Un divertente e simpatico “giallo” sui generis ambientato in Palestina durante l’occupazione dell’impero romano. Un aristocratico romano buffo e un po’ snob vaga per il medio oriente alla ricerca di una fonte, di cui ha sentito parlare, la cui acqua dona saggezza. L’unico risultato sarà una diarrea persistente che lo accompagna tra imbarazzi e inconvenienti per tutto il romanzo. Si ritrova casualmente coinvolto in un’indagine per cercare di dimostrare l’innocenza di un falegname chiamato Giuseppe ingiustamente condannato a morte per un omicidio non commesso. Viene “ingaggiato” dal figlioletto Gesù che lo accompagna nella sua indagine.
Tante le citazioni bibliche e l’intelettualoide romano rilascia perle di saggezza che sono un vero spasso (come la convinzione che questa storia è destinata all’oblio e dopo tempo nessuno si ricorderà più di un falegname chiamato Giuseppe, della moglie Maria e del bambino Gesù).
Spassosi i dialoghi (come i preamboli lunghissimi prima di arrivare al sodo che sfiancano e annoiano gli interlocutori), divertente la trama (soprattutto per chi sa che ruolo avranno poi i personaggi del racconto), e un perfetto incastro tra tutti i personaggi e le avventure raccontate.
Un libro molto divertente che consiglio vivamente.
L'incredibile viaggio di Pomponio Flato - E. Mendoza
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