Chris Stewart parte per l'Andalusia alla ricerca di una casa dove trasferirsi con la moglie, e finisce col comprare un rudere ("El valero") comprendente varie stalle ed un padrone lamentoso che rimarrà con lui per qualche mese per insegnargli i segreti della vita rurale.
La casa è veramente in uno stato tremendo, e per di più è situata sulla sponda "sbagliata" del fiume, cosa che li rende più o meno isolati dal resto della valle.
Ebbene, Chris e la moglie Ana cominciano la loro vita tra le più grosse difficoltà (considerate che la casa non ha acqua corrente nè elettricità) nel tentativo di rendere "El valero" la loro dimora definitiva, possibilmente cercando di renderla più umana.
Ho amato molto questo libro, in particolare per l'atteggiamento che Chris e Ana hanno nei confronti della loro nuova vita. Non rimpiangono le comodità della vita passata, e soprattutto vivono ogni avvenimento come un'avventura ed eventualmente un ostacolo che - in un modo o nell'altro- riusciranno a superare. Conoscono moltissime persone, e riescono ad integrarsi molto bene nonostante le evidenti difficoltà di comunicazione. Oltretutto, ci sono degli episodi che mi hanno fatto davvero sorridere. Il sottotitolo del libro ("An optimist in Andalucìa") non poteva essere più azzeccato. Effettivamente, alla fine del libro, si capisce perfettamente che essere ottimisti conviene

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