@Il senso del dolore - L' Inverno del commissario Ricciardi
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Ho finito di leggere da poco questo primo romanzo di De Giovanni e ho deciso subito di farne un ring.
La trama sembra quella del solito giallo.
Un tenore viene ritrovato morto, con gola squarciata da un pezzo di vetro del suo specchio, nel camerino di uno dei teatri piu' famosi d'Italia... il San Carlo di Napoli, é il 1931, in pieno regime fascista.
Il commissario Ricciardi indaga!
Ma Ricciardi non è il solito Colombo e nè si puo' definire un investigatore alla CSI.
Egli ha un dono, che piu' che essere un vero dono è una maledizione.
Egli riesce a vedere i fantasmi di coloro che son morti, nel loro ultimo attimo di vita.
Ne riesce a percepire l'immagine, fissa spettrale, ed ad udire le parole, la loro ultima frase.
Cio' che vede è guida per l'indaggine ma è anche tormento.
Egli non riesce a distaccarsi dal mondo della sofferenza e avverte tutto il peso del dolore della morte, e della vanià del vivere.
Tutto il libro si snoda con delicatezza e raffinatezza.
Ogni personaggio è tratteggiato con mano precisa ma con una grande dose di sensibilità.
Scrive una recensione:
E' un romanzo molto bello che mi ha attratta non dalle prime pagine; che affronto smpre con un attimo di sospetto... ma già a metà non riuscivo piu' a staccarmi. Quando si arriva verso la fine, anche se si trova il colpevole, la storia continua e continua a continua con colpi di scena non hollywoodiani ma sempre avvolti da quella dolcezza e sensibilità con cui De Giovanni dipinge la realtà di una Napoli povera ed abbandonata a se stessa, e di un umanità che ha nel sangue la lotta per la sopravvivenza e la solidarietà comune.L' autore nel commissario identifica un’umanità tradita, un essere che riassume in sé tutti i dolori del mondo, sotto un apparente distacco che cela invece un uomo che, senza pretendere di giudicare, colloca la giustizia in una sfera asettica, non dimenticando tuttavia che ci sono vittime e vittime, e colpevoli e colpevoli.
Vento gelido, imposte che sbattono, carta che svolazza, bambini a piedi nudi che si rincorrono, cadaveri agli angoli di strade che ripetono le loro ultime parole a un commissario che, stringendo i denti, lotta ogni giorno, ogni ora per cercare una verità che non è solo quella del crimine, ma è anche lo stato di abulia, di abbandono e, al tempo stesso, di opprimente torpore di un regime [quello fascista] che si avvia allo sfacelo.