Il figlio dell'uomo - Yi Munyol

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ciucchino
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Il figlio dell'uomo - Yi Munyol

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In copertina questo libro viene definito come “giallo teologico” anche se l’aspetto “poliziesco” non è così importante ai fini della trama sia perché l’assassino si intuisce abbastanza facilmente e sia perché mi sembra solo un espediente per narrare le vicende di Assuero, l’alter ego dell’assassinato.
Indagando sull’omicidio di un religioso Min Yo-Sop, l’investigatore cerca la soluzione del giallo negli appunti del morto: una specie di romanzo teologico-filosofico che racconta la vita di Assuero, contemporaneo di Cristo. Attraverso la vita di Assuero e la sua contrapposizione a Gesù, Min Yo-Sop arriva a rielaborare una nuova concezione religiosa che contrappone il “Figlio dell’uomo”, ossia Assuero, al “Figlio di Dio”, ossia Gesù.
Il nuovo Dio ricercato da anni da Assuero si contrappone a Jahvè accusandolo quasi di crudeltà verso l’uomo vessato da comandi e tribolazioni per aver violato l’ordine di non mangiare la mela. Ottenere poi la felicità nei cieli è difficilissimo anche perché Gesù non utilizza sistematicamente dei facili metodi come i miracoli che avrebbero convinto tutti immediatamente, ma costringe gli uomini a credergli sulla parola e, per aumentare il loro senso di colpa, si immolerà sulla croce rovesciando sull’umanità il peso di averlo ucciso.
Le discussioni poi intorno alle altre divinità del tempo sono molto interessanti e rese con linguaggio semplice per cui la lettura non è appesantita da discorsi troppo complessi.
Un libro molto interessante perché può essere letto come ho fatto io, cioè un giallo teologico, oppure si potrebbe cercar di approfondire e analizzare gli innumerevoli spunti sul concetto di divinità e osservanza religiosa che l’autore ha disseminato per tutto il racconto.
Da sconsigliare invece a chi si aspetta un giallo in stile ”Codice da Vinci”: non ci sono e non vogliono esserci sensazionalismi o colpi di scena, ma solo un’indagine poliziesca che si sviluppa attraverso un racconto filosofico-religioso.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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