"Un sabato, con gli amici" - Andrea Camilleri

[Towandaaa]

Un’ antologia di nefandezze tali che viene spontaneo chiedersi se siano il frutto di una mente perversa e malata. Dato che non penso sia questo il caso, dopo aver letto quasi tutta la produzione camilleriana, sono più propensa a credere che si sia trattato di un “esperimento”, di un tentativo di cimentarsi con temi e toni inconsueti. Se così è, però, si tratta di un esperimento davvero mal riuscito, secondo me. Perché risulta troppo evidente l’intento di sconcertare e di mettere a disagio il lettore, le situazioni appaiono scientemente costruite a tale unico scopo, la discesa agli inferi di questi personaggi risulta troppo predeterminata, il concatenarsi dei legami tra i vari personaggi fallisce di fronte all’esame delle verisimiglianza, l’interazione tra essi appare eccessivamente preordinata e irreale.
Se tutto questo ancora non bastasse, mi permetto di aggiungere anche che la struttura stessa risulta molto confusa. Ad una prima parte in cui vengono offerti al lettore una serie di flash che dovrebbero introdurre i personaggi e la loro storia, seguono la parte centrale della catarsi e l’epilogo che torna ad essere una serie di inquadrature sparse sui flashback che hanno segnato la psicologia di ognuno di questi soggetti. Appare tutto molto slegato e faticoso da seguire, i segreti che ciascuno custodisce ed usa nei confronti degli altri non hanno fatto in tempo a sedimentarsi nell’attenzione del lettore nel momento in cui si manifestano come sottofondo delle trame che si snodano nell’arco di una serata disastrosa e tragica, quindi se qualche episodio coglie di sorpresa non è perché veramente si tratta di una svolta inattesa, ma solo perché il lettore riesce a realizzarne dopo il significato ( mormorando fa sé: “……ah, già, perché lei prima aveva avuto una relazione anche con lui…..” o altre riflessioni del genere).
Sinceramente, ho trovato questo romanzo davvero deludente, su tutti i fronti.