Un lettura piuttosto confusa, per tutto l’arco della sua durata, a causa delle diversità dei narratori che si alternano, a causa delle difficoltà di distinguere ciò che viene realmente pronunciato da ciò che viene soltanto pensato (in un romanzo in cui alcuni personaggi hanno la facoltà di leggere la mente altrui può capitare anche questo !) e a causa dell’intricata trama tra il vero e il falso, tra i fatti e la proiezione che di questi fatti una mente sconvolta e malata ha ricreato per sopravvivere.
E un ritmo lento, davvero troppo per i miei gusti, soprattutto nella parte iniziale: immaginavo che ciò fosse dovuto all’intenzione di creare un’atmosfera di attesa, che sarebbe stata poi ripagata dallo sviluppo degli eventi, ma la scrittrice ha tirato un po’ troppo la corda, ottenendo un risultato contrario (almeno nel mio caso). La rivelazione del finale, piuttosto sbrigativa, lungi dal farmi sentire ripagata per la defatigante lettura fino a lì protratta, mia ha quasi delusa, per l’artificiosità del suo essere ricercata e costruita più per stupire che per spiegare.
Gli ingredienti per farne un interessante romanzo psicologico c’erano tutti: il tema centrale della violenza sulle donne, il particolare legame tra i gemelli e le conseguenze della loro separazione, l’ambientazione in una Salem piena di contrasti, tra fanatici religiosi ed esponenti di una magia bianca tutto sommato innocua e molto attuale (votata più ai principi della libertà di impresa e del marketing che al mantenimento di una tradizione millenaria). Purtroppo però, all’atto pratico, la scrittrice si è persa dietro a numerosi episodi inutili, ha lasciato i suoi personaggi ad uno stadio di poco superiore a quello di abbozzo, ha confuso troppo le carte in tavola per rendere più sorprendente un finale che ha tutto il sapore di una trovata ad effetto piuttosto che di un logico e coerente epilogo alla trama fin lì sviluppata. Il personaggio per il quale più mi sono rammaricata, nel senso della percezione di una occasione mancata, è quello di Eva: mi sarebbe piaciuto davvero che nell’economia del romanzo avesse avuto un ruolo più importante, e fosse stato approfondito di più (anche se, necessariamente, attraverso i ricordi altrui, i diari, i flashback), perché una donna così forte sarebbe stata un perno ancora più determinante in una vicenda in cui, da un po’ più a un po’ meno, tutti gli altri mostrano debolezze, manie e squilibri rilevanti.
L’episodio della fuga subacquea, per mettersi in salvo dall’aggressione dei calvinisti, degno più di un supereroe che di una donna reduce da un recente intervento chirurgico e fortemente squilibrata, poi, mi ha fatto letteralmente ridere, per la sua incongruità: una vera americanata, nel senso più deteriore del termine, in ambito letterario e cinematografico (perché questo romanzo sembra già una sceneggiatura pronta per un film).
"La lettrice bugiarda" - Brunonia Barry
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Re: "La lettrice bugiarda" - Brunonia Barry
Ho letto questo romanzo la scorsa settimana, iniziato e finito nell'arco di 24 ore (i vantaggi di essere a casa in mutua
). Il fascino delle streghe e delle lettrici di pizzo è stato sufficiente a tenermi incollata alla pagina. La descrizione della città di Salem com'è oggi, mi ha fatto venire voglia di andarci. Non ho avuto un gran feeling con la protagonista, il romanzo è però pervaso da altre figure femminili più forti e più positive (vedi ad esempio Eva). Il colpo di scena finale poi è al di là di qualsiasi possibile intuizione.
Pessimo, e assolutamente fuorviante, il titolo in italiano.
Secondo me è un libro che si può leggere, soprattutto adesso che è disponibile anche in versione economica

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Re: "La lettrice bugiarda" - Brunonia Barry
Io l'ho trovato mediocre, una vera americanata, come scrive Towandaaa. L'unica parte che si salva è la descrizone dell'abitudine tutta americana di recitare comparsare pseudostoriche a puro fine turistico.
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Piove sui panni stesi / perché niente va mai come dovrebbe...(Kegiz)
Nam concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur.(Sallustio)
...l'erba / lieta, dove non passa l'uomo ((Ungaretti)
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Su anobii sono lisolachenoncè
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