"Il piccolo Re Dicembre" - Axel Hacke

[Towandaaa]

Questo libro mi aveva tratta in inganno sotto due aspetti: più in generale, pensavo si trattasse di un racconto per bambini, e più in particolare, speravo di ritrovarvi l’eco di una favola che mio padre mi ha raccontato a volte da piccola, “Pipino nato vecchio e morto bambino”. Sbagliavo su entrambi i fronti. Ora che l’ho letto non lo ritengo appieno un libro per bambini, perché affronta temi di difficile spessore che rischiano di non essere percepiti dai lettori in erba, e senza questi la favola in sé non mi sembra molto allettante. Il piccolo re mi è sembrato una proiezione manifesta delle fantasie e dei desideri del protagonista “umano”, un piccolo alter ego con cui intavolare colloqui su argomenti come la nascita, la morte, l’immortalità, l’infinito, il senso dei sogni, o da portare in tasca con sé a spasso per strada per lasciare che sia lui ad esprimere quelli che potrebbero essere i pensieri di un uomo solo e triste se solo provasse a calarsi fuori dai rigidi schemi che la monotonia ha impiantato nella sua vita.
E non ho trovato nessun contatto con la storia di Pipino, perché l’evoluzione della vita di questo piccolo re non consiste nel regredire nell’età fino all’infanzia, ma solo nel diventare sempre più piccolo, fino a scomparire, pur rimanendo adulto.
Una grande tristezza amara impregna queste pagine, e i bellissimi disegni che lo illustrano riescono solo in parte ad allentare un po’ la cappa che grava su questa storia.