"Nella bolla" - Andrea Franco

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Towandaaa
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"Nella bolla" - Andrea Franco

Messaggio da Towandaaa »

Un bel romanzo in cui scorrono parallelamente tre storie accomunate e segnate da importanti cambiamenti. Ne sono protagonisti persone comuni, di età diverse, che simbolicamente abbracciano tutte le stagioni della vita, suggerendo che in qualsiasi momento si devono o si possono affrontare situazioni difficili e di conseguenza adottare scelte determinanti.
La drammaticità delle vicende è diversa, ma comune è il sentimento di indecisione e di incertezza che accompagna ora il quindicenne alle prese con la confusa percezione della propria identità nei confronti del “gruppo”, ora la madre vedova del bambino affetto da autismo disposta a sacrificarsi per lui, ora l’anziano che assiste all’agonia della moglie morente. Ognuno dei tre viene messo a dura prova, viene posto a nudo di fronte alla propria coscienza, è portato naturalmente a riesaminare la propria storia pregressa. L’epilogo del romanzo segna per ciascuno il momento di una nuova consapevolezza, senza però segnali netti e definiti, proprio come accade nella vita, in cui quelli che sembrano punti di arrivo si dimostrano sempre, in realtà, nuovi punti di partenza.
Il momento di interazione tra i tre protagonisti è fugace ma intenso: ognuno conosce solo la propria situazione, ma percepisce il malessere degli sconosciuti che assieme a lui hanno cercato un attimo per fare chiarezza nella solitudine notturna di un giardinetto. Questo momento di comunione, pur non essendo d’aiuto specifico per nessuno dei tre, si rivela comunque importante nel senso che relativizza uno degli effetti collaterali più distruttivi del dolore, della tristezza e dell’amarezza: quello che porta a chiudersi in se stessi nell’erronea convinzione che nessuno possa capirci perché nessuno può sentirsi davvero come noi. Un segnale importante, a cui ognuno potrà dare lo sviluppo che crede, ma di cui è pur sempre bene fare tesoro.
C’è molta concretezza in queste storie: sia perché sono storie comuni, sia perché l’autore ha saputo diversificare i registri narrativi a seconda del personaggio preso in esame, sia, infine, perché i sentimenti e gli stati d’animo sono oggetto di una espressione non altisonante ma composta, risultato di una grande sensibilità per le dinamiche umane e frutto di un intento che, si percepisce, non è volto meramente a commuovere, impietosire, colpire il lettore, ma a offrirgli vicende su cui riflettere.
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