"Amadè" - Laura Mancinelli

[Towandaaa]

Non conosco Torino ma penso che l’immagine della città offerta da questo libro sia davvero affascinante: panorami noti e meno noti, personaggi umili e altolocati nel contrasto tra i quali si trova il giovanissimo enfant prodige Mozart, e la cupola del Guarini che sembra produrre giochi di luce tali da ispirare non solo la sensibilità del musicista, ma anche lo spirito dei comuni mortali.
Crescere e affrontare i primi sensi di inadeguatezza e i turbamenti delle emozioni è sempre difficile; ancor più deve esserlo per persone dotate di una particolare sensibilità e genio dalla natura e già inquadrate da altri in un ruolo decisamente opprimente per un ragazzino. Così il giovane Amadé mostra in sé questi contrasti e li esprime ad esempio suonando alla maniera degli zingari (ma solo quando il padre non le vede) oppure riconducendo ai movimenti e alle tonalità della musica i repentini mutamenti nelle impressioni che si possono ricavare da un panorama o dalla vista di un’opera architettonica a seconda del mutare delle luci naturali che li investono.
Molto belle le descrizioni dei sentimenti che le diverse musiche esprimono, e molto bello anche il legame, seppur breve, tra Amadé da un lato e Rosina e l’uomo del teatrino dall’altro: personaggi di diversa estrazione sociale ed età, ma importanti per un accrescimento reciproco che non bada a queste distinzioni.