L'uomo che amava i cani- Leonardo Padura Fuentes

Area dedicata alle recensioni (e conseguenti commenti) nonche' alle richieste di pareri sui libri.
ATTENZIONE: Specificate titolo e autore nell'oggetto, grazie!

Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie

Rispondi
Avatar utente
ciucchino
Olandese Volante
Messaggi: 3660
Iscritto il: ven mar 14, 2003 9:00 pm
Località: Torino
Contatta:

L'uomo che amava i cani- Leonardo Padura Fuentes

Messaggio da ciucchino »

Non è solo il racconto dell’assassinio di Trotskij, ma è la descrizione del fallimento dell’utopia di poter creare una società di uguali eliminando le distinzioni di classe e le ingiustizie. Il comunismo è stata una grande speranza ma la tirannia di un sanguinario come Stalin l’ha macchiata per sempre.
L’autore utilizza lo schema già collaudato nel “Il romanzo della mia vita” descrivendo un fatto storico sotto tre punti di vista portati parallelamente avanti: Ramon (l’assassino di Trotskij), Ivan (il cubano che incontra “l’uomo che amava i cani sulla spiaggia di Cuba) e, naturalmente, Trotskij.
Tutto viene descritto nei minimi dettagli: la vita del rinnegato Trotskij attraverso i suoi esili, l’avvicinarsi di Ivan a questo uomo misterioso che gli racconta quanto è stato nascosto dalla storia ufficiale, la crescita politica e il background culturale di Ramon che lo spingono a questo attentato che stravolgerà la sua vita.
E’ un bellissimo romanzo che fa riflettere su quanto rimane nascosto dalla storia ufficiale (ad es. Trotskij sostiene che a Stalin era molto comodo avere come nemico Hitler per poter compattare il popolo russo ed evitare ribellioni, vedasi i patti con il reich nazista alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale) e sulla fattibilità di un regime comunista (sempre Trotskij si chiede se Stalin sia semplicemente un tiranno crudele o se non sia inevitabile la tirannia per sostenere il sistema comunista).
Drammatico poi il racconto delle vite dei figli di Trotskij così come di tutto il popolo sovietico oppresso dalla paura, una compagnia fedele che non li abbandona mai perché tutti temono di soccombere durante le purghe staliniane.
Un libro da leggere con l’unica pecca di trovare molte frasi non corrette come se non ci fosse stata un’attenta rilettura delle bozze.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

Immagine Immagine
Rispondi