La scrittrice descrive il suo incontro con l’anziana madre che ha abbandonato i suoi piccolissimi bambini per lavorare come guardiana nei campi di concentramento. Per l’autrice non c’è solo il dramma non risolto dell’abbandono della madre, ma il voler cercare disperatamente di capire se la madre sia stata un mostro o se c’è qualcosa di “umano” in lei. L’incontro è devastante perché da un lato c’è il desiderio di una figlia di trovare almeno qualcosa di buono nella propria madre, dall’altra la curiosità morbosa di sapere fino a che punto sua madre sia stata coinvolta negli orrori nazisti.
Un racconto breve e scritto molto bene: l’ho visto rappresentato a teatro e devo dire che è veramente sconvolgente.
Lasciami andate madre Schneider
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