La storia in sé ricorda fortemente i gialli a vignette pubblicati sulla rivista, non mancano i messaggi crittografati e gli indovinelli, le illustrazioni in bianco e nero, e anche il numero delle pagine è simile.
Di diverso mi sembra sia da segnalare che non credo di aver mai visto pubblicate su “La settimana enigmistica” le classiche e abusate barzellette sui carabinieri, mentre in questo libro ce n’è una subito nelle prime pagine (anche se si tratta di una relazione redatta da un agente di polizia): “[…] constatavo la presenza di un cadavere ormai privo di vita […]”.
Terminata la lettura (che ha richiesto poco più di un’ora) mi sento di poter commentare che a mio modestissimo avviso si salvano solo la nota dell’editore delle ultime pagine (dalla quale emerge chiaramente quanto sospettavo ancor prima di leggere il libro, e cioè che probabilmente si sono divertiti di più i due autori a scriverlo che i lettori a leggerlo) e il titolo, se lo intendiamo come suggerimento: meglio tacere !
Non conosco affatto gli scritti di Lucarelli, quindi non posso nemmeno azzardare un confronto; ma conosco molto bene i lavori di Camilleri (e la parabola discendente in cui si inseriscono, sempre secondo me, i suoi ultimi romanzi) e questa operazione commerciale (definirlo libro mi sembra francamente troppo) non mi è piaciuta per niente.
