Premessa: chi non legge Camilleri per l'uso del dialetto (ed è un peccato) deve evitare questo libro (ed è uno stra-peccato) perchè sono ben rare le parti in italiano.
Premessa due: di Camilleri ho letto solo il filone esterno a Montalbano, e se i risultati sono questi penso che lo sbirro aspetterà ancora parecchio.
In questo libro l'autore narra una splendida fiaba ambientata nella sicilia tra fine '800 e inizio '900, proprio come se ci si trovasse davanti al fuoco una sera d'inverno. Amo molto i libri in cui si raccontano le storie popolari, e in questo caso abbiamo un racconto che affonda le radici in un'allegoria dell'odissea e nella leggenda delle sirene. Si sente il profumo del mare, si vede il luogo in cui si svolge la storia e pare di conoscere i personaggi. E sullo sfondo una vicenda d'amore che pareva difficile e invece prospera. Non compare l'ironia presente di solito nei libri di Camilleri, e il libro è assai breve, si legge in una giornata, ma essendo una favola caratteristiche diverse sarebbero fuori luogo. Questo e il "re di Girgenti" sono sicuramente due dei libri più belli che abbia mai letto.
Maruzza Musumeci - Andrea Camilleri
Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie
Maruzza Musumeci - Andrea Camilleri
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)
- Towandaaa
- Olandese Volante
- Messaggi: 9299
- Iscritto il: mer nov 15, 2006 2:44 pm
- Località: Peccioli (Pisa)
Re: Maruzza Musumeci - Andrea Camilleri
Ancora sul tema della metamorfosi come spunto per dipingere le diverse forme di amore: coniugale, verso i figli e i genitori, tra fratelli.
I frequenti accenni alla mitologia classica, il maggior grado di coinvolgimento di Gnazio (che crede davvero nella duplice natura della moglie e della figlia), la presenza di pseudo-fattucchiere dagli strani poteri e artefici di rituali esoterici.......tutto ciò rende i toni di fiaba più accentuati rispetto a “Il casellante” (il cui protagonista asseconda per amore, ma senza lasciarsi convincere, le folli propensioni della moglie mortificata e depressa per la propria sterilità), però ciò che emerge è sempre e comunque la passione che l’amore incondizionato accende (fino al paradosso di un uomo che odia il mare al punto di volerne evitare perfino la vista, ma che si trova ad essere marito e padre di donne-sirene).
Maruzza è una donna del tutto sui generis, se la collochiamo nel ristretto contesto sociale di quei luoghi e di quei tempi: già da solo questo elemento la rende avulsa dalla realtà, perchè gode di spazi di libertà ed è assecondata dal marito in modi del tutto inconsueti per la società rurale siciliana degli inizi del XX secolo. Gnazio è fatto di quella pasta che fonde in sè bontà, dedizione e ingenuità. I figli sono lo specchio ora dell’uno ora dell’altro genitore, senza commistioni, e le vicende che vivono rendono esplicite le loro diverse nature, più metafisiche o più terrene.
Anche la conclusione sembra riproporre le cadenze delle fiabe più tradizionali: dopo l’epilogo vero e proprio si assiste ad una serie di quadretti in cui si tracciano in parte le vicende successive dei personaggi e dei luoghi. E anche gli accenni ad eventi storici realmente verificatisi (i fenomeni dell’emigrazione verso l’America, le camicie nere del ventennio, gli avvenimenti bellici) entrano, diciamo così, in punta di piedi nella storia, senza trasfigurare i toni che sono e rimangono quelli magici e ovattati della fiaba, pur se drammatica.
La lingua è, se possibile, ancora più “stretta” e aspra del solito, ma pur sempre ricca di quelle espressioni così liriche che ripagano anche il lettore meno esperto del siciliano.
I frequenti accenni alla mitologia classica, il maggior grado di coinvolgimento di Gnazio (che crede davvero nella duplice natura della moglie e della figlia), la presenza di pseudo-fattucchiere dagli strani poteri e artefici di rituali esoterici.......tutto ciò rende i toni di fiaba più accentuati rispetto a “Il casellante” (il cui protagonista asseconda per amore, ma senza lasciarsi convincere, le folli propensioni della moglie mortificata e depressa per la propria sterilità), però ciò che emerge è sempre e comunque la passione che l’amore incondizionato accende (fino al paradosso di un uomo che odia il mare al punto di volerne evitare perfino la vista, ma che si trova ad essere marito e padre di donne-sirene).
Maruzza è una donna del tutto sui generis, se la collochiamo nel ristretto contesto sociale di quei luoghi e di quei tempi: già da solo questo elemento la rende avulsa dalla realtà, perchè gode di spazi di libertà ed è assecondata dal marito in modi del tutto inconsueti per la società rurale siciliana degli inizi del XX secolo. Gnazio è fatto di quella pasta che fonde in sè bontà, dedizione e ingenuità. I figli sono lo specchio ora dell’uno ora dell’altro genitore, senza commistioni, e le vicende che vivono rendono esplicite le loro diverse nature, più metafisiche o più terrene.
Anche la conclusione sembra riproporre le cadenze delle fiabe più tradizionali: dopo l’epilogo vero e proprio si assiste ad una serie di quadretti in cui si tracciano in parte le vicende successive dei personaggi e dei luoghi. E anche gli accenni ad eventi storici realmente verificatisi (i fenomeni dell’emigrazione verso l’America, le camicie nere del ventennio, gli avvenimenti bellici) entrano, diciamo così, in punta di piedi nella storia, senza trasfigurare i toni che sono e rimangono quelli magici e ovattati della fiaba, pur se drammatica.
La lingua è, se possibile, ancora più “stretta” e aspra del solito, ma pur sempre ricca di quelle espressioni così liriche che ripagano anche il lettore meno esperto del siciliano.
La mia libreria
La mia lista dei desideri
Towandaaa su aNobii
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
La mia lista dei desideri
Towandaaa su aNobii
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
- lilacwhisper
- moderatrice
- Messaggi: 4444
- Iscritto il: mer giu 25, 2008 7:09 pm
- Località: Piacenza
- Contatta:
Re: Maruzza Musumeci - Andrea Camilleri
Premesso che di Camilleri ho letto solo "Biografia del figlio cambiato" e che la serie su Montalbano a pelle non m'ispira, devo dire che questo libretto m'incuriosisce molto, a giudicare dalle opinioni. Per mia fortuna un po' di dialetto lo capisco perché parte della mia famiglia è siciliana, quindi penso che potrebbe piacermi.lup ha scritto:Si sente il profumo del mare, si vede il luogo in cui si svolge la storia e pare di conoscere i personaggi. E sullo sfondo una vicenda d'amore che pareva difficile e invece prospera.
Vado subito a vedere se si trova in biblioteca


- lilacwhisper
- moderatrice
- Messaggi: 4444
- Iscritto il: mer giu 25, 2008 7:09 pm
- Località: Piacenza
- Contatta:
Re: Maruzza Musumeci - Andrea Camilleri
Finito
Un piccolo libretto molto particolare. Sembrerebbe una sorta di favola che mescola in sè molti elementi, sebbene agli inizi la storia di Gnazio mi abbia fatto tornare in mente quella di molti personaggi delle novelle pirandelliane o meglio ancora verghiane. Gnazio inizialmente sembra uno dei tanti "vinti" tratti dalla letteratura verista, un bambino che giovanissimo diventa bracciante per aiutare la madre sola. In realtà, a differenza dei protagonisti delle novelle veriste, Gnazio riesce (fortunosamente) a raggranellare una bella cifra e torna in Sicilia. Da questo momento, la storia verosimile di uno dei tanti nostri connazionali emigrati a inizio secolo si tinge di mistero con l'arrivo di Maruzza, colei che già nel nome porta il ricordo del mare. Una creatura erotica, bellissima e magica che porterà morte, sensualità e mistero nella vita del povero Gnazio.
Mi è piaciuta la storia ma ancor di più la conclusione, con il canto ammaliatore delle sirene che per una volta non uccide ma accompagna dolcemente alla morte.
Il dialetto usato non è (ahimé per me
) quello palermitano, col quale ho più dimestichezza, ma tutto sommato sono riuscita a procedere nella lettura. Sinceramente ho trovato grottesco l'elemento delle "palpatine" di gnà Pina a Gnazio prima del matrimonio, dubito che nella realtà di circa un secolo fa sarebbe accaduto davvero
(anche se stiamo parlando di una mezza strega, probabilmente dunque senza troppo ritegno
).
Rispecchia molto la tradizione popolare siciliana, mi ha fatto tornare in mente alcuni racconti e alcuni scorci di vita di paese legati alle mie estati in Sicilia

Un piccolo libretto molto particolare. Sembrerebbe una sorta di favola che mescola in sè molti elementi, sebbene agli inizi la storia di Gnazio mi abbia fatto tornare in mente quella di molti personaggi delle novelle pirandelliane o meglio ancora verghiane. Gnazio inizialmente sembra uno dei tanti "vinti" tratti dalla letteratura verista, un bambino che giovanissimo diventa bracciante per aiutare la madre sola. In realtà, a differenza dei protagonisti delle novelle veriste, Gnazio riesce (fortunosamente) a raggranellare una bella cifra e torna in Sicilia. Da questo momento, la storia verosimile di uno dei tanti nostri connazionali emigrati a inizio secolo si tinge di mistero con l'arrivo di Maruzza, colei che già nel nome porta il ricordo del mare. Una creatura erotica, bellissima e magica che porterà morte, sensualità e mistero nella vita del povero Gnazio.
Mi è piaciuta la storia ma ancor di più la conclusione, con il canto ammaliatore delle sirene che per una volta non uccide ma accompagna dolcemente alla morte.
Il dialetto usato non è (ahimé per me



Rispecchia molto la tradizione popolare siciliana, mi ha fatto tornare in mente alcuni racconti e alcuni scorci di vita di paese legati alle mie estati in Sicilia
