Beh, pensavo, adesso che vedrò i miei confusi pensieri di fan musicale capace di sentire il suono ma incapace di rendere questi pensieri in parole, resi in forma leggibile ed accessibile grazie all'arguta e mai pesante penna di Nick, giustizia sarà fatta. Potrò anche io leggere quello he provo ma non so esprimere, grazie alla mediazione di un grande scrittore.
Ho divorato letteralmente il libro, alla ricerca della recensione di quei brani che piacessero sia a lui che a me e che pertanto appagassero il mio bisogno di outing.
Più andavo avanti più l'entusiasmo scemava.
Alla fine mi sono dovuto rassegnare: Brino tu e Hornby amate due tipi di musica diversa, ti sei lasciato prendere dall'euforia, dal bisogno di condividere le sensazioni con qualcuno che pensavi potesse conferire loro un'aura di autorevolezza nonché aiutarti a vedere cose che magari ti sono sempre sfuggite nell'ascolto di questo o di quel brano. Ma così non è stato ahimé.
Non uno dei 31 brani di cui parla il libro è di mio gusto. Entrambi frequentiamo l'universo rock, ma le galassie in cui ci muoviamo sono sideralmente lontane.
Acclarato quindi che da questo punto di vista non ho avuto quel che mi aspettavo (ma questo non è affatto un problema dell'autore, è solo un mio sbaglio di valutazione preventiva) per onestà intellettuale devo dire che comunque il libro è molto gradevole. Peraltro ricco di particolari interessanti sulla (non facile) esistenza privata di Hornby, sul suo modo di vedere l'Inghilterra degli anni' 70 ed '80, anche confrontata con gli USA, non soltanto sul piano musicale ma anche su quello sociale ed umano.
Insomma una piacevole lettura per tutti quelli che amano l'autore e la musica in genere, non necessariamente ed esclusivmente quella rock, come aveva maldestramente auspicato il sottoscritto.