
"La città dei ladri" è una vicenda che si svolge interamente durante l'assedio di Lelingrado, fuori e dentro le linee nemiche, interamente nel freddo e nella tragedia di quei tempi, tutto visto "dal basso" di comprimari inisignificanti nel disegno generale storico del momento di svolta della II guerra mondiale. E' un racconto di guerra intenso, a tratti molto crudo, ma anche scanzonato e ironico; esente da retorica, non militarista, asciutto e avvincente.
Personalmente trovo che il pregio e/o il limite di questo libro sia (e riprendo un'osservazione di Delfino con cui concordo) l'assoluta ciematograficità della vicenda, dei personaggi, della scrittura stessa.
Dello stesso autore, "La 25° ora" (a conferma della contiguità al cinema dell'autore) e "La ballata di Sad Joe", racconti che ho molto molto apprezzato per originalità e godibilissima leggibilità.