Grill Bill. Niente di buono da un cadavere - Massimo Zanicchi
L'assassinio di William Fottipapa Bates, capo di un gruppo paramilatare nordirlandese pone le basi per una storia che si tinge di pulp, di surreale nonsense e tracima humor dall'inizio alla fine. Le ceneri di Bill, grigliato per suo volere al momento del passaggio a miglior vita, vengono trafugate e sono oggetto di contesa violenta tra varie frangie criminal-politiche che rendono Dublino una città divertente. L'urna passa tra le mani di un ignaro scippatore di vecchiette-corrieri, alla storia si aggiungono poliziotti e criminali che parlano come se Machiavelli si svegliasse nei panni di un hooligan addolcito dallo zen e una giornalista cerca lo scoop della sua vita professionale mentre la necrofilia si fa strada sinuosamente. Succede tutto e il contrario di tutto, le coincidenze si sprecano e bisogna arrivare ben oltre l'ultima pagina per dipanare la matassa, leggendo l'articolo di quotidiano (impaginato in una maniera che mi ha fatto scendere una lacrima di uraniana memoria) a fine libro e il glossario, sagace e pungente, che ci aiuta a capire il calcio gaelico e il significa to Pogue Mahone.
Le citazioni e i rimandi (voluti o meno) si spargono per tutto il testo e svelarli in questa sede rovinerebbe il piacere della lettura.
Da qualche parte ho detto che ne avrei fatto un ring.
Grill Bill. Niente di buono da un cadavere -Massimo Zanicchi
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Grill Bill. Niente di buono da un cadavere -Massimo Zanicchi
A valle, tra masse ebre, la nera, l'accesa d'ira Etna ti moveva; l'Etna gigante, lave vomitante. Arida secca l'arena, l'erbe essa martellava.