Azar Nafisi

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MartinaViola
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Azar Nafisi

Messaggio da MartinaViola »

Leggere Lolita a Teheran, Adelphi, 10,00 €

Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.

il mio commento:

Leggere Lolita a Teheran è un atto di rivolta interiore: la disobbedienza alle istituzioni che puntano il dito contro la decadenza della civiltà occidentale si manifesta nella luce che brilla in quegli occhi, ancora intrisi di immaginazione, appena tornati dal mondo della finzione letteraria; un mondo che, secondo la Repubblica Islamica, dovrebbe dare l'esempio a chi vi si avventura - il lettore - facendo agire i personaggi che lo popolano da "buoni musulmani".
Lolita, Gatsby, Daisy Miller e tanti altri abbandonano il mondo della fantasia e vengono trattati alla stregua di peccatori in carne ed ossa: ci si sente in diritto, ma soprattutto in dovere, di giudicarli, processarli, bandirli e, se fosse possibile, di giustiziarli.
La morte di questi personaggi e dei loro autori è la censura: ogni parola, giudicata inadatta dagli addetti ai lavori, viene corretta, pronta ad assolvere un compito nuovo: non più raccontare, ma indottrinare.
I romanzi dovrebbero diffondere i valori dell'Islam, riuscite ad immaginarlo?
Eroine col velo, che rischiano di subire violenze ed umiliazioni ogni volta che ridono, parlano o mangiano un gelato.
Uomini incapaci di guardare una donna negli occhi: troppo presi a guardare in alto, verso un ideale irrealizzabile.
Personaggi in trappola.
Estranei. Confusi. Sbagliati.
È così che ci si sente a vivere nell'Iran post rivoluzionario.
Prigionieri del sogno di qualcun altro.

Azar Nafisi, professoressa di letteratura inglese, racconta questa prigionia interiore, in cui gli uomini del regime prendono le sembianze del "cattivo" del romanzo moderno: una creatura senza compassione, incapace di empatia, che tiene fede soltanto alla propria visione individuale, costringendo chiunque gli stia intorno in una sagoma predefinita, adatta alle esigenze del tiranno; un profilo che esclude qualsiasi desiderio o sensazione contrari all'egoistica idealizzazione del cittadino iraniano, ligio alle leggi della sharia e priv(at)o dell'immaginazione.
La Nafisi scrive per dar voce a quei "personaggi" che sono riusciti a squarciare le scure pareti che li opprimevano ed hanno attraversato i cancelli di un mondo in cui ognuno è libero di agire come vuole, un mondo in cui è ancora possibile sognare ed emozionarsi: la letteratura.
L'autrice ci insegna che l'eroe del romanzo moderno diventa qualcuno che difende la propria integrità a qualsiasi costo, o quasi; ogni studentessa che conosciamo in questo libro è a modo suo un'"eroina": un singolo che rifiuta di piegarsi alle costrizioni imposte dalla collettività e resiste, nonostante gli abusi e le ingiustizie subite.
Una di loro scrive: "Ogni mattina, quando sorge il solito sole, quando mi sveglio e mi metto il solito velo davanti al solito specchio per uscire e diventare ancora una volta parte di quella che chiamano realtà, penso anche a un'altra "me", nuda sulle pagine di un libro in un mondo di fantasia, fissa e immobile come una statua di Rodin. E così rimarrò finché mi terrete nei vostri occhi, cari lettori."

Azar Nafisi raccoglie le storie di "eroi" del quotidiano che ogni giorno difendono la propria integrità, rifiutando di scendere a compromessi o di fuggire; anche se la stessa Nafisi sarà costretta ad andare via, ad abbandonare il suo Iran, per tener fede ai propri
principi.

Non è un libro facile, vi avverto.
Per entrarci dentro, è necessario conoscere la storia dell'Iran di quel periodo: la caduta dello Scià, la tanto agognata rivoluzione e la successiva proclamazione della Repubblica Islamica di Khomeini, voluta dal 98% dei votanti al referendum del '79.
La testimonianza della Nafisi, così importante dal punto di vista culturale, storico, ma soprattutto umano, si intreccia mirabilmente ad un'opera di critica letteraria in cui l'autrice analizza romanzi come Lolita, Orgoglio e Pregiudizio, Il grande Gatsby, riuscendo così a comunicare meglio la sua situazione, a renderne un'immagine più nitida, più comprensibile agli occhi del lettore attento e consapevole.

Appena pubblicato...

Le cose che non ho detto, Adelphi, 19,50 €

Innamorarsi a Teheran, guardare i Fratelli Marx a Teheran, leggere Lolita a Teheran... Così iniziava una lista di cose segrete che Azar Nafisi aveva stilato nel suo diario e che si rimproverava di aver taciuto a tutti. Molte delle altre, a tanti anni di distanza, ha deciso di raccontarle in questo libro. Che è un ritratto del padre, sindaco di Teheran all'epoca dello scià, e della madre, fra le prime donne entrate al Parlamento iraniano. È la storia dei tradimenti di lui, del mondo fantastico in cui lei a poco a poco trasforma la realtà insopportabile che la circonda, e della forzata, dolorosa connivenza dell'autrice con il padre. Ma anche e soprattutto la rivelazione di come a volte le dittature sembrino riprodurre i silenzi, i ricatti, le doppie verità su cui si regge il primo, e più perfetto, sistema totalitario: la famiglia. Chi conosce Nafisi sa già cosa troverà, qui, in ogni pagina: l'emozione di leggere sempre qualcosa di autentico e temerario. Qualcosa che arriva dalle strade e dai giardini di Teheran come dalle pagine di Firdusi o dei grandi cantastorie persiani. E ci riguarda molto da vicino.
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Re: Azar Nafisi

Messaggio da liberliber »

Leggere Lolita a Teheran

Un libro interessantissimo, affascinante e coinvolgente su un tema che mi interessa da diverso tempo. Mi ha inoltre fatto venire voglia di leggere o rileggere tutti i libri citati; l'unica pecca è che l'autrice è una docente e ogni tanto si sente. I paralleli tra i romanzi e la realtà sono però resi ottimamente. D'altra parte, l'autrice da un certo punto in poi sembra incapace di prendere una posizione, è confusa in alcuni punti e sembra saltare alcuni passaggi.
Insomma: il libro non è bello per come è scritto (anche se non è scritto male, eh!), e per quanto mi riguarda i personaggi sono abbastanza piatti (aspetto giustificato dalla volontà di renderli irriconoscibili; quando mi sono ricordata di questa premessa dell'autrice, ho smesso di cercare di ricordare quale avesse detto cosa e la lettura e andata più liscia) - Mr. R. a parte.
E' bello per la forza, l'umanità e la voglia di libertà e giustizia che escono dalle pagine di questo libro e di quelli che hanno letto loro, e che fa sentire vicine le protagoniste.
Se posso permettermi, però, consiglio molto, molto caldamente Persepolis (libro e anche o forse soprattutto film): su questo tema è decisamente insuperabile.
Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
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MartinaViola
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Re: Azar Nafisi

Messaggio da MartinaViola »

concordo con liber sul fatto che il libro non è bello per "come" è scritto, ma per il contenuto.
lo stile è quello di una docente, non di una scrittrice, ma mi è piaciuto molto lo stesso, per tutto ciò di cui racconta e per la passione con cui parla dei romanzi che ci descrive.
fa davvero venir voglia di leggerli! :)
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fabiana
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Re: Azar Nafisi

Messaggio da fabiana »

Mi unisco al coro delle voci favorevoli. Questo è un libro che mi ha dato veramente tantissimo, sia dal punto di vista delle emozioni, sia da quello delle nozioni (giuro che la rima è uscita da se).
Devo dire che raramente guardo come è scritto un libro, mi soffermo molto di più sul contenuto e sulle sensazioni che provo leggendolo. Come detto da liberliber i personaggi sono piatti (anche io a volte non riuscivo a ricollegare chi faceva cosa, tranne pochi personaggi), però non per questo "non danno" anzi, ogni singolo personaggio raccontato dalla professoressa Nafisi è protagonista del suo momento.

Persepolis è consigliatissimo, ho visto il film d'animazione e l'ho adorato, ora mi sono incuriosita e cercherò senz'altro anche il libro.
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MartinaViola
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Re: Azar Nafisi

Messaggio da MartinaViola »

sinceramente anch'io non riuscivo mai a collegare i nomi delle ragazze alle varie esperienze... 8)
Persepolis è davvero molto interessante, ho visto soltanto il film ma spero di leggere presto anche la graphic novel. :wink:
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Re: Azar Nafisi

Messaggio da Gahan »

Questo libro per me è stata un po' una delusione. :roll:

Nel libro Nafisi scrive questa frase: "Again we skipped back and forth between our lives and novels"
A mio parere lo ha fatto anche troppo, creando un insieme confusionario e poco scorrevole da leggere.

Prima di tutto il racconto non segue propriamente un ordine cronologico, ci sono parecchi salti avanti e indietro, per cui diventa difficile capire quando è successo cosa. Non è nemmeno vero (come si legge nel retrocopertina e nelle varie recensioni online) che il libro tratta degli di incontri segreti durante i quali venivano discussi libri proibiti dal regime iraniano, in realtà il grosso del libro è l'autobiografia di Nafisi.
Poi, secondo me, l'autrice ha fallito nel tentativo di raccontarci le identità e i tratti pecuniari di ciascuna delle donne che partecipano agli incontri, io continuavo a confonderle tra di loro e a non riconoscerle. Stessa cosa vale per gli studenti e altri personaggi di contorno.
E ha fallito anche nella parte "letteraria" buttando lì spunti, riflessioni, citazioni dalle opere in oggetto, infarcendo il tutto di cross-reference con altre opere degli stessi scrittori, cosa che da un lato sicuramente denota la competenza di Nafisi nella sua materia, ma che dall'altro contribuisce soltanto a mettere ulteriori informazioni nel calderone. A me veniva il mal di testa a leggerlo e spesso perdevo il filo del discorso.
Peccato! :(

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