Sicuramente è un argomento ostico e certamente non è una lettura da spiaggia, ma questo saggio così interessante, ben scritto e documentato permette al lettore di capire la realtà che lo circonda e gli avvenimenti degli ultimi 40 anni: dalla dittatura cilena all’uragano Katrina.
L’elemento comune è l’applicazione delle teorie economiche di Milton Friedman e della Scuola di Chicago: un liberismo senza freni avrebbe dovuto portare alla libertà grazie a un capitalismo senza regole. Tutto ciò è potuto avvenire utilizzando lo shock: su popolazioni terrorizzate dagli squadroni della morte cosi come su popoli traumatizzati da eventi naturali catastrofici (tsunami, uragani etc).
L’elemento comune di tutte le vicende analizzate è lo sfruttamento di una situazione di debolezza (una tabula rasa come da manuali CIA) per poter imporre misure economiche che hanno piegato e impoverito la popolazione a vantaggio di pochi, anzi pochissimi. Un capitalismo selvaggio che ha portato all’impoverimento di milioni di persone e alla distruzione di culture e di modi di vivere.
Personalmente credo che sia un libro che tutti dovrebbero leggere e far leggere: la conoscenza non può impedire la nostra manipolazione, ma sicuramente una consapevolezza maggiore può aiutare a comprendere la realtà in cui viviamo e, soprattutto, a vedere il mondo non solo attraverso la lente deformata delle potenti lobby economiche.
Un saggio amaro ma alla fine qualche esempio positivo ci rincuora. Sarei molto curiosa di leggere adesso un aggiornamento che si occupi della grave crisi economica attuale: un tentativo di shock per imporci altre manovre liberiste o il crollo del capitalismo selvaggio?
Shock economy - Naomi Klein
Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie
Re: Shock economy - Naomi Klein
approvo
bel libro
letto poco più di un anno fa, spesso con la pelle d'oca
bel libro
letto poco più di un anno fa, spesso con la pelle d'oca

..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)