Uno,nessuno e centomila-Quaderni di Serafino Gubbio operator

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Towandaaa
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Uno,nessuno e centomila-Quaderni di Serafino Gubbio operator

Messaggio da Towandaaa »

"Uno, nessuno e centomila - Quaderni di Serafino Gubbio operatore" - Luigi Pirandello

Questo libro ha un grande merito, secondo me: quello di presentare insieme due romanzi solo apparentemente molto diversi, affiancando al celeberrimo "Uno, nessuno e centomila" il meno noto (ma non per questo meno pregevole) "Quaderni di Serafino Gubbio operatore" e suggerendo una comune linea di interpretazione per entrambi.
L'idea per cui, in definitiva, è impossibile arrivare ad una conoscenza oggettiva non solo della realtà e delle persone che ci circondano ma anche di se stessi, che Vitangelo Moscarda (il protagonista del primo romanzo) analizza e sviscera in tutti i suoi risvolti, è il punto di arrivo del cammino tutto interiore che si compie in "Uno, nessuno e centomila", suggellato dalla scelta di solitudine che Vitangelo compie e dal marchio della pazzia con cui gli altri lo additano, a causa della loro incapacità di accettare che il mondo non abbia una propria entità univoca, di comprendere le lucidissime riflessioni che il protagonista conduce amaramente sul tema del relativismo di ogni cosa.
Un cammino analogo è quello condotto da Serafino Gubbio, portato sia dal proprio mestiere che da una personale predisposizione ad essere un acuto osservatore della realtà che lo circonda, alla ricerca di una oggettività che continuamente sfugge ad ogni intento di classificazione e che si frantuma in mille prospettive diverse, tante quanti sono i punti di vista che possono proporsi. Anche Serafino finisce per compiere una scelta di solitudine, rappresentata da quella afasia in cui si ritira dopo lo shock dovuto non solo al fatto di aver assistito ad una tragedia, ma anche al fatto di essere rimasto impassibile, durante quei drammatici momenti, al servizio della macchina da presa, simbolo di quella oggettività astratta irraggiungibile che a niente altro può portare se non all'alienazione, e simbolo anche di un cosiddetto progresso, tanto decantato, ma che agli occhi di Pirandello finisce per schiacciare l'uomo e quel poco che ancora gli resta della considerazione di se stesso.

Due capolavori, anche se sono consapevole del fatto che la mia è una opinione di parte: Pirandello è da sempre il mio autore prediletto e adoro tutte le sue opere (racconti, romanzi, saggi e opere teatrali).

Da leggere, assolutamente, e senza i pregiudizi derivanti da quella (secondo me) odiosa accezione negativa di cui l'aggettivo "pirandelliano" è stato più volte ammantato. Potrà anche apparire ostico, ma ad un esame attento si scoprono pensieri e riflessioni secondo me condivisibili in ogni tempo.
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Re: Uno,nessuno e centomila-Quaderni di Serafino Gubbio operator

Messaggio da liberliber »

ho adorato il primo e non l'avevo trovato affatto ostico, mi sa che cercherò anche l'altro ;)
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
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