Il mio terzo Todde.
Fino ad ora il migliore.
Rappresenta magnificamente le pieghe più nascoste della mente e del cuore, usando quel linguaggio piano e raffinato insieme di cui solo la Munro è capace.
Come lei non è ricercato, e, scomponendo le frasi, le si trova fatte di parole comuni, ma composte in pennellate che sono schegge di poesia e significati nuovi insieme.
Giallo a pieno titolo, la storia è cruda e spietata senza cadere nel truculento o nello scontato.
Crediamo di intuire, ma restiamo sempre una spanna indietro, e la nostra immaginazione neppure si accosta all'abisso delle efferatezze, così umane, che l'autore rappresenta con grande verosimiglianza.
Le molteplici tematiche, amore, immobilismo, capacità e voglia di riscatto, ricerca interiore, narcisismo, critica sociale, follia (quest'ultima molto cara a Todde), si intrecciano indissolubilmente senza ingarbugliarsi.
La rappresentazione è corale, composita, vibrante, nè, mai, ci sono buoni e cattivi, ma unicamente persone che agiscono e, talvolta, pensano.
Sullo sfondo colori e odori del mediterraneo insulare e costiero.
Limoni giganti che infondono pace e nani che forse erano stati ciclopi.
Unico neo, che maggiormente esalta e dà valore, una piccola inesattezza antropo-storica.
Un libro da non prestare mai, da liberare e regalare agli amici più cari.
Giorgio Todde - E quale amor non cambia
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Giorgio Todde - E quale amor non cambia
Esperienza è il nome che gli altri danno ai propri errori (O. Wilde)