Educazione siberiana - Nicolai Lilin

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lup
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Educazione siberiana - Nicolai Lilin

Messaggio da lup »

Una recensione di questo libro è presente anche su Immagine e potete leggerla qui [Intervento di moderazione di Therese]


Bellissimo.
L'autore ricorda la sua infanzia / adolescenza, e leggere il libro è come sedersi davanti ad un fuoco bevendo del cifir ascoltando i racconti di qualcuno. I vari capitoli sono impostati come un racconto orale, l'autore narra ciò che ricorda, associando persone a fatti e luoghi, con il risultato di una narrazione non completamente lineare, come sono appunto i ricordi.
Finalmente qualcuno che ha qualcosa da raccontare, e se ha inventato tutto allora chapeau, non so quanti ne sarebbero stati capaci. Propendo per la prima ipotesi, l'autore ha vissuto sulla sua pelle tutto ciò che ha narrato, e ora lo ricorda come un vecchio potrebbe ricordare i suoi tempi. Anche se non sono passati molti anni ora Lilin si trova a narrare una vita lontana e completamente diversa da quella attuale.
Non importa assolutamente condividere o meno il pensiero dell'autore come mi è capitato di leggere in diverse recensioni. Quando leggiamo le storie dei pirati non ci poniamo la questione su dove schierarci, se dalla parte dei marinai depredati o dalla parte dei saccheggiatori. E come ha detto Saviano su Repubblica: "Per leggere questo libro bisogna prepararsi a dimenticare le categorie di bene e di male così come le percepiamo, lasciar perdere i sentimenti come li abbiamo costruiti dentro la nostra anima. Bisogna star lì: leggere e basta." La cosa principale è che la condotta morale degli Urca in esilio è stata descritta in maniera perfetta, una morale che per certi versi può essere assimilata a quella della mafia, sia nella fase di massimo splendore che nella caduta.
Dal finale si intuisce che ci dovrà essere un seguito; io aspetto con impazienza :)
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)

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Gwiwenneth
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Re: Educazione siberiana - Nicolai Lilin

Messaggio da Gwiwenneth »

ring ??? eh ??? ring ??? :D :mrgreen:
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lup
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Re: Educazione siberiana - Nicolai Lilin

Messaggio da lup »

non credo che la biblioteca sia d'accordo :whistle: :lol:
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)

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Gwiwenneth
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Re: Educazione siberiana - Nicolai Lilin

Messaggio da Gwiwenneth »

e che cacchio ! :no!: :no!: :no!: :no!:
pero' sarebbe stato bello...
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chiaruzza
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Re: Educazione siberiana - Nicolai Lilin

Messaggio da chiaruzza »

Concordo... anch'io vorrei tanto leggerlo... :(

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Gahan
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Re: Educazione siberiana - Nicolai Lilin

Messaggio da Gahan »

Di questo libro mi sono piaciute molto le prime 100 pagg. Le ho assaporate, sottolineate, mi sono lasciata trasportare nella cultura dei criminali siberiani. Molto bello il capitolo sui tatuaggi e quello sui "voluti da dio". Mi è piaciuto quando ha raccontato la cerimonia del te, il significato del possedere una picca, l'allevamento dei colombi.... Poi inizia un capitolo lunghissimo, che occupa un terzo del libro e lì l'interesse si è un po' perso. Lo scrittore apre il capitolo introducendo una storia, ma la infarcisce talmente tanto di personaggi e di racconti collaterali che, pur offrendo un quadro più preciso di questa comunità siberiana, fanno un po' perdere di vista il racconto principale.
Stessa cosa più avanti, nel capitolo su Ksjusa. Ha divagato talmente tanto che alla fine non ho capito come hanno fatto a individuare i colpevoli.
Sono un po' perplessa anche sulla qualità della scrittura. Da studiosa di lingue so quanto sia difficile scrivere in una lingua che non è la tua lingua madre. Lilin, di madrelingua russa, dichiara di aver scritto questo romanzo in italiano e la sua proprietà di linguaggio è fenomenale se si considera il tempo relativamente breve da cui vive qui, quindi mi sono chiesta se sia veramente tutta "farina del suo sacco" o se non ci sia dietro un lungo lavoro di revisione da parte di collaboratori.
Giudizio complessivo positivo ma non leggerò gli altri due capitoli della "trilogia".

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