Su richiesta

, posto la mia recensione.
Chissà perchè mi immaginavo qualcosa di molto cruento, e sinceramente sono contenta che non sia stato così. In effetti, il libro parla di violenza, e di luoghi tenebrosi e sconosciuti, ma l'effetto più che "visivo" è psicologico, tanto che in alcuni tratti del viaggio si sente proprio il peso del passaggio attraverso queste foreste che sembrano impenetrabili. Il tema della morte è evidente, sin dalla partenza. Considerando il periodo e le modalità di viaggio, appare chiaro che si parte senza sapere se e come si tornerà. La figura del comandate Kurtz è forte quanto la paura stessa che si respira nell'ultimo tratto del viaggio. Inoltre devo dire che il libro non si appesantisce mai, forse per il fatto di essere un racconto da parte di Marlow. Questo lo rende ancor più reale, poichè un racconto che dura 300 pagine non sarebbe davvero credibile. Devo dire che mi è piaciuto molto.
Grazie a Mimonni per avermelo passato
