Con graffiante e divertita ironia, Durrenmatt descrive la fine dell’Impero Romano condannato dal suo stesso ultimo imperatore che ritiene non poter essere difendibile uno stato che ha assassinato, provocato guerre e oppresso popoli per secoli.
L’impero potrà scomparire solo grazie all’inedia del suo ultimo imperatore, unico lucido osservatore della realtà che lo circonda.
L’ironia è feroce: Durrenmatt all’inizio ci presenta un imperatore pigro e solo dedito alla pollicoltura ma che al terzo atto svelerà il suo progetto politico, gli uomini di potere della corte come ambiziosi ma incapaci, una moglie “madre della patria” dominata dall’ambizione, l’impero d’oriente imbalsamato da rigidi e ridicoli protocolli.
Un testo all’inizio molto divertente, ma poi emerge chiaramente una dura e netta condanna contro tutti gli stati oppressori riassunta nella frase che l’imperatore dice alla figlia “Quando lo stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria”.
Bello e assolutamente da leggere.
Romolo il grande - Durrenmatt
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