Efraim Medina Reyes
Feltrinelli
173 p. € 7,00

Il titolo è davvero una bomba, devo ammetterlo, peccato che il resto sia soltanto un pietoso tentativo di mettere insieme qualcosa di altrettanto potente, evocativo e sconvolgente.
Infatti, ci sono soltanto cento e dispari pagine di riflessioni frammentate, qualche bella frase qua e là e un mucchio di descrizioni di posti e situazioni che non hanno niente a che fare gli uni con le altre.
Per farla breve direi che non c'è trama, a meno che non vogliamo definire trama il fatto che un tizio che è stato lasciato da "una certa ragazza", di cui non rivelerà mai il nome, si sente una merda e come tale si comporta.
C'è questo Rep (si chiama come il cugino sudamericano di quello di tre metri sopra il cielo, Step) che si crede un duro, ma è solo un povero sfigato colombiano che sogna di essere uno sfigato newyorkese.
Dice di essere uno che vive e basta e che se ne frega del giudizio degli altri, allora si ubriaca, fa un film del cazzo e infila una bella carota nel freezer tanto per farci vedere che ha capito tutto della vita, lui.
Non pago del personaggio saltato fuori da quest'assemblaggio maldestro, l'autore prova a rendere il suo Rep un po' più bohemien e forse anche un po' più credibile (che non guasta mai); così, per giustificare la sua insopportabile volgarità, si aggrappa a figure del calibro di Sid Vicious e Kurt Cobain, che spuntano tra le pagine come i cavoli a merenda, giusto per riempire i vuoti che, altrimenti, avrebbero costretto l'editore ad aumentare ulteriormente l'interlinea del testo.
Una volta sicuro della funzionalità di questi "inserti" senza capo nè coda, Reyes comincia a riempire interi paragrafi (grosse percentuali del libercolo in questione) e ogni titolo dei suoi capitoletti con i nomi di diversi gruppi musicali, come i Ramones, i Pearl Jam, gli Alice in Chains, e, nelle ultime pagine, ci infila anche qualche riferimento a Jimi Hendrix e Miles Davis, tanto per andare sul sicuro.
In questo modo tenta invano di rendere coerente questo patchwork ruffiano, sconclusionato, maschilista, fintamente maledetto e gratuitamente volgare che ha, come unico pregio, quello di avere un gran bel titolo!
Il meglio è tutto qui: c'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo.