"Hotel New Hampshire" - John Irving

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Towandaaa
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"Hotel New Hampshire" - John Irving

Messaggio da Towandaaa »

Questa lettura mi ha lasciata con molte perplessità, e umilmente comincio a pensare di non essere stata capace di capirla, o meglio, di capire la scelta di esprimere i messaggi che si colgono nel romanzo con modi così stravaganti (e mi permetto di precisare che uso “stravaganti” in senso eufemistico).
Inizialmente l’impressione che si ha è di trovarsi di fronte a qualcosa di simile alle vicende di una strampalata famiglia simile a quella dei Malaussène di Pennac, e probabilmente ciò è dovuto al fatto che attorno ai membri della famiglia vera e propria ruotano anche tanti altri personaggi, in un modo che ne fa qualcosa di molto simile alla tribù di Belleville. Ma nel momento stesso in cui si percepisce questa sensazione, si avverte anche che le differenze sono notevoli. La drammaticità di alcuni episodi narrati nel romanzo di Irving mi è sembrata stridente in confronto alla (forse solo apparente) leggerezza nel modo di considerarli e affrontarli da parte dei protagonisti, che hanno un modo di vivere un po’ “sulle nuvole” e scanzonato che mal si accorda con quello che accade loro, pur volendolo considerare come una reazione estrema che tende a trasfigurare gli eventi per renderli più accettabili.
I personaggi sono descritti in modo tale che sembra di vederli davanti a sé (anche se a tratti appaiono un po’ caricaturali), e si finisce anche per nutrire una certa curiosità verso lo sviluppo delle loro vicende, ma il racconto a volte mi è sembrato prolisso e dispersivo e, soprattutto, troppo spesso mi sono trovata in disaccordo con le loro scelte (ed in primis con le scelte compiute dall’autore per sviluppare la trama) quindi questo ha limitato molto il grado di immedesimazione che potevo provare nei loro confronti. E lo scarso coinvolgimento emotivo per me significa spesso scarso gradimento, a meno che non intervengano altre componenti (come lo stile adottato) a mantenere alta la mia opinione su un romanzo.
Sinceramente, la tecnica del paradosso non mi è affatto estranea né sgradita, data la mia adorazione per tutte le opere di Luigi Pirandello e dato anche il grande piacere che mi danno le letture di altri autori che ricorrono a questo mezzo per suggerire considerazioni e riflessioni importanti. Ma ho trovato questo romanzo in più punti eccessivo, quasi che l’autore avesse cercato di strafare un bel po’. L’importanza di impegnarsi per realizzare i propri sogni, anche di fronte ad avversità gravi, e di sciogliersi dalle convenzioni che non si condividono è sicuramente un messaggio importante, ma i modi scelti per trasmetterlo mi sono apparsi così grotteschi, inverosimili e surreali (quando non addirittura di dubbio gusto) che ho percepito questo romanzo come qualcosa di troppo distante da me.
Cito solo un episodio (e senza scendere nei particolari per il rischio dello spoiler): la abnorme sceneggiata messa in piedi per terrorizzare Chipper Dove, cruda e crudele non solo nei confronti di quest’ultimo (che poteva anche meritarla) ma soprattutto nei confronti di tutti coloro che si sono prestati in qualche modo a realizzarla, perché li porta a interpretare estremizzandoli propensioni e atteggiamenti che sono o sono stati fonte di grande tormento interiore.
Congedo quindi questo libro con un’opinione piuttosto tiepida ma comunque aperta: una delle mie prossime letture sarà “Preghiera per un amico” in cui spero di trovare la fantasia (che certo non manca a questo autore) incanalata in modi e toni diversi di espressione, e vicende forse anche più comuni ma non certo banali. Cioè: mi interessa confrontarmi ancora con questo scrittore, perché sono convinta di aver iniziato con quello dei suoi romanzi che era meno adatto a me.
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GaliAnna
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Re: "Hotel New Hampshire" - John Irving

Messaggio da GaliAnna »

Io adoro John Irving e ho adorato letteralmente anche Hotel New Hampshire!
Purtroppo l'ho letto millenni fa, quindi non riesco a fare una recensione decente in risposta a quella di Towandaaa, che non mi trova particolamente d'accordo...

Qui la mia j.e.:
"Questa è la storia di una famiglia eccentrica e sgangherata e di come un pò ha girato il mondo portando i suoi personaggi bizzarri, teneri e pieni di umanità a a vivere situazioni surreali.
A tratti sconclusionato e irreale, tra melodramma e tragedia, appassiona, diverte, commuove...

Superato l'impatto iniziale con un linguaggio un pò sopra le righe e con questa famiglia chiassosa, mi sono fatta trascinare nel vortice delle loro avventure partecipando intensamente.

Proprio bello, bello, bello!"
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L'Amore è l'unica schiavitù che ci rende più liberi [RB]
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tilly77
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Re: "Hotel New Hampshire" - John Irving

Messaggio da tilly77 »

A me era piaciuto da morire, però anch'io come Galianna l'ho letto un po' di tempo fa quindi non posso farne una recensione...

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vanya
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Re: "Hotel New Hampshire" - John Irving

Messaggio da vanya »

io adoro tutto Irving, compreso l'ormai introvabile Figlio del circo ed escludendo solo l'abominevole ultimo romanzo ( ma un peccatuccio lo si può perdonare, no?). Certo capisco come possa non piacere o spiazzare o anche, a volte, per certe situazioni che non sai se più grottesche o drammatiche, inorridire. Certo ci vuole uno stomaco che in qualche modo perverso apprezza la soap opera. Non so in effetti bene perchè Irving mi piace così tanto, ma so che quando ho un suo romanzo in mano, non riesco a smettere.
Preghiera per un amico secondo me è uno dei più belli, ma se, Towandaaa, cerchi questo:
e vicende forse anche più comuni ma non certo banali
, desisti, perchè allora è proprio l'ultimo libro di Irving da leggere :silenced: :mrgreen:
Cosa leggerai?
Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
P.C.

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francesina
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Re: "Hotel New Hampshire" - John Irving

Messaggio da francesina »

Hotel New Hampshire è tra le mie letture preferite di sempre :yes!:
Sono piuttosto "classica" nei gusti, non c'è verso di farmi andar giù un libro che non sia ambientato in un posto realmente esistente, con personaggi che siano esseri umani e credibili etc. eppure Irving, con le sue stranezze, i suoi paradossi, i suoi colpi di scena mi ha letteralmente conquistata. E il colpo di fulmine si è ripetuto qualche mese fa quando ho letto Il mondo secondo Garp, ma è talmente diverso (pur con lo stesso tono irreale) da Hotel New Hampshire che mi è impossibile dire quale dei due mi sia piaciuto di più.
E poi sarò sempre debitrice nei confronti di Irving perché mi ha fatto conoscere questa meravigliosa poesia di Donald Justice
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

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