Un giallo ben congegnato, a cui non mancano gli elementi classici del genere come la consequenzialità logica nel procedere delle ricerche, le ipotesi sbagliate da cui ripartire, i colpi di scena.
Ma forse, secondo me, non si tratta del genere più congeniale a Vitali: sembra che abbia profuso tutte le proprie energie narrative nell'intreccio, concludendo con un finale un po' precipitoso e trascurando le componenti che hanno fatto degli altri suoi romanzi qualcosa di originale nel panorama della narrativa italiana contemporanea.
Mancano tutti quei quadretti di vita di paese fatta di piccole rivalità, di mezzi segreti, di apparenze da salvaguardare, di verità da dire e non dire. Manca quella cura nel ritrarre e presentare i personaggi (anche quelli di secondaria importanza per la trama) che rende gli altri romanzi corali tramite la molteplicità dei punti di vista.
Il protagonista di questa storia, il medico-investigatore, è quello che viene delineato un po' meglio (ma siamo ancora lontani da ciò a cui Vitali mi aveva abituata); gli altri personaggi appaiono come figure piuttosto evanescenti, prive di una propria consistenza che vada oltre le necessità dell'intreccio.
Non è la prima volta che Vitali si allontana un po' dal terreno che ritengo gli sia più congeniale. Già con "Pianoforte vendesi" aveva sperimentato atmosfere noir con una piccola incursione nel paranormale (vero o presunto non importa): ma si trattava di un romanzo breve, e mi era piaciuto, pur contestualizzandolo come una sorta di divertissement.
Questa volta invece, nei panni del giallista, non mi ha convinto molto: probabilmente perché mi aspettavo un "giallo alla Vitali" mentre questo mi è sembrato un "giallo e basta".
"Dopo lunga e penosa malattia" - Andrea Vitali
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Re: "Dopo lunga e penosa malattia" - Andrea Vitali
"Dopo lunga e penosa malattia" l'ho letto un paio di mesi fa. Di Vitali ho letto anche "Il segreto di Ortelia" e "Un amore di zitella". Devo dire che, personalmente, ho trovato il libro da te citato migliore degli altri due.
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Re: "Dopo lunga e penosa malattia" - Andrea Vitali
Trovo che Vitali sia uno scrittore che sa scrivere bene, inteso come un complesso grammaticale, sintattico e di contenuti. Ho preso il libro così, in mezzo a tanti altri, senza leggerne la trama. Premettendo che non sono una lettrice di gialli (e ad un certo punto mi ricordo anche perchè: non capisco mai i finali ), è sicuramente uno dei meno riusciti di Vitali. Anche io come Towandaaa ho trovato il racconto un po' spiccio dal punto di vista delle descrizioni. Dopo aver letto "La figlia del Podestà", con personaggi descritti in maniera magistrale e una trama che curva anche verso l'umorismo, senza mai esagerare, ho trovato questo libro un po' piatto (addirittura confondevo i nomi dei personaggi!), la trama abbastanza liscia, il finale un po' pasticciato.
E' comunque un libretto godibile e leggibile in poche ore.
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Liz
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Re: "Dopo lunga e penosa malattia" - Andrea Vitali
È il primo libro di Vitali che leggo, quindi non posso fare il paragone con le altre cose che ha scritto.
Le componenti del romanzo giallo ci sono tutte, la trama non ha lacune. È vero che manca l'introspezione dei personaggi ma, proprio per questo, risulta una lettura leggera e veloce, il libro ideale per chi ha un pomeriggio da impegnare.
Le componenti del romanzo giallo ci sono tutte, la trama non ha lacune. È vero che manca l'introspezione dei personaggi ma, proprio per questo, risulta una lettura leggera e veloce, il libro ideale per chi ha un pomeriggio da impegnare.
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Re: "Dopo lunga e penosa malattia" - Andrea Vitali
Caro signor Vitali, no, non ci siamo. Lei è un Grande Scrittore, capace di giocare con le parole e la sintassi in maniera egregia (e io sono piuttosto rompiballe, da questo punto di vista, come lettrice), ma il giallo non è il suo genere. Se a pagina 22 una ha già chiaro "l'arma del delitto" c'è qualcosa che non va. Ok, mi prendo parte della colpa (troppi gialli letti, conoscenze di chimica), ma non va bene comunque. La prego, continui con i frizzanti romanzi di sempre
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