"La caccia al tesoro" by Camilleri
Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie
- Towandaaa
- Olandese Volante
- Messaggi: 9299
- Iscritto il: mer nov 15, 2006 2:44 pm
- Località: Peccioli (Pisa)
"La caccia al tesoro" - Andrea Camilleri
Ormai sono affezionata a Salvo e agli altri personaggi che rendono Vigàta una cittadina così particolare, in cui mi ritrovo ogni volta con quel piacere rassicurante di stare tra persone che si conoscono. Ma ciò non significa che io sia disposta a dimostrare una maggiore indulgenza quando si tratta di esprimere la mia opinione su un nuovo episodio della serie.
Mi sono divertita con i duetti tra Salvo da una parte e, alternativamente, Catarella, Mimì, il questore o Fazio dall’altra.
Mi sono goduta, come al solito, la ricchezza della lingua siciliana e i piccoli quadretti dedicati ai personaggi minori.
Ho apprezzato che la deriva malinconica sulla “vicchiaglia” sia stata contenuta, e che il commissario non si sia lasciato irretire dalla bellona di turno come è accaduto in altri episodi recenti, perché mi piacciono gli sviluppi della personalità di un personaggio seriale, ma a patto che non diventino predominanti o fuori luogo – per l’immagine che di quel personaggio mi sono fatta – rispetto alla trama. E in questo romanzo non è solo Salvo a dimostrare una maggiore vulnerabilità e debolezza di fronte alla crudeltà: troviamo anche un Pasquano inatteso, non più “congelato” nel distacco professionale che (credo) ogni medico legale sviluppi comprensibilmente per “sopravvivere”, ma profondamente scosso dalla circostanza in cui si trova ad operare.
Ma……….c’è qualche ma.
L’impressione che ormai ogni nuovo romanzo appaia già come una sceneggiatura pronta per la trasposizione televisiva inizia a diventare fastidiosa.
E inutili e noiose risultano anche le autocitazioni riferite a precedenti episodi, così come il ribadire ad ogni prima “entrata in scena” di un personaggi già noto le caratteristiche precipue che gli affezionati lettori della serie già conoscono (Arquà, legato a Salvo da un sentimento di antipatia reciproca, Tommaseo sempre propenso a cercare il lato oscuro, passionale e morboso in ogni delitto, Fazio vittima del “complesso dell’anagrafe”, eccetera).
Delle “sparate” di critica socio-politica avulse dal contesto della storia (in questo romanzo, tanto per citare qualche esempio: l’ipotesi che i ladri “comuni” si vergognino di fronte alle gravi ruberie messe in atto dai colossi dell’industria e dalle banche, la figura dei “bamboccioni” trentenni che non si staccano dalla famiglia di origine, la speculazione edilizia, l’eccesso di inglesismi nella lingua italiana) penso francamente che potrei farne a meno, e che la storia ne guadagnerebbe, perché se non sono in linea con la trama (come è successo invece in altri episodi, come ad esempio “Il ladro di merendine” in cui l’argomento dell’immigrazione clandestina era al centro del romanzo) assumono un sapore antipatico di uso del romanzo come pulpito da cui proclamare le proprie convinzioni, con una commistione tra il ruolo di scrittore e quello di opinionista che non giova al risultato letterario (e ci tengo a precisare che prescindo da qualsiasi considerazione sul merito di queste “sparate”: non mi piacciono perché le trovo fuori luogo, e non perché io le condivida in maggiore o minore misura). Per questa stessa ragione, al contrario, mi è piaciuto molto il passaggio in cui Salvo riflette sui criteri con cui vengono attribuiti i nomi alle vie: impegnato nelle ricerche toponomastiche per la caccia al tesoro, in un momento di calma piatta per la sua attività investigativa, ha dato (e in un contesto appropriato) un quadretto ironico e amaro della considerazione di cui godono le entità astratte e i personaggi più o meno illustri nel nostro paese.
Pur con questi limiti, tuttavia, ho apprezzato la lettura fino circa due terzi, ritenendola addirittura migliore di altri romanzi recenti della serie.
Lo sviluppo del finale invece mi ha lasciata proprio basita, e delusa: se è vero, come sono convinta, che la crudeltà e la follia non hanno confini né di luogo né di tempo né di entità, è anche vero, però che il macabro (e sbrigativo, diciamo la verità !) epilogo mi è sembrato più una “trovata ad effetto” che uno sviluppo originale della trama. Come se, dopo le morbose (e di dubbio gusto, secondo me) atmosfere di “Un sabato, con gli amici” Camilleri avesse voluto cimentarsi di nuovo con temi direi splatter, inusuali e stonati per lui. Quello che cerco in Camilleri, non è l’orrore, il torbido, il sordido, il truculento, né, come direbbe lui, la “miricanata” alla Hannibal Lecter.
Mi sono divertita con i duetti tra Salvo da una parte e, alternativamente, Catarella, Mimì, il questore o Fazio dall’altra.
Mi sono goduta, come al solito, la ricchezza della lingua siciliana e i piccoli quadretti dedicati ai personaggi minori.
Ho apprezzato che la deriva malinconica sulla “vicchiaglia” sia stata contenuta, e che il commissario non si sia lasciato irretire dalla bellona di turno come è accaduto in altri episodi recenti, perché mi piacciono gli sviluppi della personalità di un personaggio seriale, ma a patto che non diventino predominanti o fuori luogo – per l’immagine che di quel personaggio mi sono fatta – rispetto alla trama. E in questo romanzo non è solo Salvo a dimostrare una maggiore vulnerabilità e debolezza di fronte alla crudeltà: troviamo anche un Pasquano inatteso, non più “congelato” nel distacco professionale che (credo) ogni medico legale sviluppi comprensibilmente per “sopravvivere”, ma profondamente scosso dalla circostanza in cui si trova ad operare.
Ma……….c’è qualche ma.
L’impressione che ormai ogni nuovo romanzo appaia già come una sceneggiatura pronta per la trasposizione televisiva inizia a diventare fastidiosa.
E inutili e noiose risultano anche le autocitazioni riferite a precedenti episodi, così come il ribadire ad ogni prima “entrata in scena” di un personaggi già noto le caratteristiche precipue che gli affezionati lettori della serie già conoscono (Arquà, legato a Salvo da un sentimento di antipatia reciproca, Tommaseo sempre propenso a cercare il lato oscuro, passionale e morboso in ogni delitto, Fazio vittima del “complesso dell’anagrafe”, eccetera).
Delle “sparate” di critica socio-politica avulse dal contesto della storia (in questo romanzo, tanto per citare qualche esempio: l’ipotesi che i ladri “comuni” si vergognino di fronte alle gravi ruberie messe in atto dai colossi dell’industria e dalle banche, la figura dei “bamboccioni” trentenni che non si staccano dalla famiglia di origine, la speculazione edilizia, l’eccesso di inglesismi nella lingua italiana) penso francamente che potrei farne a meno, e che la storia ne guadagnerebbe, perché se non sono in linea con la trama (come è successo invece in altri episodi, come ad esempio “Il ladro di merendine” in cui l’argomento dell’immigrazione clandestina era al centro del romanzo) assumono un sapore antipatico di uso del romanzo come pulpito da cui proclamare le proprie convinzioni, con una commistione tra il ruolo di scrittore e quello di opinionista che non giova al risultato letterario (e ci tengo a precisare che prescindo da qualsiasi considerazione sul merito di queste “sparate”: non mi piacciono perché le trovo fuori luogo, e non perché io le condivida in maggiore o minore misura). Per questa stessa ragione, al contrario, mi è piaciuto molto il passaggio in cui Salvo riflette sui criteri con cui vengono attribuiti i nomi alle vie: impegnato nelle ricerche toponomastiche per la caccia al tesoro, in un momento di calma piatta per la sua attività investigativa, ha dato (e in un contesto appropriato) un quadretto ironico e amaro della considerazione di cui godono le entità astratte e i personaggi più o meno illustri nel nostro paese.
Pur con questi limiti, tuttavia, ho apprezzato la lettura fino circa due terzi, ritenendola addirittura migliore di altri romanzi recenti della serie.
Lo sviluppo del finale invece mi ha lasciata proprio basita, e delusa: se è vero, come sono convinta, che la crudeltà e la follia non hanno confini né di luogo né di tempo né di entità, è anche vero, però che il macabro (e sbrigativo, diciamo la verità !) epilogo mi è sembrato più una “trovata ad effetto” che uno sviluppo originale della trama. Come se, dopo le morbose (e di dubbio gusto, secondo me) atmosfere di “Un sabato, con gli amici” Camilleri avesse voluto cimentarsi di nuovo con temi direi splatter, inusuali e stonati per lui. Quello che cerco in Camilleri, non è l’orrore, il torbido, il sordido, il truculento, né, come direbbe lui, la “miricanata” alla Hannibal Lecter.
La mia libreria
La mia lista dei desideri
Towandaaa su aNobii
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
La mia lista dei desideri
Towandaaa su aNobii
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
- Mariantonietta
- Olandese Volante
- Messaggi: 2890
- Iscritto il: sab apr 05, 2008 12:06 pm
- Località: Sacco (Sa)
- Contatta:
"La caccia al tesoro" by Camilleri
Mi pare di non leggere ancora una recensione nel forum.
Ho comprato il libro qualche giorno fa, credendo di andare sul sicuro.
http://www.libreriauniversitaria.it/cac ... 8838924781
Mi sbagliavo.
Stavolta il buon vecchio Camilleri si è "incartato" in un plot noioso nonostante le voci contarie, nonostante ne legga bene in giro. Per esempio qua http://www.sololibri.net/La-caccia-al-t ... ndrea.html
Ma se parlano bene persino di "Benvenuti al Sud", produzione che ho appena visto e che mi ha deluso, non mi meraviglio di nulla! Gli italiani non son più capaci di una critica e di una autocritica? Non saprei...
Un amico appassionato di Camilleri corroborava la mia opinione, ipotizzando che la caduta di tono dipenda dalla morte di Elvira Sellerio, avvenuta in agosto.
La signora, precisa e severa editrice, vantava amicizie con Leonardo Sciascia e con l'antropologo Antonino Buttitta.
Il programma all'origine della casa editrice è il ritorno a una cultura che Sciascia definisce "amena", in cui cioè il cosiddetto impegno è implicito e non esplicito, quindi una cultura "della leggerezza" che non rinuncia all'eleganza, una cultura delle idee ma in forma di cose belle.
La trama dell'ultimo giallo non è scontata, anzi; ma Camilleri perde colpi e gioca troppo con la pazienza dei suoi affezionati lettori.
Non salvano questo giallo, molto al di sotto delle opere cui lo scrittore ci ha abituati, nè le azzuffate solite con Livia, nè le battute di Augello e Catarella, sempre prevedibili.
Farraginoso e noioso, ecco i termini che mi vengono alla mente pensando a "La caccia al tesoro".
Poi leggo che nella nuova serie televisiva, Zingaretti verrà sostituito da un belloccio
che interpreta un Montalbano ancora agente e penso: è finita un'epoca!
Amennnnn
Ho comprato il libro qualche giorno fa, credendo di andare sul sicuro.
http://www.libreriauniversitaria.it/cac ... 8838924781
Mi sbagliavo.
Stavolta il buon vecchio Camilleri si è "incartato" in un plot noioso nonostante le voci contarie, nonostante ne legga bene in giro. Per esempio qua http://www.sololibri.net/La-caccia-al-t ... ndrea.html
Ma se parlano bene persino di "Benvenuti al Sud", produzione che ho appena visto e che mi ha deluso, non mi meraviglio di nulla! Gli italiani non son più capaci di una critica e di una autocritica? Non saprei...
Un amico appassionato di Camilleri corroborava la mia opinione, ipotizzando che la caduta di tono dipenda dalla morte di Elvira Sellerio, avvenuta in agosto.
La signora, precisa e severa editrice, vantava amicizie con Leonardo Sciascia e con l'antropologo Antonino Buttitta.
Il programma all'origine della casa editrice è il ritorno a una cultura che Sciascia definisce "amena", in cui cioè il cosiddetto impegno è implicito e non esplicito, quindi una cultura "della leggerezza" che non rinuncia all'eleganza, una cultura delle idee ma in forma di cose belle.
La trama dell'ultimo giallo non è scontata, anzi; ma Camilleri perde colpi e gioca troppo con la pazienza dei suoi affezionati lettori.
Non salvano questo giallo, molto al di sotto delle opere cui lo scrittore ci ha abituati, nè le azzuffate solite con Livia, nè le battute di Augello e Catarella, sempre prevedibili.
Farraginoso e noioso, ecco i termini che mi vengono alla mente pensando a "La caccia al tesoro".
Poi leggo che nella nuova serie televisiva, Zingaretti verrà sostituito da un belloccio

Amennnnn

- Towandaaa
- Olandese Volante
- Messaggi: 9299
- Iscritto il: mer nov 15, 2006 2:44 pm
- Località: Peccioli (Pisa)
Re: "La caccia al tesoro" by Camilleri
La mia libreria
La mia lista dei desideri
Towandaaa su aNobii
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
La mia lista dei desideri
Towandaaa su aNobii
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
- Mariantonietta
- Olandese Volante
- Messaggi: 2890
- Iscritto il: sab apr 05, 2008 12:06 pm
- Località: Sacco (Sa)
- Contatta:
Re: "La caccia al tesoro" by Camilleri

Towanda, e dire che avevo guardato


Chiedo al moderatore di riparare, sorry.

- Towandaaa
- Olandese Volante
- Messaggi: 9299
- Iscritto il: mer nov 15, 2006 2:44 pm
- Località: Peccioli (Pisa)
Re: "La caccia al tesoro" by Camilleri
Mariantonietta, se può consolarti ti confermo che nell'elenco non c'è: io ho trovato la discussione con la funzione "cerca"; ricordavo di aver scritto in questa sezione a proposito di questo libro 

La mia libreria
La mia lista dei desideri
Towandaaa su aNobii
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
La mia lista dei desideri
Towandaaa su aNobii
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
- Therese
- moderatrice
- Messaggi: 5748
- Iscritto il: mer feb 05, 2003 8:33 pm
- Località: Perugia
- Contatta:
Re: "La caccia al tesoro" by Camilleri
L'elenco è in fase di aggiornamento!
thread fusi [intervento di moderazione di Therese]

thread fusi [intervento di moderazione di Therese]
-...è solo che non ho tempo per leggere.
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)
cinefila integralista
Non inviatemi ring senza avvertire, grazie ^_^
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)
cinefila integralista
Non inviatemi ring senza avvertire, grazie ^_^
- Mariantonietta
- Olandese Volante
- Messaggi: 2890
- Iscritto il: sab apr 05, 2008 12:06 pm
- Località: Sacco (Sa)
- Contatta:
Re: "La caccia al tesoro" by Camilleri
Grazie fanciulle belle
: siete la consolazione di una povera signora di mezza età con la suocera che la sta rincitrullendo!! 


- Therese
- moderatrice
- Messaggi: 5748
- Iscritto il: mer feb 05, 2003 8:33 pm
- Località: Perugia
- Contatta:
Re: "La caccia al tesoro" by Camilleri
Mariantonietta ha scritto:Grazie fanciulle belle: siete la consolazione di una povera signora di mezza età con la suocera che la sta rincitrullendo!!

almeno rinfresco le abilità da moderatrice!
-...è solo che non ho tempo per leggere.
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)
cinefila integralista
Non inviatemi ring senza avvertire, grazie ^_^
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)
cinefila integralista
Non inviatemi ring senza avvertire, grazie ^_^