Wells Tower "Tutto bruciato, tutto devastato"

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Brino Brucci
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Wells Tower "Tutto bruciato, tutto devastato"

Messaggio da Brino Brucci »

Acquistato quasi per caso su Ibs. C'era lo sconto sui titoli Mondadori e così ho inziato a leggere uno per uno i titoli in offerta.
Mi sono fermato colpito dalla prima di copertina, col seguente incipit:
"Chiunque abbia mai fatto un'incursione nel territorio della mascolinità distruttiva e autodistruttiva - Hemingway, Carver, Faulkner, Roth, Cheever, Yates, Bolano - riconoscerà immediatamente il contesto e i personaggi dei racconti di Wells Tower ...".
In quel territorio ci sguazzo da sempre, la presentazione prometteva bene, mi quindi sono voluto fidare, l'ho comprato e l'ho letto.
Che dire?
Premetto di non essere un adoratore di racconti, preferisco di gran lunga i romanzi. Trovo i racconti solitamente troppo brevi, come quei brani musicali che quando inziano a piacerti, finiscono proprio sul più bello.
Insomma qualcosa di incompiuto: ed appunto incompiuti mi sembrano quasi tutti i racconti di questo libro che non sono neppure tanto malvagi, ma sanno di deja vu e soprattutto sembrano tutti monchi perché l'Autore li taglia proprio nel momento in cui la cosa sembra farsi interessante e si comincia a provare un interesse per i personaggi, la trama ed i suoi possibili e/o auspicabili sviluppi.
Discorso a parte per l'ultimo racconto, quello che da' il titolo all'intera opera, ben più lungo degli altri.
E' la narrazione in prima persona di un vichingo e delle scorrerie, con conseguenti razzie e stragi, che lui ed i suoi compagni compiono sulle coste inglesi.
Fino all'ultima incursione, quella in cui, volenti o nolenti, sono costretti a fare i conti con se stessi, con l'età che avanza, con il desiderio di tirare i remi in barca per dedicarsi agli affetti e godersi un pò di tranquiilità prima che il destino riservi a loro ed alle loro famiglie quello che loro stessi hanno fatto agli altri sino a quel momento.
Originale, truculento e realistico quanto basta, il racconto è però anche pervaso da una sottile ironia di fondo e presenta alcune riflessioni sulla natura umana, sull'ineluttabilità del destino e sulla violenza, attiva e passiva, quale dato di fatto dal quale è impensabile pensare di potersi guardare nel corso della propia esistenza.
Per quanto mi riguarda, soltanto questo racconto è valso da solo i soldi che ho speso per l'intero volume.
Magari aspettate che il libro esca in edizione economica, ma cercate di procurarvi e di leggere questo racconto.
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