Wu Ming 2: "Il sentiero degli dei"

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lilacwhisper
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Wu Ming 2: "Il sentiero degli dei"

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Il sentiero degli dei
Wu Ming 2
Ediciclo Editore, 2010
pp. 206
Immagine

Un giorno un papà a spasso coi propri bimbi scopre per caso un sentiero e decide di partire. Un viaggio da viandante: 5 giorni a piedi lungo l'Appennino tra Bologna e Firenze, inizialmente con un amico e poi in solitaria, per scoprire cosa sia rimasto intatto dopo lo scempio della TAV. Uno scempio di flora, fauna e vita umana "giustificato" da un risparmio di tempo nel coprire la distanza tra le due città.

Ho apprezzato moltissimo la grande attenzione, o meglio, il grande amore per la natura che traspare in questo libro. Una natura violentata di boschi rasi al suolo per far spazio a titanici impianti eolici, di montagne saltate per aria per produrre calcestruzzo, di sorgenti e torrenti disseccati per lasciar spazio alla TAV. Parlando di natura, non posso che condividere lo sdegno, il senso d'impotenza misto a paura e inquietudine di Gerolamo in relazione alla caccia. Sentimenti che l'autore ha magistralmente - e forse beffardamente - sintetizzato così:
Molti sostengono che i cacciatori sono i veri amanti della natura. [...] Forse l'amore che provano per la natura è lo stesso che tante donne si sentono promettere dai propri compagni. Dopo violenze, percosse, minacce e stupri.
Le denunce contro più enti/soggetti (Cavet, politicanti vari, Ministero dell'Ambiente e chi più ne ha più ne metta) sono decisamente ponderate e ben giustificate, peraltro accompagnate da accuratissimi riferimenti bibliografici. Bellissima quanto triste l'immagine della traccia sulle cortecce degli alberi e dei suoni prodotti dalle vite spezzate: morti sul lavoro nel cantieri dell'alta velocità, vittime di attentati e via di questo passo.

Ciò che colpisce dritto al cuore è l'idea che il tanto decantato progresso si stia letteralmente sbranando un immenso patrimonio di luoghi, vite umane, piccoli paesini sull'Appennino, trattorie dove il viandante è benvenuto, storie partigiane e il piccolo miracolo di un vitigno ritenuto estinto. Cose che mi fanno pensare a qui, dove vivo io, che in fondo non è poi così distante dai luoghi descritti da Wu Ming 2.

Potrebbe risultare strano partire da questo libro per scoprire i Wu Ming, essendo stato scritto da un solo autore, eppure a mio parere Il sentiero degli dei è una piccola perla che merita d'esser letta. Mi risulta difficile classificarlo, poiché al suo interno compaiono tanti elementi estremamente eterogenei, amalgamati tuttavia in modo eccezionale: un po' guida turistica per viandanti, un po' reportage, ma anche diario, favola moderna, opera di denuncia, raccolta di racconti (fantastico quello dell'Alfa contenuto nel giornale locale) e - perché no - Bildungsroman. Forse la sua forza risiede proprio qui: non una banale commistione di generi, quanto piuttosto tanti piccoli spunti su cui riflettere. Amaramente.

Piccola chicca finale, le fotografie in chiusura del volume. Nel guardarle mi sono sentita completamente proiettata in quei luoghi, condividendo ulteriormente le sensazioni del viaggio narrato.
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