"Le ho mai raccontato del vento del Nord"- Daniel Glattauer

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Towandaaa
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"Le ho mai raccontato del vento del Nord"- Daniel Glattauer

Messaggio da Towandaaa »

Una lettura emozionante, coinvolgente e appassionante, soprattutto per chi conosce per averli provati i legami che si riescono a creare grazie ai messaggi via internet. Io ho stretto delle belle amicizie grazie al bookcrossing e ad aNobii, e mi sono calata immediatamente nel legame tra Emmi e Leo, anche se il loro è un coinvolgimento sentimentale-romantico, quindi diverso nella sostanza ma non nell’intensità rispetto a quello che si può raggiungere in fatto di amicizia.
La corrispondenza “virtuale” se da un lato può apparire meno “poetica” presenta però un grande vantaggio rispetto a quella “cartacea”: l’immediatezza. Ed è proprio sull’immediatezza che questo romanzo costruisce il suo punto di forza, l’intensità del ritmo che appassiona proprio perché così come Emmi e Leo giungono ad una sorta di dipendenza dalle rispettive e-mail, allo stesso modo il lettore “rincorre” il susseguirsi dei loro messaggi, sempre nuovi e sorprendenti, in una climax sapientemente costruita e per niente artificiosa.
E’ una buona occasione anche per interrogarsi su quanto, nel processo che porta a conoscere una persona, siano determinanti le percezioni visive (ma anche uditive, olfattive e tattili), a volte forse fino al punto di influenzare l’opinione che sarebbe possibile farsi, invece, considerando solo l’aspetto espressivo e comunicativo.
In effetti, Emmi e Leo intraprendono un percorso di conoscenza che prescinde dal punto di partenza più usuale: il vedersi. E coltivano il loro rapporto affidandosi solo alle parole, alle confidenze, all’ironia, rinviando a lungo il loro incontro (particolarmente azzeccata, a questo riguardo, ho trovato la loro scelta di continuare a darsi del lei fino all’ultimo, cioè fino al momento di organizzare il loro incontro e anche se avevano già da tempo raggiunto una certa “intimità” emozionale e confidenziale: come se volessero riservare il “tu” al momento in cui la loro conoscenza si fosse concretizzata, e non “turbare” con uno sviluppo, anche se impercettibile, la forte sintonia creatasi tra loro fino a quel punto). In una sorta di “esperimento” che coinvolge quindi il lettore proprio perché lo invita a fare altrettanto nei confronti delle persone che conosce, astraendo dai dati percettivi quando ce ne siano e avvalorando l’importanza della componente comunicativa quando si tratti di legami appunto tra persone che non si sono mai incontrate.
Io ero già convinta del fatto che a volte possa risultare più facile aprirsi e confidarsi con persone estranee al nostro consueto giro di conoscenze, se si percepisce di avere molto in comune con questi “amici di tastiera” (mica li possiamo chiamare “amici di penna”, no ?!), per gli scettici Emmi e Leo sono una prova, anche se nella fiction di un romanzo, che ciò è possibile.
Certo, la comunicazione scritta (virtuale o cartacea non importa: sotto questo aspetto non sono diverse) può prestarsi a fraintendimenti più di quanto non possa accadere in una conversazione orale o, meglio ancora, “faccia a faccia”, dato che non può avvalersi del contributo che alla comprensione reciproca viene dall’espressione del viso e del corpo o almeno dall’intonazione della voce, e solo in parte il particolare uso della punteggiatura e gli smileys possono compensare questo punto di svantaggio……..ma prescindere dai sensi presenta comunque il vantaggio di non lasciarsi influenzare dalle sensazioni e concentrarsi sull’affinità emotiva, sulle concezioni che ispirano il modo di intendere la vita e di agire, sul senso dell’umorismo, sui gusti intellettuali: in un parola (quando ci vuole ci vuole anche l’inglesismo !) sul feeling delle anime, e non dei corpi.
Tutte queste considerazioni, già presenti nella mia testa nel corso della lettura, ma più forti ora, a lettura conclusa, hanno fatto sì che questo romanzo mi abbia davvero colpita nel suo complesso, fino al punto, non lo nascondo, della commozione vera e propria in alcuni momenti tra i quali quello per me più struggente e sentito è rappresentato dal messaggio scritto a Leo da Bernhard, all’insaputa della moglie Emmi, e dalla decisione presa di conseguenza da Leo. Un amore che si sublima prima nel rinviare l’ approccio personale, poi nel sacrificio e nella rinuncia, infine nell’emozione di organizzare l’incontro in modo da renderlo il più possibile “soft”, per non incrinare o rovinare l’intensità del legame fino a quel punto raggiunto (e sorvolo sul finale sia per non rovinare la lettura a chi ancora non conosce il libro sia per non commuovermi di nuovo !)……….bellissimo !

:yes!:
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lizzyblack
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Re: "Le ho mai raccontato del vento del Nord"- Daniel Glatta

Messaggio da lizzyblack »

Ho letto questo libro da poco tempo, grazie ad un club di lettura virtuale che abbiamo "messo in piedi" con delle amiche quasi tutte bookcrosser.
Le mie impressioni son leggermente diverse da quelle di Towandaaa, anche se tengo a precisare che anche a me il libro è piaciuto :yes!:
Mi è piaciuto, soprattutto, il personaggio maschile. Leo, con i suoi difetti, è però adorabile, e con una grande quantità di pregi, tra cui l'infinita pazienza con cui porta avanti il rapporto epistolare con Emmi; paziente non tanto per il rapporto epistolare, ma per la stessa Emmi. Leo si apre, si confida, ama giocare ocn le parole e fa sorridere. Non altrettanto posso dire di Emmi, rigida, ferma sulle sue posizioni, incapace di parlare di sè, della sua vita, addirittura stizzita da banali domande di Leo. L'ho trovata insopportabile in quel suo non donarsi, ma contemporaneamente gelosa di Leo, tanto da fargli sceneggiate da adolescente. Emmi si nasconde dietro un paravento: la sua meravigliosa vita, il suo meraviglioso matrimonio, che però si rivelano essere non tanto una delusione o una vita infelice, ma probabilmente solo una vita che ad Emmi sta stretta ma è incapace di ammetterlo.
L'intervento del marito è utile solo al finale (o almeno io l'ho trovato poco probabile, forse anche molto triste), che è una delle parti che più ho amato:
Here be spoilers
Emmi, che scrive il suo grande amore, ma è incapace di urlarlo, e di comprendere che non c'era tempo da perdere a scrivere, bisognava solo correre. E Leo, che chiude la conversazione e se ne va. Finalmente
Liz

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Re: "Le ho mai raccontato del vento del Nord"- Daniel Glatta

Messaggio da Picia »

Ho letto anche questo libro e devo dire che non mi ha entusiasmata molto, anzi: la formula epistolare generalmente mi piace, ma questo continuo (e unico) scambio di mail tra i due protagonisti l'ho trovato, ad un certo punto, noioso.

Zero descrizioni di fatti, luoghi, persone, sensazioni: solo un continuo botta e risposta (spesso ridotto anche a brevi parole). E' per questo che mi ha coinvolto poco: la storia c'è, ma il modo di raccontare lo trovo alla lunga monotono.

Concordo poi con lizzyblack: a tratti Emmi è veramente scorbutica :D
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fabiana
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Re: "Le ho mai raccontato del vento del Nord"- Daniel Glattauer

Messaggio da fabiana »

Mentre leggo sono abituata a raccogliere pensieri e spunti nelle note del mio telefono, per questo libro ho scritto tantissimo perciò mi sono presa qualche giorno prima di commentarlo perché ha toccato le mie corde più profonde, facendomi emozionare, arrabbiare, riflettere.
E' una situazione che vivo in prima persona e credo che sia questo il motivo per cui mi ha colpito così tanto, tra le righe ho letto tante cose che provo ma che non sono pronta ad affrontare, mi ha toccato nei sentimenti e ha fatto tornare a galla molti dei miei dubbi. E' più un libro emotivo che un vero e proprio capolavoro ma con me ha funzionato!

Come si legge anche dalla quarta di copertina il romanzo si basa su uno scambio di e-mail infinito tra due sconosciuti, iniziato per errore, proseguito al principio credo per noia e divenuto poi una dipendenza psicologica.

Il libro è scritto con un linguaggio semplice, perciò si legge velocemente. Mi sono innamorata subito dell'ironia di Leo, mentre Emmi per la maggior parte del tempo mi ha irritato il sistema nervoso per i suoi comportamenti infantili.
Le situazioni che si vengono a creare all'inizio del libro sono molto divertenti, ma più si procede con la lettura e più la tristezza la fa da padrona
Here be spoilers
i due si innamorano l'uno dell'altra pur non essendosi mai visti, Emma inizia persino a considerare l'idea di mettere a rischio il suo matrimonio, sebbene sappia che quello che ama è solo "l'idea che si è fatta di Leo". Leo, che ad un certo punto del libro inizia a scambiarsi mail col marito di Emmi, è disperato e non sa come comportarsi, alla fine il suo conflitto interiore tra cuore e testa sarà vinto dalla ragione e per questo deciderà di chiudere i rapporti con la sua amica di tastiera.
Non so dire se avrei preferito che la storia finisse in maniera differente, credo dipenda se si è abituati a pensare col cuore o con la testa e nel mio caso sono sempre in conflitto. Il fatto che il romanzo abbia un seguito mi fa immaginare un mondo di cose … credo proprio che a breve lo leggerò.
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