L’autore racconta in modo coinvolgente la sua infanzia felice in Sierra Leone prima dell’arrivo della guerra civile che lo trasformerà in un soldato bambino rubandogli l’adolescenza e l’innocenza.
Lui è stato fortunato perché si è salvato ed è riuscito a ricostruirsi un’esistenza negli Stati Uniti, ma è terribile quello che è stato fatto a questi bambini: non solo hanno dovuto assistere alle morti dei propri familiari e alle violenze più efferate, ma hanno dovuto scappare nella foresta per cercare di sopravvivere. Poi, catturati o dai ribelli o dall’esercito regolare, sono stati trasformati in macchine da guerra con l’incitazione all’odio e con le droghe.
Il bambino perde la sua umanità e sarà difficilissimo ricostruire la sua personalità nei centri di riabilitazione. Sono stata molto colpita dal fatto che gli educatori cercano continuamente di far capire ai bambini che non è stata colpa loro se hanno ucciso, brutalizzato persone, bruciato incendi etc, ma che sono anche loro vittime della violenza e di una guerra insensata. Il percorso di riabilitazione è durissimo (l’autore racconta come la frase “non è colpa tua” ripetuta come un mantra dagli educatori e dalle infermieri risultava insopportabili a tutti i ragazzini il cui unico desiderio era riavere le loro armi), ma qualcuno può farcela e può ricominciare a vivere.
Il libro è scritto molto bene, le descrizioni dei posti sono efficaci e l’autore ti fa entrare nella mente di un adolescente traumatizzato costretto a brutalizzare le persone invece di vivere, come sarebbe suo diritto, l’adolescenza con i tipici problemi familiari, scolastici o di rapporti con gli altri.
Memorie di un soldato bambino - I. Beah
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