Zazie nel metrò - Raymond Queneau
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Zazie nel metrò - Raymond Queneau
Zazie nel metrò - Raymon Queneau
Questo romanzo non è semplicemente un romanzo; è pura sperimentazione linguistica e stilistica ma riesce allo stesso tempo a rientrare nei canoni della storia costruita secondo i requisiti necessari. Requisiti che poi la narrazione (o l'autore) stravolge e piega a piacimento.
La trama è la semplice giornata della piccola Zazie affidata agli zii. Solo che la bimba parla come una scaricatore di porto e conosce le insidie del mondo pur conservando l'innocenza. Niente è come sembra e tutto è canonico anche se la puzza che apre il romanzo è in realtà profumo. Queneau gioca con la lingua e con i registri, deforma le regole e riesce a portarci in giro per Parigi nonostante lo sciopero del metrò, facendoci accompagnare da una serie di personaggi ognuno dei quali meritevoli di una saga a parte.
Una conferma ulteriore di genialità.
Questo romanzo non è semplicemente un romanzo; è pura sperimentazione linguistica e stilistica ma riesce allo stesso tempo a rientrare nei canoni della storia costruita secondo i requisiti necessari. Requisiti che poi la narrazione (o l'autore) stravolge e piega a piacimento.
La trama è la semplice giornata della piccola Zazie affidata agli zii. Solo che la bimba parla come una scaricatore di porto e conosce le insidie del mondo pur conservando l'innocenza. Niente è come sembra e tutto è canonico anche se la puzza che apre il romanzo è in realtà profumo. Queneau gioca con la lingua e con i registri, deforma le regole e riesce a portarci in giro per Parigi nonostante lo sciopero del metrò, facendoci accompagnare da una serie di personaggi ognuno dei quali meritevoli di una saga a parte.
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Re: Zazie nel metrò - Raymond Queneau
A lettura terminata (ma anche “in corso d’opera”, ammettiamolo !) mi sono trovata a chiedermi “E’ questo il libro che non avevo ancora letto e che pensavo di dover assolutamente leggere ? Perché, suvvia, mai letto niente di Queneau, bisogna rimediare…….. ”.
Qui le cose sono due (tertium non datur): o io non ci ho capito niente, oppure………non c’è niente da capire !
Mi sento come Laverdure quando afferma (a pagina 113) “Non si capisce né l’hic di questo nunc, né il quid di questo quod”…………….. ma lui è un pappagallo, e non fa che ripetere “Chiaccheri, chiacchieri, non sai far altro”……….. io sono una lettrice, e non mi posso sentire soddisfatta da una lettura fatta di nonsense, giochi di parole, alternanze di tempi verbali disinvolte, frasi ripetute in modo identico fino a diventare cantilene (Marceline che risponde sempre “con dolcezza”, tanto per dirne una). Né da una trama astrusa, in cui si assiste alle gesta di una combriccola scombinata di personaggi che una ragazzina a dir poco antipatica ha raffazzonato temporaneamente attorno a sé.
Attendo con curiosità di leggere altri commenti, pronta anche a ricredermi di fronte a osservazioni che mettano in luce quanto io, evidentemente, non ho colto. Per il momento rimango basita !
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Re: Zazie nel metrò - Raymond Queneau
"Purtroppo" Towandaaa, è come ha scritto etna, il libro non ha lo scopo di narrare una trama, ma gioca con la trama per rompere gli schemi. E' in effetti un nonsense e per la mia poca esperienza (anch'io non sono una grande amante del genere) almeno ha una parvenza di trama e se si esce disillusi dalla lettura è proprio perché la distorsione è leggera e ci si aspetta in continuazione di veder "filare" la trama e riprendere l'ortodossia narrativa. Altri libri di Queneau sono molto meno convenzionali, da questo punto di vista 
Naturalmente, questa è la mia umile idea

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Re: Zazie nel metrò - Raymond Queneau
Credo allora che non mi cimenterò con altri libri di Queneau, e, più in generale, credo di non essere fatta per i libri che abbiano l'intento di "rompere gli schemi" (come dimostra anche lo scarsissimo - praticamente nullo - piacere che mi ha dato la lettura di "La vita istruzioni per l'uso" di Perec) se a questa operazione non segue poi una costruzione di qualcosa di diverso
Per questo come per quello di Perec che ho menzionato la (fastidiosissima !) sensazione che mi è rimasta è quella che gli autori devono essersi divertiti a scrivere senz'altro più di quanto io mi sia interessata al risultato (cioè, che abbiano scritto per sè, e non per chi li avrebbe letti)

Per questo come per quello di Perec che ho menzionato la (fastidiosissima !) sensazione che mi è rimasta è quella che gli autori devono essersi divertiti a scrivere senz'altro più di quanto io mi sia interessata al risultato (cioè, che abbiano scritto per sè, e non per chi li avrebbe letti)

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Re: Zazie nel metrò - Raymond Queneau
Hanno scritto per sé e per gli addetti ai lavori ... ma evidentemente anche per molti "simpatizzanti"Towandaaa ha scritto: gli autori devono essersi divertiti a scrivere senz'altro più di quanto io mi sia interessata al risultato (cioè, che abbiano scritto per sè, e non per chi li avrebbe letti)
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Re: Zazie nel metrò - Raymond Queneau
Towandaaaa, faccio finta di non aver letto il tuo commento su Perec 

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Re: Zazie nel metrò - Raymond Queneau
altrimenti cosa rischierei ???



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Re: Zazie nel metrò - Raymond Queneau
Rischi che ti faccio arrivare a sorpresa altri lavori di Perec, se possibile ancora più assurdi
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Re: Zazie nel metrò - Raymond Queneau
pura domanda spassionataetnagigante ha scritto:Questo romanzo non è semplicemente un romanzo; è pura sperimentazione linguistica e stilistica ma riesce allo stesso tempo a rientrare nei canoni della storia costruita secondo i requisiti necessari.

io ho letto un altro libro di Queneau, Il diario intimo di Sally Mara, e anche lì mi pare che la sperimentazione linguistica predomini sulla trama.
Ora, mi chiedo: pur ammettendo la traduzione da parte di un fuoriclasse assoluto, quanto può uscire dai propri confini un autore del genere?
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)