140 p. - Minimum Fax [Sotteranei]
€ 11,00
A un giovane scrittore viene commissionato il reportage di una settimana in crociera extralusso nei Caraibi. Lo scrittore è David Foster Wallace e la permanenza sulla "meganave" si trasforma in un'esilarante cronaca, ma anche in un acido ritratto dell'americano in vacanza, delle sue abitudini ottuse, della sua eleganza pacchiana e - naturalmente - della sua ricerca di un forzato e artificiale relax. La critica pungente, e insieme scanzonata, di questi «cittadini americani adulti e ricchi» è accompagnata da una sferzante ironia e da uno stile pirotecnico e piacevolmente dispersivo che confermano l'enorme talento di un autore, come è stato detto, «capace di scrivere veramente di qualsiasi cosa».
ecco il mio commento:
Astenersi Croceristi e Sognatori
Se avete già prenotato una crociera e credete di esservela meritata, dopo mesi o anni di culo-a-forma-di-sedia-per-pc, non aprite questo libro, datemi retta: tenetelo a distanza!
L'amico che ve lo regalerà, consigliandovi espressamente di leggerlo sulla meganave che vi conduce da un divertimento organizzato ad un'escursione a terra, non è vostro amico: sappiatelo!
Per David Foster Wallace una settimana in crociera non è "una cosa divertente..." ma "una cosa presumibilmente/generalmente considerata divertente...": una cosa divertente per gli altri, ma chi sono gli altri?
Gli altri siamo noi!
I turisti che affollano la grossa nave bianca, tirata a lucido, priva di segni di decadenza, siamo noi: noi che inconsciamente ci specchiamo in quella meraviglia galleggiante nel vano tentativo di fermare il tempo, di essere uguali ogni giorno.
Vogliamo dimenticare la vita grigia e stressante in cui spesso ci trasciniamo senza troppa convinzione, vogliamo farci viziare, vogliamo essere al centro dell'attenzione dei professionisti delle coccole: vogliamo essere amati per amarci a nostra volta.
DFW non era uno di noi: il giornalista agorafobico ci tiene molto a non essere confuso con quei turisti che si spostano in mandrie, costantemente muniti di macchine fotografiche e videocamere, infradito e creme solari; anche se ciò non significa che siamo tutti così!
DFW non era uno di noi: la sua sensibilità gli permetteva di cogliere simboli e rappresentazioni che noi percepiamo solo a livello inconscio, non riuscendo così ad analizzarli lucidamente.
Lui ci riesce: prende la crociera dei nostri sogni - una settimana di totale relax in cui siamo serviti e riveriti da giovani zelanti e sorridenti - e la fa a pezzi, la apre e ci mostra le interiora: ci fa vedere quanto sia disgustoso quello che c'è dentro, avvolto in un'invitante confezione.
Niente sarà più lo stesso per noi: guarderemo le brochure pubblicitarie con un occhio diverso, il suo occhio, perdendo per sempre quell'ingenuità che ci portava a credere nella possibilità di sentirci soddisfatti e appagati al 100%.
Vi starete chiedendo "ma non era un libro divertente?"
Ogni tanto vi farà sghignazzare, lo ammetto, ma sarà una risata dal retrogusto amaro, tornerete subito seri e rileggerete la frase su cui avete riso per paura di aver perso qualcosa.
Lo sguardo di DFW è come un fascio di luce che rimbalza da una superficie all'altra senza sosta: un guizzo continuo senza interruzioni, che, illuminando un aspetto che c'era sfuggito, già pensa al prossimo da puntare, da portare a galla; leggendo le note e le note alle note cerchiamo di restare al passo, di non perderci neanche una parola di questa sua profonda riflessione.