Non è solo un romanzo sulla bibliotecaria newyorkese Fi che affronta con entusiasmo il progetto di una biblioteca itinerante sui cammelli per poter portare i libri alle tribù più disperse del Kenya, ma è il racconto dell’incontro, non scevro di problemi, tra culture diverse che hanno problematiche, filosofie e modi di vivere completamente differenti. Il gap culturale è enorme e il libro mette bene in risalto come a volte gli occidentali, pur se mossi da buone intenzioni, non riescono nei loro scopi umanitari (in questo caso portare libri che aumentano l’istruzione e quindi dovrebbero aumentare le probabilità di sopravvivenza in un mondo così difficile) perché affrontano i problemi africani con gli occhi di chi vive in un mondo ricco e completamente diverso ma pensa però di avere le stesse esigenze e gli stessi bisogni.
Il libro è scritto molto bene perché la storia viene portata avanti in capitoli molto brevi dai diversi protagonisti del romanzo: in questo modo si permette di capire i diversi personaggi, le loro esigenze, le differenti aspettative e quindi cogliere chiaramente le incomprensioni involontarie che nascono tra persone con un vissuto così diverso alle spalle.
Un altro aspetto molto interessante poi è lo scontro all’interno della tribù tra modernità e tradizioni: da un lato l’interesse per i libri che ti permettono di conoscere altri mondi quasi inimmaginabili, ma dall’altra la saggezza degli antichi sembra essere l’unica in grado di garantire la sopravvivenza in un mondo così ostile.
La biblioteca sul cammello - Masha Hamilton
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Re: La biblioteca sul cammello - Masha Hamilton
Sembra molto interessante
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Re: La biblioteca sul cammello - Masha Hamilton
Me lo ha regalato mia suocera per il compleanno dicendomi "a te che piacciono tanto i libri e le biblioteche" e sono davvero contenta di averlo letto (in un solo giorno).
La (piccola) pecca del romanzo è lo spazio dato alle (troppe) parentesi rosa che aleggiano nella storia, ma che per fortuna non interferiscono nel racconto. Ho apprezzato tantissimo, davvero tantissimo, la messa in luce della presunzione occidentale del "noi vi portiamo la Cultura" e della nostra cecità di fronte le Culture altrui; il nostro credere che i libri salveranno il mondo, senza accorgerci che è vero solo in parte.
Comunque, se qualcuno fosse interessato a qualche notizia in più la può trovare sul sito ufficiale.
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Masha Hamilton – La biblioteca del cammello
Titolo originale: The Camel Bookmobile
Traduzione di S. Caraffini
pag. 284 - 16,50 € - Edizioni Garzanti Libri 2007 (Nuova Biblioteca Garzanti)
ISBN 978-88-11-68597-5
La (piccola) pecca del romanzo è lo spazio dato alle (troppe) parentesi rosa che aleggiano nella storia, ma che per fortuna non interferiscono nel racconto. Ho apprezzato tantissimo, davvero tantissimo, la messa in luce della presunzione occidentale del "noi vi portiamo la Cultura" e della nostra cecità di fronte le Culture altrui; il nostro credere che i libri salveranno il mondo, senza accorgerci che è vero solo in parte.
Comunque, se qualcuno fosse interessato a qualche notizia in più la può trovare sul sito ufficiale.

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Masha Hamilton – La biblioteca del cammello
Titolo originale: The Camel Bookmobile
Traduzione di S. Caraffini
pag. 284 - 16,50 € - Edizioni Garzanti Libri 2007 (Nuova Biblioteca Garzanti)
ISBN 978-88-11-68597-5
Le prime pagine
SCAR BOY
II bambino, fermo a gambe divaricate, si leccò via la polvere dalla mano stretta a pugno e cercò di fingere che quello che stava assaggiando fosse latte di caramella. Lì accanto, suo padre parlava a un'acacia spinosa mentre il fratello maggiore lanciava pietre contro un termitaio. Nessuno dei due badava a lui, e agli occhi del piccolo, loro tre formavano un'unica entità. Era come se stesse contemporaneamente bevendo polvere, implorando un albero e lanciando sassi. Dava per scontata questa loro unità. Era troppo giovane per riconoscere il concetto di «separato». Né sapeva del cambiamento, della paura o del castigo della siccità. La vita gli sembrava ancora totalmente prevedibile, eterna e sicura.
Adesso, per esempio, l'entità bambino-padre-fratello fu avviluppata dallo spegnersi del giorno, quando la brezza aumentò d'intensità, il colore defluì dal ciclo e le ombre scurirono simultaneamente tre paia di gote. Il bambino diede il benvenuto a quel momento. La consistenza della luce sempre più grigia trasformava i volti. Rendeva le persone simili a ritratti a carboncino, avrebbe pensato in seguito.
Qualcosa, tuttavia, disturbò il crepuscolo distogliendo bruscamente l'attenzione del piccolo dall'intimo conforto della sua lingua sulla pelle e dal gusto pungente della polvere. Dalla penombra dei vicini cespugli emerse qualcosa di rigido, sottile, perfettamente immobile ma vibrante. Davvero strano. In base alla sua esperienza, tutto camminava o correva, volava, era trasportato dal vento o piantato nel terreno - in altre parole, si muoveva palesemente o, più di rado, non lo faceva. Cosa pensare, invece, di quell'acre fremito immobile, di quel teso e ostinato accenno di flessibilità? Il bambino gli si avvicinò strisciando, poi si sedette per osservarlo.
La nuova prospettiva gli permise di notare un altro oggetto, piccolo e tondo tanto quanto l'altro era lungo e stretto. Aveva il colore di una fiamma.
In realtà ce n'erano due.
Ah-ha, pensò soddisfatto: il puzzle cominciava a prendere forma. Gli occhi, naturalmente, si muovevano e si immobilizzavano repentini, ed erano capaci di guizzare come la luce del fuoco. Quindi l'oggetto doveva essere umano. O magari animale. O forse uno spirito ancestrale.
Comunque fosse, qualcosa di imprecisato, un ricordo o un'intuizione ereditati, gli fece capire che aveva bisogno di tutto sé stesso per affrontarla, così chiamò le altre sue parti, il padre-fratello. «Sono qui», disse. Nemmeno mentre parlava distolse lo sguardo dagli occhi e dalla coda rigida di quella creatura misteriosa che cominciava a ingrandirsi. Poi balzò in avanti. Si unì a lui, quasi volesse entrare a fare parte dell'entità figlio-padre-fratello.
Non si rese conto del dolore. Il momento gli parve invece irreale e sconcertante, come assopirsi nel bel mezzo di uno dei racconti cantati dal padre e perdere così il filo della vicenda. Cos'era già successo? Cosa stava ancora accadendo? Avrebbe dovuto chiederlo al padre, il mattino seguente.
Solo una cosa rimase perfettamente nitida: il suono che gli sarebbe riecheggiato nella mente fino alla fine dei suoi giorni. L'umido, stridulo lacerarsi della sua carne di bimbo di tre anni mentre la iena maculata, resa folle dalla fame, gli si avventava sulla gamba, gli dilaniava rumorosamente la vita per poi avvicinarsi al suo volto e sgranocchiare, grugnendo di piacere.
In seguito avrebbe sentito raccontare come suo padre si voltò, uccise la belva con un coltello, prese in braccio il figlio e si mise a correre, il sangue del bambino che gli scendeva lungo le braccia. Avrebbe scoperto che era successo tutto in meno di cinque respiri meditabondi - ma non ci credette fino in fondo. Nel suo ricordo, lo scricchiolio delle ossa e lo strapparsi della carne si protraevano per un'intera decade di tramonti e albe, spazzando via tutti gli schemi, rendendo ogni cosa separata e terrificante, indefinita e fugace per l'eternità.
© 2007, Garzanti
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Re: La biblioteca sul cammello - Masha Hamilton
Questo era il libro del mese di marzo al mio Gruppo di lettura.
È un libro scorrevole, che si legge in poco tempo.
All'inizio è anche leggero, sembra un po' una favoletta ma poi si finisce con l'amaro in bocca: tante belle iniziative, tante speranze, tanti tentativi di cambiare per poi rendersi conto che non si può imporre la cultura occidentale a popoli che hanno un background completamente diverso.

È un libro scorrevole, che si legge in poco tempo.
All'inizio è anche leggero, sembra un po' una favoletta ma poi si finisce con l'amaro in bocca: tante belle iniziative, tante speranze, tanti tentativi di cambiare per poi rendersi conto che non si può imporre la cultura occidentale a popoli che hanno un background completamente diverso.
Non ho provato grande simpatia nei confronti della protagonista quindi ci ho provato gusto quando si è trovata la "sorpresa" nel finaleHere be spoilersLa popolazione di Mididima non era pronta ad affrontare i cambiamenti che la biblioteca sul cammello aveva portato con sé quindi trovo che il finale del libro sia azzeccato, anche se crudele (mi riferisco in particolare a quando Scarboy e il padre vengono allontanati dalla tribu, lasciati soli a se stessi e con pochissime probabilità di sopravvivenza).

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Re: La biblioteca sul cammello - Masha Hamilton
Anch'io!Gahan ha scritto: Non ho provato grande simpatia nei confronti della protagonista quindi ci ho provato gusto quando si è trovata la "sorpresa" nel finale

Un finale diverso avrebbe tolto parecchi punti alla lettura

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