusa dell’amore”: sarà importante che io la ricordi, soprattutto in futuro quando le mie bimbe diventando più grandi inizieranno a fare scelte importanti per la loro vita.
L’episodio che più mi ha colpita è il momento in cui la bambina, sempre in uno dei suoi discorsi che sembrano non avere mai fine, di slancio, riconosce di sapere perfettamente che la mamma è morta, anche se tutti intorno a lei continuano a fingere il contrario. Spesso i bambini ci sorprendono, percepiscono molto di più e molto prima di quanto vorremmo ciò che, in circostanze tristi o allegre, ci affanniamo a nascondere loro. A questo proposito voglio raccontarvi un piccolo episodio della mia storia familiare (anche se il contesto è del tutto diverso da quello del romanzo; è il particolare periodo dell’anno a essere rilevante in questo momento): la mia bimba più grande, due anni fa, mi ha confidato poco prima di Natale che già dall’anno precedente non credeva più all’esistenza di Babbo Natale, ma non aveva rivelato a nessuno questo suo pensiero perché vedendoci tutti impegnati a creare e mantenere le condizioni per questa fantasia, le dispiaceva rompere l’incantesimo (cioè, praticamente non voleva sciupare la festa a noi adulti!).
"Se è una bambina" - Beatrice Masini
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Re: "Se è una bambina" - Beatrice Masini
I miei genitori mi avevano regalato questo libro un bel po' di tempo fa, ma non l'avevo neppure iniziato a leggere, non mi ispirava.
La tua recensione mi fa venire voglia di leggerlo, lo cercherò in casa.
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